Cardinale su San Siro: "Anche lo Yankee Stadium era un'icona. Senza lo stadio, la strada per competere è in salita"

Cardinale su San Siro: "Anche lo Yankee Stadium era un'icona. Senza lo stadio, la strada per competere è in salita"MilanNews.it
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sabato 30 marzo 2024, 17:55Primo Piano
di Francesco Finulli

Il tema dello stadio è uno dei punti fissi dell'esperienza di Gerry Cardinale al Milan. Il manager americano in capo a RedBird ha da sempre dichiarato di voler puntare su il nuovo impianto per il club rossonero per aumentare le possibilità di competitività a livello internazionale con i grandi club europei. Il sito web Fortune.com ha pubblicato quest'oggi un articolo dal titolo "Il Tycoon dello sport americano che vuole costruire lo Yankee Stadium a Milano potrebbe aver trovato la sua nemesi: la burocrazia italiana". Nel pezzo vengono riportate anche alcune dichiarazioni del numero uno rossonero in merito alla sua idea di gestione delle risorse in un club ma anche sull'idea del nuovo stadio.

Sulla visione dello sport: “Lo sport oggi non è più un hobby per ricchi. Lo sport è un business multimiliardario per l'intrattenimento di eventi dal vivo, e per riuscire a fare queste cose bisogna avere relazioni e competenze multidisciplinari in tutta una serie di attività. Una grande macro cosa nello sport, in generale, è che c'è stata questa massiccia escalation di valutazioni nello sport e nessuna delle persone e delle infrastrutture ha tenuto il passo. Voglio dire, ora sono tutte mini Disney, società di intrattenimento per eventi dal vivo”.

Sul nuovo stadio del Milan: “È tempo per l'Italia e per Milano di fare quello che hanno fatto gli Yankees nel 2008 (nuovo stadio, abbattendo quello vecchio storico, ndr). Il vecchio Yankee Stadium esisteva da sempre. C'era Babe Ruth, Joe DiMaggio, Mickey Mantle e Roger Maris. Era un'icona. Ma si sono resi conto che è arrivato il momento di una nuova versione. Ho sentito dalle esperienze passate di altri che è molto difficile. Tuttavia mi piacciono le nostre possibilità".

Sul terreno comprato a San Donato: "Volevo essere sicuro di avere un'opzione praticabile e circoscrivibile per lo stadio. Se non venisse costruito il Milan avrebbe la strada in salita per competere in Europa. Ma sarò impegnato con il Milan in ogni caso. Se lo stadio non si farà, resteremo a San Siro".

Su come spendere le risorse, in generale: "Non si tratta di superare la spesa dell'altro. Si tratta di spendere un dollaro incrementale di capitale meglio di chiunque altro. PSG e City? Non riuscirai mai a superare quella spesa…".

Sulla questione dei prezzi degli eventi live: "Un tempo bastava organizzare una festa e la gente si presentava. Oggi c'è un'enorme concorrenza per il tempo discrezionale di un individuo. Quindi, se si vuole applicare un prezzo elevato a un evento dal vivo, bisogna offrire una proposta di valore al cliente, in questo caso il fan".

Sul campionato italiano: "Questi concetti sono più familiari agli investitori americani e credo che sia questo che li ha attratti dalla Serie A. Si sono resi conto dell'eredità e della storia di alcuni di questi marchi poco gestiti. Si sono resi conto del potenziale di avere tra le mani un grande investimento, semplicemente professionalizzando la proprietà".

Sui colleghi che vogliono costruire stadi in Italia: "Spero che Dan Friedkin riesca a realizzare uno stadio. Sicuramente farò tutto il possibile per sostenerlo, perché l'Italia ha bisogno di più infrastrutture per lo spettacolo dal vivo. Se potessi scegliere, aiuterei tutti gli altri proprietari della Serie A a costruire uno stadio, perché è un bene per l'ecosistema"