Il pareggio di Theo silenzia i gufi. Perdere due punti così fa incazzare. Il vice Ibra serve eccome e dentro la dirigenza si discute sul tema

Il pareggio di Theo silenzia i gufi. Perdere due punti così fa incazzare. Il vice Ibra serve eccome e dentro la dirigenza si discute sul temaMilanNews.it
lunedì 14 dicembre 2020, 00:30Editoriale
di Pietro Mazzara

Perdere due punti così, contro questo Parma, fa più rabbia rispetto a quelli persi contro il Verona. Perché almeno contro gli scaligeri, hai avuto davanti un avversario propositivo, mentre la squadra di Liverani per lunghi tratti della partita è stata con dieci uomini sotto la linea della propria metà campo e, spesso, anche sotto quella della palla. Un catenaccio premiato oltre limite sia dal punteggio sia dalla buona sorte, perché quattro legni, di cui due consecutivi, io non me li ricordo in una partita del Milan. Il fatto che ci sia incazzatura, nella squadra e nei tifosi, per questo 2-2 è il segnale forte ed evidente  che c’è voglia di stare lassù, anche perché il pari è arrivato al termine di un’altra partita che hai condotto dall’inizio alla fine, dove hai perso Matteo Gabbia per l’infortunio al ginocchio (speriamo che non sia nulla di grave) sia Ismael Bennacer (sospetto stiramento, vedremo oggi dopo gli esami) e dove hai perso anche due punti. È vero, il Milan non è stato progettato per vincere lo scudetto, ma quando non vinci partite simili, ti girano ad elica perché il senso logico dell’essere sotto 0-2 con all’attivo già tre legni, non c’è. È irrazionalità allo stato puro.

La cosa bella è che il Milan, però, non muore mai. Ma mai davvero. La doppietta di Theo Hernandez, che si è caricato sulle spalle la responsabilità realizzativa della squadra, è l’ennesima dimostrazione che ci sono tanti giocatori che si possono e si vogliono prendere delle responsabilità importanti. Theo ha fatto un gol da centravanti consumato (il primo) mentre il secondo è più nelle sue corde, con una staffilata mancina che ha inchiodato Sepe, che si era superato sulla girata di Rebic. Pioli ha bacchettato i suoi per l’approccio dei primi 20 minuti ed è lì che, forse, bisogna lavorare perché anche contro il Celtic e contro il Verona (dove c’era Ibra in campo) c’è stata la stessa mentalità un po’ molle. Di questo pareggio vanno prese tante cose, anche il fatto che dopodomani a Genova contro il Genoa, servirà un atteggiamento diverso, magari con lo svedese in campo dall’inizio se dovesse arrivare il semaforo verde dai medici che vogliono andarci con i piedi di piombo, poiché si vogliono evitare eventuali ricadute.

L’altro aspetto da evidenziare è come ieri sera, davanti alla tv, ci fosse un manipolo di gufi con le sciarpe di Inter, Juventus, Napoli, Roma ed Atalanta che si sono ritrovati sul trespolo a gufare il Milan. Qualcuno disse, tempo fa, che i rossoneri – una volta tornati competitivi – avrebbero dato fastidio a chi ha pasteggiato al tavolo che il Milan ha dovuto abbandonare negli anni passati. Ora che i rossoneri stanno tornando ad occupare posizioni di vertice, ecco che si parte con la conta dei rigori, col culo, con questo e con quello. La verità è che il Milan, negli ultimi anni, ne ha mangiata tanta di ….. e ora, che sta tornando a sedersi nel salotto che ha fondato, quello delle big, dà agli altri la sensazione di fastidio tipica di chi sente che qualcosa sta tornando al suo posto e non vuole accettarlo.

Ma quello che sta emergendo, a livello puramente tecnico, è che un vice Ibrahimovic vero serve eccome. Dentro la dirigenza, sul tema, c’è discussione continua, poiché le prestazioni da prime punte di Rebic (ieri non bene) e Leao (male nell’approccio) non convincono a pieno. Colombo è ancora troppo acerbo mentre Daniel Maldini la prima punta, da “adulto” non l’ha mai fatta. Oltre al difensore centrale, un attaccante di ruolo serve eccome. Rimane da capire che linea passerà e che profili ci saranno disponibili sul mercato senza bagni di sangue.