Sandro non sarà come Gigio. La responsabilità dei soldi. La diversità di questo mercato.
Non parlo del caso specifico, ma del percepito. Personalmente, anche se so diciamo così di non essere in maggioranza, voglio ancora molto bene a Gigio perchè so quali sono le situazioni in cui ci trova nel calcio moderno extra-club e la sua l'ho capita perfettamente. Ma mi riferisco all'immagine che si è consolidata fra i tifosi. Sandro non sarà come Gigio, perchè all'esterno il portiere era vissuto come un giocatore amato e stimato che se ne è andato via (dovuto andar via, aggiungerei) senza lasciare un solo euro al club che lo ha valorizzato e cresciuto e perchè non ha fatto nulla per opporsi al progetto del suo entourage. A torto o a ragione, viene vissuto così. Sandro no. Sandro va al cinquanta e cinquanta. Sandro sarà sempre nel cuore di tutti, indistintamente. Non va via perchè non è abbastanza milanista e al tempo stesso la società non è la cattivona che specula sul ragazzo. Cinquanta e cinquanta, davanti ad una incredibile montagna di soldi. Inevitabile purtroppo. Inevitabile per tutti.
Cedere non è una colpa e i soldi non sono una colpa, ragazzi, ma devono essere una risorsa. Non lo dico io, per non venir vissuto come propagandista. Ma faccio cit. di quanto scritto su Derbyderbyderby.it da un grandissimo milanista, il caro avvocato Max Bambara: "Nel triennio 2020-2022, le prime 4 squadre della Serie A come media punti sono state Inter, Napoli, Milan e Juventus. Questi sono i numeri dei club relativamente alla voce “entrate da calciomercato”. Il Milan ha incassato 68,46 mln, l’Inter 296,05 mln, il Napoli 202,31 mln e la Juventus 285,67 mln. Un esempio renderà chiaro il concetto: il Real Madrid negli ultimi tre anni si è totalmente autofinanziato sul mercato. Basti pensare che l’arrivo di Bellingham e forse di Mbappe viene oggi reso possibile dalla tenuta dei conti nell’ultimo triennio in cui il differenziale fra entrate ed uscite segna un risultato positivo di 163,35 milioni di euro, in virtù delle cessioni dei titolarissimi Varane e Casemiro, oltreché di Hakimi, Odegaard, Reguilon e Oscar Rodriguez. La morale della favola è chiara: sia oggi, sia in futuro, le cessioni saranno importanti per tutti. Programmarle, senza subirle, sarà il punto fondamentale dei prossimi anni".
Detto questo, non è mica finita qui. Il Milan di oggi, 1' luglio 2023, è una squadra unica nel suo genere in Italia. Mentre tutti gli altri devono fare mercato a zero, finanziandolo con le cessioni, in questo momento il Milan ha tre diversi bacini da cui attingere per fare mercato, avendo lavorato duro sul bilancio negli anni e avendo il bilancio a posto: le risorse Champions, il piccolo ma significativo attivo di bilancio, il ricavato dalla cessione di Sandro. Il Milan può permettersi, rinnovato Leao, triplo tuffo carpiato in avvitamento, di chiudere a meno 120 azzardo. Questo significa un mercato totalmente diverso dagli ultimi che sono stati un consolidamento dell'esistente e un tentativo graduale di migliorarsi di sessione in sessione. No, questo è un mercato che dovrà ambire, e il Milan consapevole del clima esterno ma assolutamente compatto all'interno lo sa perfettamente, a ridisegnare e migliorare la squadra. Sulle radici solide che abbiamo. Insomma un pò come il mercato dell'estate 2019, quando non arrivarono dei nomi (Theo, Rafa, Isma, Rade...) ma che nomi lo sono diventati poi. Sul campo, con la nostra maglia. Un grande obiettivo, una grande responsabilità. Forza!
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