Ibra, Leao e gli equivoci dell’attacco rossonero

È una settimana di bilanci in casa Milan. Dopo l’imprevista mezza battuta d’arresto arrivata per colpa del solito fatal Verona, ancor più grave perchè un successo avrebbe consentito ai rossoneri di risalire a -5 dalla zona Champions (dopo essere stati fino a qualche settimana fa a -14), ci si interroga sulle possibili cause dello stop e le eventuali contromisure da adottare. Secondo la gran parte dell’opinione pubblica a mancare al Milan di oggi è un vice Ibrahimovic, considerato che è bastato un suo raffreddore (peraltro condito da un lieve affaticamento muscolare al polpaccio) per inceppare la quasi perfetta macchina da gol di mister Pioli. E quando proprio al tecnico milanista è stato chiesto il perchè della mancata sostituzione sul mercato di Kris Piatek la risposta è stata lapidaria: «Al posto del polacco è arrivato Ibrahimovic».
Grave, gravissimo errore. Quello che la dirigenza rossonera avrebbe dovuto mettere in conto - e chissà che non l’abbia fatto ma non abbia potuto agire di conseguenza - è che Zlatan doveva essere un valore “AGGIUNTO", non prendere il posto del Pistolero e diventare l’unico risorsa offensiva per Pioli. Ibra avrebbe dovuto rappresentare quel quid in più per una squadra in evidente deficit di personalità, carisma, esperienza e attitudine alla vittoria. Ed infatti il suo arrivo a Milanello ha prodotto subito evidenti benefici per tutti: maggiore convinzione nei propri mezzi, aumento della concentrazione e della qualità negli allenamenti e, naturale conseguenza, tre vittorie consecutive in campionato inframezzate da due turni superati in Coppa Italia.
Peccato però che poi Maldini e Boban abbiano provveduto a smembrare la squadra cedendo Piatek, Suso, Rodriguez, Borini, aggiungendo solo l’acerbo e ancora insipido Saelemaekers (oltre al cavallo di ritorno Laxalt), di fatto privando mister Pioli di tutte quelle possibili alternative che nel corso di un lungo campionato possono risultare indispensabili.
Così Ibrahimovic, che avrebbe dovuto rappresentare quel famoso valore “AGGIUNTO" al Milan e - non dimentichiamolo - viaggia verso i 39 anni, è rimasto l’unico attaccante di ruolo in rosa. Condizione che lo costringerà agli straordinari nelle prossime settimane in cui i rossoneri saranno chiamati al doppio appuntamento settimanale (campionato e Coppa Italia), ma che soprattutto fotografa un Milan piccolo piccolo in assenza dello svedese. Per conferma andate a riguardare la prestazione offensiva di Leao e compagni contro il Verona.
E a proposito del giovanissimo portoghese, sarà il caso di chiarire una volte per tutte l’equivoco che lo accompagna: Rafa sarà anche un giocatore ricco di talento, peraltro ancora tutto da dimostrare, ma di sicuro non è un attaccante centrale, o almeno non è il bomber di cui avrebbe bisogno il Milan. Paradigmatica l’azione nei minuti di recupero del match tra Milan e Verona. I rossoneri sono alla disperata ricerca del successo in superiorità numerica, Castillejo colpisce il palo e il pallone rimbalza docile tra i piedi di Leao a due metri dalla porta in posizione centrale. L’ex Lille, anzichè scagliare di prima la sfera verso la porta avversaria, travolgendo tutto e tutti, tenta un improbabile e anche inutile stop, con il risultato di dare il tempo ai difensori avversari di accorrere e rimpallare la conclusione. Risultato, pareggio contro i gialloblu e clamorosa occasione persa.
La sensazione è che per far esplodere definitivamente il classe ’99 sarà necessario un tecnico illuminato che ne colga le reali potenzialità e lo spinga a giocare in un ruolo diverso da quello dell’attaccante. Magari esterno di centrocampo, trequartista, o chissà cos'altro, di certo lì in mezzo ai difensori centrali avversari Leao sembra spaesato, abulico, un pesce fuor d’acqua. Oltre al fatto che vede raramente la porta, pregiudiziale rilevante considerato che stiamo parlando di un attaccante.
È evidente, per concludere, che in fase di mercato non siano state compiute in via Aldo Rossi le scelte più opportune. Vendere Piatek a 27 milioni può rappresentare una boccata d’ossigeno per il bilancio adesso, ma quanto sarà costretto a spendere a giugno il Milan quando dovrà inevitabilmente tornare sul mercato per acquistare un centravanti di spessore internazionale? Intanto si corre il rischio di aver sprecato l'ennesima stagione (anche se i margini per un recupero ci sarebbero stati). Per la prossima, non ci resta che attendere.

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