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Baiocchini: "Rangnick-Milan in ribasso. Maldini e Ibra restano solo con un ruolo di primo piano"

ESCLUSIVA MN - Baiocchini: "Rangnick-Milan in ribasso. Maldini e Ibra restano solo con un ruolo di primo piano"MilanNews.it
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giovedì 2 aprile 2020, 14:01ESCLUSIVE MN
di Salvatore Trovato

La redazione di MilanNews.it ha intervistato il giornalista Manuele Baiocchini (@manubaio su instagram). Con il collega di Sky abbiamo parlato del momento del calcio italiano e, ovviamente, del futuro del Milan, dalla posizione di Maldini al possibile addio di Ibrahimovic.

La Serie A pensa alla ripresa del campionato. Quali sono le sensazioni?

"Vedo i presidenti abbastanza volenterosi nel voler ripartire. C’è la voglia di finire il campionato, perché si creerebbe un buco economico enorme e nessuno vuole andarci incontro per tutte le difficoltà che comporterebbe. La volontà credo sia quella di ripartire".

Cellino, però, non sembra così convinto. In un’intervista ha dichiarato di essere pronto a ritirare la squadra.

"È chiaro che non potrà essere una decisione unanime. L’intervista risalta il punto di vista di uno di quelli che non vogliono assolutamente ripartire, ma ci sono altri, come Lotito e la Lazio, che invece vogliono tornare a giocare. A prescindere dalla volontà individuale dei club, credo ci sia bisogno di una decisione collettiva, il mondo del calcio deve dare un segnale di compattezza. O comunque un segnale di democrazia: vince la maggioranza e quello che si decide deve essere attuato".

Da appassionato e addetto ai lavori, è giusto ripartire vista la grave situazione creatasi in Italia?

"Il calcio manca a tutti. Auspico che si possa tornare in campo a brevissimo, per le persone che seguono questo sport e per noi che ci lavoriamo. Ma bisogna farlo in condizioni di estrema sicurezza per tutti, per gli atleti, gli staff e gli addetti ai lavori. Nel caso in cui non si possa garantire la sicurezza dei tifosi sarebbe giusto giocare a porte chiuse. Credo che la salute sia alla base di tutto e credo che, se ci saranno le condizioni necessarie, bisogna ripartire".

Parliamo di Milan. Si parla di un ulteriore "svecchiamento" della rosa. Vedremo una squadra ancora più giovane?

"Togliendo determinati giocatori (come Ibra, Biglia e Bonaventura) chiaramente l’età media si abbassa. Ma io ricordo un’intervista di Boban a inizio stagione in cui diceva che i giovani vanno bene, ma che bisogna affiancare loro alcuni calciatori esperti che rendono la squadra più matura. Anche per superare i momenti di difficoltà. Giusto andare avanti con la linea verde - i giovani arrivati l’anno scorso avranno un anno di esperienza in più - ma continuando a puntare su giocatori di 20 o 21 anni il processo di risalita diventa complicato. Per tornare in Champions serve anche qualche profilo di grande livello".

Questo è il pensiero di Boban, ma anche di Maldini: come andrà a finire con l’attuale direttore tecnico?

"Credo che Maldini sia un dirigente talmente preparato e orgoglioso che non resterebbe al Milan se non avesse una gestione dell’area sportiva e potere sulle scelte. Non immagino Maldini come dirigente di rappresentanza. Credo che Paolo rimarrà nel Milan solo se gli verrà garantito un ruolo di primo piano come l’ha avuto nell’ultima stagione".

Se arrivasse Rangnick, difficilmente Maldini resterebbe in rossonero. Giusto?

"Difficilmente resterebbe se dovesse arrivare, ma c’è quel "se" davanti che cambia tutto. Da quello che risulta le quotazioni di Rangnick sono in ribasso, ma lo sono per tutto quello che è successo. Tutta la situazione che ha sconvolto il mondo nell’ultimo periodo porterà le dirigenze dei club a rivedere un po’ le scelte. E il Milan non fa eccezione".

Ibra ha dichiarato di non conoscere il suo futuro. Frasi di circostanza o davvero non sa ancora cosa fare?

"Credo che Ibrahimovic non abbia preso bene il licenziamento di Boban, la persona che lo aveva voluto fortemente e che lo aveva convinto a scegliere il Milan. Ibra sapeva che con Boban dirigente sarebbe stato ancora protagonista. Adesso non è più convinto di questo, perché non sa - così come non lo sappiamo noi - chi darà le linee guida nella prossima stagione. Credo che Zlatan resterebbe al Milan solo se dovesse sentirsi ancora al centro del progetto. Se, invece, dovesse essere considerato una sorta di campione a fine carriera, quindi non più un titolare inamovibile, potrebbe decidere di chiudere l’avventura con i rossoneri".

Se Ibrahimovic non dovesse restare, Milik potrebbe essere un buon sostituto?

"Penso che sia tutto un po’ troppo avanti. C’è prima il fatto che Ibra debba lasciare il club, poi il fatto che al Milan piaccia Milik e infine il fatto che il Napoli voglia cedere Milik. E De Laurentiis, che in questa stagione ha puntato molto su di lui, non mi sembra di questa opinione. È un attaccante molto forte e al Milan potrebbe anche fare bene, ma in questo momento non vedo questa prospettiva".

Chiudiamo con Donnarumma. Il clima di incertezza che regna sul calcio e sulla prossima sessione di mercato potrebbe cambiare le carte in tavola?

"Secondo me non cambia nulla. La situazione contrattuale mette il Milan in una posizione di difficoltà, perché Gigio va in scadenza nel 2021, quindi a febbraio del prossimo anno sarebbe libero di firmare per un’altra squadra. I rossoneri devono cercare di gestire questa situazione nel più breve tempo possibile, sia che si voglia rinnovare il contratto o che si voglia monetizzare dalla cessione del giocatore. Bisogna iniziare a muoversi adesso. Una squadra che decide di prendere un campione come Donnarumma dovrà intraprendere i contatti col Milan a breve e non oltre l’estate".