Maignan, capolavoro dei dirigenti. Leao, il Koh-I-Noor rossonero, ma… Una statistica che spiega il primo posto

Maignan, capolavoro dei dirigenti. Leao, il Koh-I-Noor rossonero, ma… Una statistica che spiega il primo postoMilanNews.it
mercoledì 16 febbraio 2022, 00:00Editoriale
di Carlo Pellegatti

Bellissime sensazioni. Guardo la classifica e vedo il Milan in prima posizione a 13 giornate dalla fine del campionato. Non accadeva da 10 anni esatti. Il Milan pareggia 1-1 nel match contro la Juventus e conserva un punto di vantaggio sui bianconeri. E’ il 25 febbraio 2012. Sì, ricordate bene. E’ la partita della rete annullata a Muntari. E il pensiero ancora mi ferisce in modo profondo e doloroso. Torniamo però al presente, un magnifico e molto più allegro presente. Milan 54, Inter 53, Napoli 52 così canta la classifica. Indiscutibile, chiara, brillante. Pioli e i suoi Ragazzi sono partiti con grande autorevolezza. Infortuni e sfortune hanno però frenato una corsa irresistibile e spettacolare, ma, merito ancor maggiore, sono riusciti a ripartire, reagendo e conquistando tre punti nel derby, la partita più delicata, più difficile, più importante.

Poco importa che aleggino ancora dubbi sulla tenuta mentale e fisica del Milan. Ho letto ieri una statistica che urla chiaro, esaltando la continuità di questo gruppo, al quale pochi ancora credono. Peggio per loro! Nelle ultime 63 giornate, tra campionato scorso e quello attuale, i rossoneri sono stati in testa 33 volte. Sommando le 12 giornate, nel finale del campionato ’19-’20 sono stati dunque 45 volte primi su 75 giornate.

Non è ancora sufficiente per convincere tutti che la squadra milanista occupi il vertice della classifica con pieno merito? Ora però siamo alla vigilia di 13 partite dove non è possibile il minimo errore, la minima disattenzione, l’improvviso calo di tensione. Visto il calendario, è fondamentale innanzitutto vincere contro le squadre della tabella di destra. Ogni partita si giocherà su… tre campi. Quello del Milan e quelli delle due avversarie. Un finale, anche se più dilatato, che mi ricorda l’avvincente duello con la Lazio nella stagione dello Scudetto del Centenario. Era troppo tempo che non vivevo emozioni così forti.

Ora finalmente tutto è tornato nella normalità. Perché il Milan nelle posizioni alte della classifica è la piena normalità. Come sarebbe quello di vivere i mercoledì di febbraio, marzo e aprile, in giro per l’Europa o in un San Siro profumato di Champions League. "Step by step" ammoniva Henry Kissinger e oggi forse Ivan Gazidis. “Passo dopo passo”, ripete Paolo Maldini. Ma c’è passo e passo. Io mi auguro che i giocatori milanisti indossino gli stivali delle sette leghe o imitino Gulliver nel Paese dei Lillipuziani.

E’ abbastanza frustrante infatti ascoltare la musica della Champions League dall’audio del televisore invece che da uno stadio che vibra emozioni. I Ragazzi hanno regalato un autunno ricco di queste vibrazioni, ma grande è la speranza che, fra un anno, il Milan possa tornare protagonista anche sul finire dell’inverno e ai primi tepori della primavera.

Parlando di singoli, il club rossonero, come proprietà e dirigenti, hanno realizzato il capolavoro, quando sono riusciti a sostituire uno dei portieri più forti al mondo con un altro di altissimo livello come Maignan. Per questo motivo, sono fiducioso che, nel caso di addio di Kessiè, i plenipotenziari del mercato Paolo Maldini e Ricky Massara, sapranno trovare l’alternativa più funzionale per il centrocampo di Stefano Pioli. Per quanto riguarda il centrocampista ivoriano, io me lo voglio gustare fino alle ore 23 del 22 maggio, sicuro che sarà una pedina preziosa per il futuro cammino rossonero. Né mi pare un’idea felice, suggerita da qualcuno, quella di lasciarlo in tribuna “perché non firma”. Non capisco perché si debba regalare l’assenza di Kessiè agli avversari. Stefano Pioli non è un autolesionista.

Dunque giocherà sempre, se ritenuto in buona condizione psico-fisica. L’allenatore rossonero è stato chiaro anche parlando di “Mozzafiato" Rafa, domenica scorsa a fine partita. I mezzi per diventare il nuovo Mbappé indubbiamente li possiede tutti, ma Pioli ha ribadito che debba essere in partita non solo a tratti, con strappi vincenti e mirabolanti, ma giocare con maggior continuità. Il portoghese è molto migliorato quanto a spirito di sacrificio e corsa, ma è giusto pretendere il massimo da uno dei talenti più puri del calcio internazionale. Un Koh-I-Noor dalla luce purissima, un diamante che non deve rimanere nascosto nella torre di Londra, ma accecare le tribune di San Siro grazie alla sua luce meravigliosa. Intanto mi gusto il primo posto, mentre al quarto piano di Via Aldo Rossi stanno già seminando e lavorando per la prossima stagione. Per un Milan sempre più forte in Italia, ma soprattutto a casa nostra, in Europa.