La "Pipe Bomb" di Maldini ha alleggerito la squadra. A Bergamo con due o tre ritorni. Krunic: se vuole andare, porti un'offerta

La "Pipe Bomb" di Maldini ha alleggerito la squadra. A Bergamo con due o tre ritorni. Krunic: se vuole andare, porti un'offertaMilanNews.it
lunedì 4 dicembre 2023, 17:25Editoriale
di Pietro Mazzara

La settimana della nucleare di Maldini si è conclusa con una vittoria importante, necessaria, arrivata ancora in mezzo a tante difficoltà difensive che continueranno anche in quella che inizia oggi, perché il rientro di Kjaer – se avverrà – sarà principalmente per la panchina. Theo Hernandez si è dimostrato una soluzione molto interessante ed efficace accanto a Tomori e con tutti gli altri centrali titolari in infermeria, non è da escludere che il francese possa continuare nella sua carriera parallela in mezzo alla difesa, dove garantisce anche una fase d’impostazione rilevante. È vero, il Milan perde spinta propulsiva sulla fascia sinistra, ma la coperta è talmente corta che da qualche parte qualcosa devi concederla. Florenzi può interpretare quel ruolo in maniera diligente, andandosi ad abbassare quando Theo – come contro il Frosinone – decide di sganciarsi. Pioli ha avuto ragione nello spostare Hernandez in mezzo, con una condivisione d’intenti importante, il che ha privato Simic dell’esordio da titolare in Serie A, ma il momento è talmente complicato che rischiarlo, forse, sarebbe eccessivo anche se uno che ha fatto 25 partite stagionali tra club e nazionale, nel ruolo di centrale di destra, almeno i rudimenti del mestiere li conosce. 

La "Pipe Bomb" di Paolo Maldini a Repubblica (che ha ricordato quella di CM Punk contro la WWE del 27 giugno 2011) , paradossalmente, ha tolto l'attenzione mediatica dalla squadra e dalla preparazione alla partita con il Frosinone, con l'ex direttore tecnico che - come un fiume in piena - ha sparato su tutto e tutti. Da Elliott e RedBird passando per Gazidis, Furlani, Moncada (anche se mai nominato) ma si è ben guardato dal prendersi le sue responsabilità sulle scelte fatte totalmente in autonomia, oppure girandola pro domo sua la questione del budget estivo (l'attuale dirigenza aveva gli stessi soldi preventivati a lui ai quali si sono aggiunti quelli della cessione di Tonali) o l'essere andato oltre gli obiettivi prefissati a bilancio (nessuno mette mai come prima opzione la vittoria). Ci sta, ha raccontato la sua verità, e questa intervista fa scopa con  l'intervista alla Gazzetta dello Sport pochi giorni dopo lo scudetto, dove - di fatto - pose fine al clima di festa parlando pubblicamente del suo contratto non ancora rinnovato. Ognuno è libero di pensarla come vuole, Maldini ha dato un suo spaccato della situazione dopo esser stato licenziato al termine di cinque anni di lavoro dove, comunque, ha contribuito allo scudetto. Sarebbe stato interessante se Paolo avesse indetto una conferenza stampa ad ampio raggio. Probabilmente sarebbe stato qualcosa di ancor più scoppiettante. 

È la settimana del ritorno a disposizione di Rafael Leao, almeno secondo il calendario previsto post infortunio a Lecce. Rafa lavorerà ogni giorno per rientrare in gruppo ed esserci sabato sera a Bergamo contro l’Atalanta, in una partita dove potrebbe trovare gli spazi giusti per potersi divertire come solo lui sa fare. È vero che Pulisic a sinistra ha fatto vedere cose interessanti, ma Rafa è Rafa, per paura che incute negli avversari e per la sua capacità di poter spaccare una partita. Ha dimostrato doti da leader del gruppo, rimanendo attivo durante le partite, e non guardando passivamente i compagni. Li ha incoraggiati, si è fatto sentire, è stata una presenza importante anche nei momenti bui e in quelli delicati pur non potendo essere in campo. E questo gli ha pesato, perché Leao vuole sempre stare in campo. Se tutto andrà per il verso giusto, sabato potrà tornare a dare il suo contributo fondamentale sul rettangolo verde, liberando un’altra casella dall’infermeria e riabbracciando anche Olivier Giroud, che ha scontato le due giornate di squalifica rimediate a Lecce. 

Si parla di calciomercato e il Milan, a gennaio, si muoverà. L’emorragia difensiva lo impone e i dirigenti hanno fatto già diversi sondaggi tra i giocatori scontenti in giro per l’Europa. Se prima l’indicazione era quella di fare un solo difensore, oggi appare necessario che ne servano due, specialmente a fronte delle grosse difficoltà di Kjaer a rientrare pienamente in forma. Ecco perché il ritorno dal prestito al Villarreal di Matteo Gabbia è tutt’altro che un’opzione da scartare. Attualmente i contatti con il club spagnolo non sono stati avviati, ma nella mente di Moncada e D’Ottavio questa idea sta prendendo corpo. Non arriverà Kelly, che probabilmente sarà bloccato per l’estate a parametro zero, mentre Kiwior dipenderà tutto dall’Arsenal e da quello che deciderà Arteta. L’ex Spezia non è contento, si aspettava di giocare di più e un prestito con diritto potrebbe aprire la situazione. 

Che Rade Krunic non sia contento glielo si legge in faccia. La mancata cessione in estate, dovuta al fatto che il Fenerbahçe non abbia presentato un’offerta vera al Milan per il suo cartellino, lo ha fatto rimanere un po’ controvoglia e ora la cosa appare evidente. Con Loftus-Cheek, Musah, Reijnders, Bennacer, Adli e Pobega, il Milan è numericamente e qualitativamente coperto e se Rade volesse andare via, l’unica cosa che deve fare è quella di portare una proposta economica per il suo cartellino. Il Milan non ha intenzione né di regalarlo né, tantomeno, di proporgli un rinnovo di contratto a cifre “turche”.