La Serie A verso un nuovo cambiamento: è scontro tra le big e le medio-piccole squadre

La Serie A verso un nuovo cambiamento: è scontro tra le big e le medio-piccole squadreMilanNews.it
martedì 13 febbraio 2024, 14:30News
di Niccolò Crespi

 Il calcio italiano è in continua evoluzione, tra idee, vedute differenti di progetti e riforme e dichiarazioni, come quelle dell'attuale presidente del Milan, Paolo Scaroni: "Vogliamo evitare le troppe partite. Giochiamo troppo, è un tema anche per la salvaguardia dei nostri giocatori, che sono il nostro patrimonio. Non credo che un disallineamento condizioni l’altro, sono due tematiche diverse. La Lega deve contare di più all’interno della Figc".

Per le big, l'obiettivo è quindi quello di avere nuovamente la Serie A a 18 squadre per la prima volta dopo 20 anni e le quattro big faranno così di tutto per arrivarci, come riportato anche dal sito Calcio e Finanza. Questo però, non dipenderà solo da loro, considerando la minoranza schiacciante vista oggi in Lega e uguale allo stesso modo anche in Consiglio Federale. In questa ottica rientrano quindi i colloqui intrapresi con la FIGC, dopo l’incontro dei giorni scorsi tra il presidente Gabriele Gravina con i massimi dirigenti di Inter, Milan e Juve: l’obiettivo resta quello di un miglioramento del calcio italiano, in particolare quello professionistico.

La nuova Serie A a 18 squadre: le idee delle big, il diritto di veto e la posizione delle medio-piccole squadre

Tutto così ruota intorno al cosiddetto diritto di veto, o meglio come definito nelle norme federali come “intesa”. All’articolo 27 comma d delle NOIF infatti si legge come il Consiglio FIGC "Coordina l’attività agonistica demandata alle Leghe e delibera d’intesa con le Leghe interessate, sentite le componenti tecniche, con la maggioranza di tre quarti dei componenti aventi diritto di voto, sull’ordinamento dei campionati e sui loro collegamenti, con particolare riferimento ai meccanismi di promozione e retrocessione". L’obiettivo di togliere il diritto di veto è stato indicato nei mesi scorsi dallo stesso presidente della FIGC Gravina come strada principale per superare lo stallo sulle riforme. Non sarà una strada facile, intanto perché servirà la maggioranza dei delegati presenti alla prossima assemblea generale prevista per l’11 marzo.

Delegati e i pesi in assemblea: sono complessivamente 516, così suddivisi:

Serie A: 20 delegati con un peso ciascuno di 3,09 e una somma complessiva pari al 12%

Serie Be: 22 delegati con un peso ciascuno di 1,17 e una somma complessiva pari al 5%;

Lega Pro: 60 delegati con un peso ciascuno di 1,46 e una somma complessiva pari al 17%;

Dilettanti: 90 delegati con un peso ciascuno di 1,95 e una somma complessiva pari al 34%;

Calciatori: 52 delegati con un peso ciascuno di 1,98 e una somma complessiva pari al 20%;

Allenatori: 26 delegati con un peso ciascuno di 1,98 e una somma complessiva pari al 10%;

Arbitri: 9 delegati con un peso ciascuno di 1,15 e una somma complessiva pari al 2%.

Anche lo stop al diritto d’intesa passasse con la maggioranza dei delegati presenti, poi, si dovrebbe passare dal Consiglio Federale per la modifica del format dei singoli tornei. Ha parlato così, Adriano Galliani all’ingresso dell’assemblea di ieri: "È gravissimo chiedere che la Lega non abbia più il diritto d’intesa, è una cosa che non esiste in nessun Paese d’Europa. Non si capisce come si possa chiedere che venga tolto. La Serie A a 18 o 20 è una delle tante cose, quando non hai più il diritto d’intesa puoi giocare a 18, a 20 o a 32… Si può dire che possono giocare i biondi invece dei neri, i belli invece dei brutti… Non decidi tu".

L’appoggio delle big a Gravina, quindi, andrebbe verso la direzione intanto di confermare l’assemblea dell’11 marzo e poi trovare maggiore appoggio per cercare di far passare la riforma: ma dall’altra parte le medio-piccole sono già sul piede di guerra, pronte a minacciare la FIGC anche da un punto di vista legale .