A Praga discesa senza freni, ma l’Europa League inizia adesso. L'inchiesta è un bluff: difendersi è un diritto, bisogna contare di più

A Praga discesa senza freni, ma l’Europa League inizia adesso. L'inchiesta è un bluff: difendersi è un diritto, bisogna contare di più MilanNews.it
venerdì 15 marzo 2024, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Inizia male il ritorno a Praga: subito duri colpi a Maignan e Calabria, il portiere lascia il campo per Sportiello, viene espulso invece il capitano ceko Holes dopo 20’ per il fallo sul capitano rossonero. Era solo da giallo, ma l’arbitro (lì a un metro) non lo dà e il VAR lo richiama. Due grandi occasioni per Pulisic e Leao, poi l’americano porta in vantaggio il Milan e i subito dopo una splendida azione porta al raddoppio di Loftus imbeccato da Hernandez. Ovviamente sul parziale di 2-6 sommando l’andata, diventa una gestione in discesa senza freni. La chiude Leao nel recupero del 1. tempo con uno splendido gol da fuori area, arcobaleno all’incrocio.

Ripresa in totale controllo, con la sfida ormai ridotta a un allenamento. Accompagnato, purtroppo, da un continuo lancio di oggetti in campo e proteste reiterate del pubblico. Nel finale gol di Jurasek, 1-3 finale. 

Prima della gara, Giorgio Furlani ha detto in tv della serenità societaria: “Milan è di RedBird, collaboriamo con gli inquirenti”. Ci sono aspetti dell'indagine a carico del Milan che non si possono sottovalutare. Il primo sono le modalità e la tempistica rispetto alle labili motivazioni: non sono argomenti che metto in discussione io, lo stanno facendo avvocati e specializzati in economia e diritto (civile e penale). Il clima è pesante intorno a una proprietà che ha deciso di emigrare da San Siro e che suscita l'interesse arabo, mentre è da scampagnata nei confronti di società che - a causa dei loro bilanci - non potrebbero iscriversi ad alcuna competizione (non lo dico io, ma altri presidenti di serie A) e dovrebbero essere dichiarate fallite dai tribunali. Questo è lo scenario. 

C'è però un'altra faccia della medaglia di cui voglio parlare: per scelta, il club non è impegnato politicamente, sia in ambito statale che sportivo. E' un appunto che faccio con grande sincerità e trasparenza: con le istituzioni siamo deboli. Siamo poco presenti ai tavoli, nelle sedi, sui media, persino nei ristoranti... Non sto parlando delle proteste per gli arbitraggi, quello non è un modo che mi appartiene e non appartiene di norma neanche al Milan. Farsi valere, pesare, ottenere rispetto è anche la conseguenza dell'intervenire attivamente nel sistema, sia a livello italiano che europeo. Non sono io che devo consigliare alla dirigenza un modus operandi: è l'apparato che lo richiede. Non solo e non tanto per evitare tonnellate di fango che vengono rovesciate quotidianamente con sfaccettature, dettagli e precisione chirurgica, ma anche per tenere la melma all'altezza del collo e poter respirare. Difendersi è un diritto che la società deve esercitare. 

Mi ha scritto un signore che il Milan dovrebbe chiedere i danni, se l'inchiesta in corso si dovesse rivelare una bolla di sapone (cosa di cui sono convinto): è una provocazione estrema, la prendo come tale, perché penso invece che bisognerebbe agire preventivamente nelle sedi opportune. Con energia.