La notte di Roma ha giocato d'anticipo sul destino di Conceiçao: il portoghese è al capolinea

L'eventuale vittoria in Coppa Italia avrebbe alzato prepotentemente le quotazioni di Sergio Conceiçao per la panchina del Milan della prossima stagione. Come congedare, del resto, un allenatore capace di vincere due trofei in cinque mesi? Difficile, anche imbarazzante e forse solo il portoghese avrebbe potuto togliere tutti dagli imbarazzi andando via per una sua scelta, facendolo da vincitore. E il tarlo del dubbio ce l'abbiamo, perché già in più di un'occasione Conceiçao ha detto che avrebbe parlato alla fine della stagione. Con l'impressione che abbia dei sassolini da togliersi. La dolorosa sconfitta di Roma toglie ogni dubbio, l'ad Giorgio Furlani ha parlato di stagione fallimentare poi si è chiuso sullo 0-0 sulle altre domande, comprese quelle sulla guida tecnica.
Sergio Conceiçao è così arrivato al capolinea della sua avventura: Roma e Monza per chiudere in modo dignitoso, poi ognuno per la sua strada. Se la matematica per assurdo ci consente ancora di sperare alla Champions, dopo una sconfitta come quella in finale di Coppa Italia ci sembra impossibile anche solo immaginare una reazione decisa in campo. Tante, troppe volte ci siamo illusi dopo un paio di vittorie consecutive che fosse arrivata la svolta. E puntualmente, la doccia fredda: Zagabria dopo la Supercoppa con in mezzo lo sconcertante pari interno contro il Cagliari; il Feyenoord dopo le vittoria contro Roma ed Empoli. E questo doloroso ko dopo una serie di 4 vittorie consecutive, fra cui il derby.
Ci siamo illusi, col suo arrivo, che le cose potessero cambiare. Il Milan aveva ingaggiato finalmente un allenatore dal grande curriculum, il più vincente della storia del Porto. Ha avuto moltissime attenuanti, il raccogliere una squadra allo sbando, con giocatori poco affini alla sua filosofia di calcio. E con una rosa stravolta durante la finestra di mercato invernale. Con un calendario fittissimo fino a marzo. Si è adattato al 3-4-3 pur non essendo in linea con i suoi principi di gioco in nome dell'equilibrio. Alla fine la squadra è caduta sul più bello. “Ho il mio carattere, la mia personalità, ho cambiato certe cose… Ma al Milan non c’è tempo, bisogna vincere oggi" ha dichiarato venerdì scorso. E oggi il Milan, se va bene, andrà in Conference League. Troppo poco.
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