Perché ora il Milan ha fatto bene a non alzare polveroni su Serra. Il ritmo troppo lento sul mercato

Perché ora il Milan ha fatto bene  a non alzare polveroni su Serra. Il ritmo troppo lento sul mercatoMilanNews.it
giovedì 20 gennaio 2022, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Per una volta sono d’accordo con la scelta politica del Milan di non montare la panna sulla vicenda Serra in Milan-Spezia. I motivi sono essenzialmente due: 1) il giovane e inesperto arbitro ha riconosciuto pubblicamente di aver sbagliato e l’accanimento avrebbe “macchiato” l’immagine della società, come invece hanno ripetutamente chiesto i suoi polemici tifosi; 2) non vale -nella gestione attuale del mondo arbitrale- alzare polveroni mediatici, come per esempio ha fatto ripetutamente Mourinho, perché significa offrire alibi ai calciatori e inimicarsi inutilmente la categoria. Dalla vicenda, tra l’altro, il club è uscito rilucidato grazie alle dichiarazioni di Pioli (“divido in due le colpe della sconfitta: 50% all’arbitro, 50% a noi”) e soprattutto dal siparietto di Ibra che, scortato da altri calciatori, a fine partita è andato a consolare Serra. Il danno è stato fatto, rimediare sarà impossibile perché adesso gli occhi degli osservatori saranno tutti puntati su Milan-Juve e sul derby in modo da non dare adito a polemiche su eventuali “risarcimenti” che peggiorerebbero l’immagine, già deformata da covid e molto altro, di questo campionato.

Piuttosto è il caso di soffermarsi sul rimanente 50% di responsabilità declinato sia da Pioli che dallo stesso Calabria. Entrambi hanno puntato sul numero delle occasioni da gol create e non sfruttate. Tutto vero: già nel primo tempo il Milan avrebbe dovuto e potuto chiudere con un punteggio più rotondo rispetto al modesto 1 a 0. Ma c’è anche dell’altro. Chi si lamenta del rendimento di difesa e centrocampo, in quest’ultimo caso addirittura dando la colpa a Tonali della squalifica rimediata a Venezia, dimentica che si potevano e si dovevano, in questo caso prevenire, alcune criticità. Che Kessiè e Bennacer non fossero utilizzabili a gennaio, alla ripresa del campionato, lo si sapeva dall’estate. Che il calendario del girone di ritorno, asimmetrico, mettesse di fronte in sequenza Roma, Juve e Inter fino al 6 febbraio, era noto. Perciò lasciando il reparto con due sole pedine disponibili (Tonali e Bakayoko) più l’eventuale utilizzo di Krunic che si adatta per estrema generosità a tutto, anche a spazzare i vialetti di Milanello, si è corso un rischio. Il ritardo più grave però è quello tradito nel mettere a disposizione di Pioli il difensore centrale chiamato a rimpiazzare nei ranghi Kjaer che ai primi di dicembre si è infortunato a Genova. Le prove, in verità confortanti, di Gabbia e Kalulu contro Roma e Venezia, hanno provocato qualche eccesso di ottimismo. Certo: nessuno poteva prevedere che Tomori, appena rientrato dal covid, andasse incontro all’intervento per lesione del menisco che lo ha sottratto dall’attività moltiplicando la criticità della difesa. Per essere pignoli, il difensore sarebbe dovuto arrivare ai primi di gennaio e non invece aspettare- come poi hanno ripetuto gli esponenti dell’area tecnica- “l’occasione”.

Allo stesso modo, tra qualche tempo, sarebbe il caso di sciogliere il nodo Ibrahimovic. Zlatan è stato ed è tuttora utilissimo, in allenamento, oltre che in campo. Ma non è pensabile che possa continuare a fare il 9 titolarissimo, con Giroud alle spalle, anche per il futuro. Perciò, al netto dell’operazione Pellegri di cui non conosco la ratio, servirà affrontare la questione con relativa soluzione.