Pistocchi: "Da Berlusconi mai pressioni in tv. Ecco qualche aneddoto..."

Pistocchi: "Da Berlusconi mai pressioni in tv. Ecco qualche aneddoto..."MilanNews.it
mercoledì 14 giugno 2023, 19:20News
di Antonello Gioia

Aneddoti, episodi curiosi e aspetti che fanno capire le capacità profonde di un presidente e un imprenditore di successo. Maurizio Pistocchi ha lavorato a lungo a Mediaset e può tratteggiare un bel ricordo di Silvio Berlusconi. "Premesso che si interfacciava soprattutto con i direttori - dice a Tuttomercatoweb.com - è giusto sottolineare che non ho mai avuto né direttamente né attraverso altri, delle pressioni per dare vantaggi alla sua squadra. Avevo ruolo delicato, come opinionista e moviolista. L'unico rapporto molto da vicino con lui, ma indiretto, l'ho avuto a maggio 1988: il direttore sport di Mediaset dell'epoca Bruno Bogarelli mi affidò ad una settimana dall'uscita lo speciale sul Milan campione d'Italia. Stiamo parlando del primo scudetto dell'era Berlusconi, un evento straordinario visto che il Milan non vinceva da una vita. Lavorai con un mio collega, Marco Baldini, che è stato produttore dello sport per tanti anni. Quando arrivò la sera della messa in onda, eravamo contenti ma c'era al tempo stesso apprensione. Eravamo in redazione e assistevamo al programma. Bogarelli era in collegamento telefonico diretto con Berlusconi che controllava tutto dalla A alla Z. Alla sigla finale Bogarelli si gira verso di noi e dice: "I complimenti del dottor Berlusconi, ottimo lavoro". Per uno che era arrivato da pochissimo e si era trovato coinvolto nella realizzazione di questo speciale fu una grande soddisfazione".

E' stato il miglior presidente degli ultimi 35 anni?
"Arrivai alla Fininvest nel settembre '86 e a Natale c'era la classica festa come da tradizione; all'epoca il tecnico del Milan era Liedholm e durante serata fu chiesto a Berlusconi chi vedeva bene come tecnico dei rossoneri del futuro. Il presidente disse: "L'allenatore del Milan di Berlusconi sarà un tecnico che proverà a vincere e convincere. Non mi accontento di vittorie striminzite ma desidero che la squadra sia riconosciuta nel mondo anche perchè spettacolare". Il manifesto programmatico è stato rispettato alla lettera grazie all'incontro che ha cambiato la vita del Milan e il destino imprenditoriale di Berlusconi. Mi riferisco all'incontro con Sacchi. Ero presente e ho vissuto quei momenti: Sacchi ha fatto l'allenatore anche perchè aveva conosciuto a Milano Marittima il Conte Alberto Rognoni, figura importantissima per il calcio, aveva scritto le carte federali, era stato editore del Guerin Sportivo all'epoca di Gianni Brera, fu uno dei fondatori del Cesena. Era molto ascoltato e frequentandolo Sacchi aveva conosciuto il figlio Ettore che nel febbraio '87 era direttore dello sport di Mediaset. Succede che Ettore, che è un mio buon amico ricevette una telefonata di Sacchi che gli annunciava la firma imminente con la Fiorentina dei Pontello. "Venerdì vado e firmo con la Fiorentina", gli dice. In quella stagione il Milan aveva affrontato due volte il Parma di Sacchi e i rossoneri erano stati messi in gran difficoltà e avevano perso in entrambe le circostanze. Rognoni mette giù il telefono e mi dice che deve fare una telefonata. Esco e la chiamata era diretta a Galliani. Gli ricorda di Sacchi. "Sì, certo - disse - è piaciuto anche a Berlusconi". "Firma con la Fiorentina", gli spiegò Rognoni. "No, aspetti - riprese Galliani - mi faccia parlare con Berlusconi". In poche decine di minuti, grazie a Rognoni fu organizzato con Sacchi un incontro ad Arcore per il giorno dopo. Berlusconi era in vacanza a St Moritz e prese un elicottero. Sacchi e il presidente si piacquero durante quella serata a cui parteciparono anche Confalieri, Galliani, il cugino di Berlusconi Foscale e Dell'Utri. L'accordo però non si chiuse quella sera. Sacchi disse che non se la sentiva di aspettare e di dire no alla Fiorentina. Nel giro di pochissmo termpo allora fu organizzato un altro incontro per il giovedì sera e fu firmato da Sacchi il contratto in bianco. Ero presente e la storia la conosco: ha cambiato le sorti del Milan e anche di Berlusconi come imprenditore. E' stato il treno che poi ha portato lo stesso Berlusconi fin dove è arrivato. Da parte sua, è stato un presidente molto capace, attento anche ai particolari, deciso nelle scelte. Durante la prima stagione il Milan fu eliminato dall'Espanyol perdendo in casa a Lecce e tutti volevano l'esonero dell'allenatore ma Berlusconi disse allo spogliatoio: "Questo è il tecnico del Milan, l'ho scelto io e resterà. Rimarrà qui chi vorrà seguirlo". Tre giorni dopo il Milan vince contro il il Verona una gara decisiva, 1-0 gol di Virdis. Da lì i rossoneri non si sarebbero più fermati".