Inchiesta su Theo: la procura federale pensi alle cose serie

Inchiesta su Theo: la procura federale pensi alle cose serieMilanNews.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
mercoledì 17 marzo 2021, 15:22News
di Pietro Mazzara

La notizia odierna dell’apertura di un fascicolo d’inchiesta da parte della procura della Figc sulla storia Instagram, rimossa, di Theo Hernandez in merito all’operato dell’arbitro Pasqua nel corso di Milan-Napoli è un atto importante da parte del suddetto organo, ma ci si augura che possa essere solamente il classico “atto dovuto”. Già, perché la protesta social del terzino francese del Milan, che aveva posto delle emoji del vomito sopra la foto dell’arbitro della sezione di Tivoli, è un’espressione del dissenso che è avvenuta al di fuori del recinto di gioco e che rientra nella libertà personale delle persone, seppur tesserate, di esprimere un proprio pensiero. Rebic lo ha fatto in campo ed è stato espulso (Milan sta attendendo gli atti ufficiali per capire se ci saranno i margini per fare ricorso e vedere se Pasqua ha calcato la mano), Theo si è lasciato andare su Instagram per pochi minuti, salvo poi rimuovere il contenuto dal suo profilo.

Ma la casistica presenta esempi di calciatori non sanzionati pur avendo avuto lo stesso atteggiamento di Theo. Si tratta del laziale Luis Alberto, che dopo un Napoli-Lazio di Coppa Italia del 21 gennaio 2020 postò la foto di un contatto sospetto con la didascalia: “Habia que compensar” riferito all’arbitro Massa.

Ad oggi la squalifica per proteste sui social non è contemplata e sarebbe bizzarro se Theo venisse punito con qualcosa che vada oltre la multa. Inoltre, come dimenticare il video di Paratici e Nedved al San Paolo, ripresi dagli inservienti, mentre urlavano e protestavano contro l’arbitro della partita? E come mai gli ispettori a bordocampo non hanno segnalato nulla delle parole del team manager del Napoli verso Donnarumma e hanno annotato solo il comportamento del capitano rossonero?

Non crediamo e non abbiamo mai creduto ai complotti, ma siamo sempre convinti che la procura federale si debba attivare per qualcosa di serio, altrimenti anche i procedimenti di giustizia sportiva rischiano di diventare emuli di quelli della giustizia ordinaria.