Champions e Coppa Italia: il problema non sono le finali... Le lacrime di Conceiçao

È davvero uno strano finale di stagione per Inter e Milan. I nerazzurri hanno visto sfumare la Coppa Italia e allontanarsi lo scudetto, ma raggiungono la seconda finale di Champions negli ultimi 3 anni. I rossoneri sono alle prese con uno dei momenti più tormentati della storia recente, ma hanno già vinto la Supercoppa e sono in finale di Coppa Italia. È chiaro che le tifoserie stiano a pesare i diversi traguardi come dal salumiere, è chiaro che la bilancia pende dall'altra parte almeno fino a risultati acquisiti, ma il problema non è davvero questo. Come possono esserlo 2 finali per le squadre della stessa città?
Certo, c'è quell'odioso precedente dello striscione messo tra le mani di un Ambrosini un po' alterato dalla birra, il giorno dei festeggiamenti per la Champions rossonera del 2007 (anno in cui l'Inter aveva vinto il campionato): "Lo scudetto mettilo nel culo". Massimo ha chiesto scusa più volte: peraltro in seguito, soprattutto di recente, lo scherno reciproco dopo le varie vittorie ha superato spesso il limite dell'educazione, da una parte e dall'altra.
Il punto è proprio questo: Milano a pallone vince, in Italia e in Europa, compete ad altissimi livelli con 2 squadre come nessun'altra città al mondo. La rivalità conta (e rinfaccia) scudetti, coppe, supercoppe, Intercontinentali... Non la supremazia in classifica come a Genova e Roma, visto che a Torino non esiste nemmeno quella tanto è il divario decennale.
Se vince il Milan e l'Inter no, sono contento, ma non perdo il sonno se vince anche l'Inter. Non peso le finali e poi le coppe, non è questo a disturbare. Anzi. Il problema è giugno. Sì, giugno, perché è da quel mese che ricomincerà il vero peso di questa sfida cittadina: debiti o non debiti, la struttura nerazzurra proseguirà nel lavoro di questi anni tra opportunità, parametri zero, organizzazione. Su questa sponda invece bisognerà capire ancora una volta chi prenderà le decisioni, quale sarà il budget, chi saranno i nuovi acquisti, chi avrà il contratto rinnovato e chi no. Se ci sarà un direttore sportivo, e chi, e un nuovo allenatore.
Vincere la Champions per l'Inter sarebbe quasi il naturale ultimo step di un percorso coerente, vincere la Coppa Italia per il Milan - dopo la Supercoppa - sarebbe un miracolo in bilocazione e i miracoli per definizione sono estemporanei. Ci sarà tempo per pensarci e parlarne: non è il presente che deve disturbare i milanisti, anzi godetevi, godiamoci l'attimo perché la vita è breve. Come la felicità. Pesare le finali, pesare le coppe, non ha senso. Ha più senso pesare il futuro.
Da oggi sarà disponibile sulle piattaforme social del Milan e su MilanTv una bellissima intervista che l'amico Pasquale Campopiano ha realizzato con Sergio Conceiçao, prendendo spunto dalla festa della mamma. Il racconto della sua infanzia, funestata dalla perdita di un fratello e in pochi anni dei genitori, commuove l'allenatore del Milan facendolo piangere in diretta. Un risvolto profondo e umano che personalmente mitiga il mio giudizio sulla sua irruenza iniziale (per la verità più sfumata nelle ultime settimane), mi offre una visione e una versione dell'uomo più ampia. Il suo futuro è nelle mani che solleveranno o no quella coppa, nel primo caso probabilmente deciderà lui, nel secondo la società. A prescindere dall'intervista di cui ho parlato, forse - prima di fare un altro salto nel buio - varrebbe la pena pensare a fondo se la squadra sia con lui e se gradirebbe la sua conferma. Mi sembra la condizione essenziale verso una prima, importante schiarita rispetto al futuro. Il futuro, appunto.

Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2025 milannews.it - Tutti i diritti riservati