Bergamo riapre vecchie ferite. Dalla proprietà ai giocatori, sono tutti responsabili. Ibra balia? Che amarezza...
Punto e a capo. Di nuovo. Il Milan che perde a Bergamo contro l’Atalanta ha fatto sprofondare di nuovo l’ambiente in un clima di assolute negatività e in un vortice di polemiche interne al tifo che fa davvero paura. Nel mirino sono finiti, di nuovo, la proprietà, la dirigenza e l’allenatore. Ma anche i giocatori meritano di stare sul banco degli imputati. Insomma, le due vittorie contro Fiorentina e Frosinone sono state un brodino caldo che hanno messo il Milan al terzo posto, ma staccato da Inter e Juventus. Sono tutti responsabili, tutti, nessuno gode di immunità, ma è altrettanto vero che sostituire oggi Stefano Pioli è una scelta difficile da fare. Non perché l’allenatore rossonero sia sotto protezione, anzi, ma perché siamo sicuri che con una soluzione-ponte fino a giugno si possa arrivare con un clima più sereno? Cosa succederebbe se Furlani, Moncada e D’Ottavio dovessero esonerare Pioli per prendere un allenatore di fascia media e con questo la squadra dovesse andare peggio? Ve lo dico io: si alzerebbero ancora di più gli scudi dell’ala intransigente del tifo, andando a creare ancora più negatività. Sarebbe fare “il bene del Milan”? Non penso. Di sicuro la conferma incondizionata di Pioli a giugno – anche a fronte di un contratto in essere fino al 2025 – può essere elemento di riflessione da parte della dirigenza attuale, che probabilmente ha sperato in un’inversione di tendenza rispetto alla stagione 2022-23, ma il filo condotture di questa annata è rimasto sempre il medesimo.
È una situazione pesante, anche a fronte delle cose che emergono in campo, come la domanda di Loftus-Cheek al suo allenatore sul dove posizionarsi sul terreno di gioco. Un altro segnale di come ci sia anche della confusione nel leggere certe cose. Poi lo stesso Pioli non si aiuta e non aiuta l’ambiente con dichiarazioni retoriche che non hanno alcuna presa su una tifoseria incarognita come quella milanista. “Se fosse finita 2-2…” oppure “Se Calabria avesse fatto gol su sponda di Jovic…”. Senza scomodare una celebre intervista post partita di Gullit, è palese che certe cose non vadano dette, perché rimuginare su fasi teoriche non serve. E francamente non pensanvo che questa squadra avesse bisogno della balia.
Prima Ibrahimovic da giocatore unitamente a Maldini. Adesso lo Zlatan in versione consigliere speciale o con un ruolo ancora più operativo, sempre che arrivi l’ufficialità del suo ritorno. Pensavo davvero che dopo tutti questi anni, questa figura non servisse, eppure pare che serva. Perché altrimenti non è spiegabile la tremenda prova di sabato a Bergamo, dove l’Atalanta andava al triplo pur essendo incerottata se non peggio del Milan. Sia chiaro: il ritorno di Ibrahimovic deve essere un fattore d'aiuto e una risorsa da sfruttare, ma che amarezza nel pensarlo come "balia" di un gruppo di giocatori che dovrebbe essere ormai maturo.
Dopodomani ci sarà il Newcastle e viene da pensare solo una cosa: se il Milan non dovesse vincere, già da mercoledì sera sarebbe tutto ancora più pesante.
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