La lezione utile dal terremoto Inter. Allegri: più che il gioco, conterà il clima. Rifondare sì, ma accelerare negli arrivi

La lezione utile dal terremoto Inter. Allegri: più che il gioco, conterà il clima. Rifondare sì, ma accelerare negli arriviMilanNews.it
Oggi alle 00:00Editoriale
di Franco Ordine

È inevitabile partire da quel che è accaduto in casa Inter dopo l’eliminazione dal Mondiale per Club, complice l’impresa del Fluminense guidato da Thiago Silva che ha dedicato il successo ai tifosi del Milan e raccontato della telefonata con Allegri per avere dritte su come affrontare i neroazzurri. È inevitabile perché provengono da quell’esperienza lezioni di cui bisogna tener conto. La prima: dietro le quinte, e in particolare dietro il racconto da favola di media e social neroazzurri, covavano sentimenti diversi da quelli accreditati esplosi in occasione della striscia terrificante di sconfitte, tra campionato, Champions e mondiale americano. È una sequenza che lascerà delle tracce. Probabilmente a tenere il tappo sulle tensioni interne, c’era il rapporto tra squadra e Simone Inzaghi. Di qui il passaggio chiave al prossimo Milan. Ho l’impressione che questo debba diventare il primo obiettivo del tecnico livornese, al di là delle scelte di natura strategica. Deve, con il contributo di Tare e di qualche esponente datato ma dotato di carisma (Modric per intenderci) costruire un ambiente sano, uno spogliatoio virtuoso e un clima che porti a qualche risultato invece che a coltivare il proprio ego. Più che la bellezza del calcio esibito, conterà il clima interno. La gioventù del team può aiutare in questo senso. Nella storia recente del Milan, quello formato da Ancelotti aveva esattamente queste caratteristiche: sono questioni decisive per superare attriti che ci saranno, gelosie che interverranno, tormenti che verranno alla luce, difficoltà dinanzi a qualche rovescio imprevisto.

Sono anche curioso di capire, alla luce di quanto sopra, quali saranno gli indirizzi della nuova conduzione tecnica milanista. Per esempio la scelta del capitano. L’anno scorso ci sono stati troppi capitani per non una NON SQUADRA, c’è bisogno di un solo capitano per UNA SQUADRA che deve essere allestita in fretta perché la concorrenza non manca (Napoli in prima fila) e perché con solo campionato e coppa Italia disponibili non si possono “bucare” le prime tappe. Da come prosegue il mercato ho l’impressione che più che una rivoluzione sia in atto una sorta di rifondazione del Milan, negli uomini, nelle caratteristiche tecniche, nei ruoli e nei numeri. È vero: il ricambio è notevole, basti pensare al mercato di gennaio 2025 che fu salutato e premiato con bei voti in pagella. Cosa è rimasto? Per ora solo BondoGimenez. Gli altri, a cominciare da Walker passando poi per Joao Felix e Sottil, sono rientrati ai rispettivi domicili calcistici. Leggo con particolare piacere che la fase due dell’operazione Maignan è già cominciata e questo significa che non si è trattato di un semplice braccio di ferro con il Chelsea ma che dietro le parole e i giudizi di Tare e Allegri ci fosse l’intenzione dichiarata di recuperare il talento del portiere francese. Non dimentichiamolo: fu decisivo nella rincorsa allo scudetto 2022. 

Cambia la difesa (se arrivasse anche Leoni sarebbe un bel colpo), cambia il centrocampo, cambia il centravanti: non è una rivoluzione ma una rifondazione. Per questo non c’è tempo da perdere con gli arrivi dal mercato. A notte fonda è arrivato Ricci per sottoporsi alle visite mediche e presentarsi al raduno di lunedì 7 luglio. Sarà bene accelerare con le altre tessere del mosaico.