Forza Tata! I fischi non erano a Donnarumma...

Forza Tata! I fischi non erano a Donnarumma...MilanNews.it
sabato 16 ottobre 2021, 00:11Editoriale
di Mauro Suma

Sogno fin d'ora un Natale fatto così: siamo sotto l'albero e Marian Tatarusanu che dice a suo fratello Ciprian "Bravo, non era facile...era dura...ma sei stato forte, hai dato sicurezza, sei stato te stesso, qua la mano fratello mio, bravo davvero". Perchè per Ciprian Tatarusanu il rapporto con suo fratello maggiore è una trave portante, una di quelle linee che caratterizzano una vita. Si sentono quasi tutti i giorni, anche se causa pandemia Tata è mancato da Bucarest per diverso tempo. Non ho discorsi strappalacrime per Ciprian, non è il caso e non se li merita. Sembrerebbe di commiserare o di rovesciare retorica su chi non ne ha affatto bisogno. Tata è nato, sapete, pochi mesi prima dell'impresa di Duckadam ai rigori nella finale di coppa dei Campioni del maggio 1986 a Siviglia contro il Barcellona. E' nato proprio nel periodo in cui i rumeni chiedevano ai portieri di realizzare i loro sogni sportivi, proprio come aveva fatto l'unico portiere rumeno della Storia ad entrare fra i primi 10 nella classifica del Pallone d'oro. Ha giocato per 10 anni in Nazionale Ciprian, dal 2010 al 2020, 73 partite fra cui un Europeo da titolare, quello del 2016. Vai in campo e dai tutto te stesso come sai perfettamente da solo Tata, noi ci fidiamo. Solo questo. Il nostro portiere aveva saputo solo poche ore prima di scendere in campo con la Roma che avrebbe giocato. Senza notte di avvicinamento, senza metabolizzazione. Una uscita a vuoto e 3-3 finale. Ma da quel momento gol su azione Tata non ne ha più subiti. Zero nelle due partite contro lo Sparta Praga. Zero contro il Torino in Coppa Italia quando il Milan ha passato il turno ai rigori. "Solo" il rigore di Lukaku e la "punizione" di Eriksen con il Milan in dieci nel derby di coppa Italia. Adesso avanti Tata. Prende un testimone importante, come Tortu l'ha preso da Jacobs o giù di lì. Deve dimostrare a Mike non solo di fare bene in campo ma di essere un buon capofila in queste settimane anche nei confronti di Mirante e di Jungdal. Lo puoi fare Tata, sapendo che poi a Natale ci penserà Marian a farti quei complimenti di casa, quei complimenti di famiglia ai quali tieni davvero.

A proposito di portieri, sono convinto che i tifosi di San Siro non fischiassero Donnarumma in quei momenti di Italia-Spagna. I tifosi fischiavano, perchè di questa fiction, di questa giungla, non ne possono più. Lo hanno capito che i giocatori-bandiera non esistono più, non sono stupidi i tifosi. Tutt'altro. I tifosi di calcio oggi sono semplicemente appassionati con la nausea. Non ne possono più di essere presi in giro. Non dormono la notte, si emozionano, soffrono. Perchè se lo sentono, perchè sono fatti così. Ma quando si accorgono che è tutta una squallida fiction allora sbroccano. E si sfogano. Anche sonoramente, come abbiamo sentito. E se lo hanno fatto è perchè hanno capito che questo è diventato un gioco per pochi. Un calcio in cui alle società restano i debiti e ai tifosi solo tanti equivoci. Pensano di tifare per un giocatore che indossa la loro maglia, i loro colori, ma ben presto scoprono che è solo una illusione ottica. Sotto la maglia di facciata, c'è quella vera, quella della scuderia. La maglia vera è quella di chi ha solo introiti e mai debiti, di chi ha solo facilities e zero rischi d'impresa. E quindi giù fischi, basta, non prendiamoci più in giro. Fra non molto se ne andranno i tifosi, di fronte a questo andazzo. Ma senza sventure profetizzate e basta, voglio fare un altro sogno. Facciamo che ci sia una Uefa vera e che intervenga, trasformando le commissioni ai procuratori in indennizzi nei confronti delle società per cui tifiamo e che le commissioni divengano percentuali calcolate in base ad aliquote sull'ingaggio del giocatore e versate dall'assistito dal suo agente. Solo così il calcio potrebbe andare avanti: basta giocatori portati a zero sotto il naso dei tifosi, basta indebitare i club, chiarire invece il rapporto con gli agenti. Che è e deve essere dei singoli giocatori, non dei club e tanto meno dei tifosi. Solo così basta fischi. Altrimenti preparatevi. Prima i fischi e poi il silenzio. Come durante la pandemia.