Strasser racconta Allegri: "Lui sa come si vince. Ma il Milan non venda i campioni"

Il Milan riparte da Max Allegri: è lui la pietra miliare dalla quale i rossoneri stanno ripartendo ed al quale affidare la rosa che Igli Tare sta ricostruendo. L'ex centrocampista rossonero, Rodney Strasser, è intervenuto a TuttoMercatoWeb.com per parlarci di lui.
Che ricordi ti legano al Milan?
"Tanti bei ricordi, cose che non dimenticherò mai e per le quali ringrazio Dio e la società. Era una squadra piena di campioni, non c'era un solo giocatore che potesse dire di no a quel Milan ed io ne ho fatto parte".
Oggi è ancora così?
"Le cose sono cambiate dalla partenza di Berlusconi, oltre che di Galliani. Ma c'è un processo da rispettare nel calcio quando ci sono cambiamenti. Non è semplice, lo vediamo anche con altre società come il Chelsea. Sono troppi anni che il Milan è al di sotto dell'Inter, però spero che con Allegri le cose possano cambiare".
Su Allegri: cosa lo rendeva speciale, quando c'eri tu?
"Al primo anno che è arrivato ha vinto il campionato con il Milan. E' arrivato direttamente dal Cagliari ed al primo anno in un club così ha centrato l'obiettivo. Poi alla Juventus ha raggiunto due finali di Champions oltre che a vincere tanto. Lui fa questo: vince, il curriculum parla per lui".
E' vero che la sua forza è quella di saper gestire il gruppo come pochi?
"Sì, è davvero fortissimo da quel punto di vista. Quella era una rosa non solo piena di campioni, che lui era il migliore a gestire, ma anche larga, di 28-29 giocatori. Eppure non c'era mai un problema, sapeva sempre come farci stare bene".
Faresti di tutto per confermare Maignan, Theo e Leao?
"Certo, con tutto il rispetto questo non è il Milan di prima. Ora ci sono 3-4 campioni. Se si comincia vendendo questi... già vedo che Reijnders sta andando al Manchester City. E' vero comunque che il Milan incasserà qualcosa, l'importante è che ora con Allegri si formi una bella squadra e soprattutto un bel gruppo, come sa fare lui".
Il più forte con il quale hai giocato?
"Ronaldinho, tecnicamente era troppo forte. Non potete capire".
E Cassano?
"Cassano era simpaticissimo, una bella persona, uno che scherzava di continuo, ma soprattutto era fortissimo anche lui".
Ti è dispiaciuto per la finale persa dell'Inter?
"Mi è dispiaciuto per l'Italia, per una sorta di fair play, sono legato al vostro Paese. Poi è normale che, come sapete, sono milanista (ride, n.d.r.). E quindi...".
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