Bravo Pioli! La diversificazione è il segreto di ogni successo. Non è un problema di mente, ma di campo!!

Bravo Pioli! La diversificazione è il segreto di ogni successo. Non è un problema di mente, ma di campo!!MilanNews.it
mercoledì 9 marzo 2022, 00:00Editoriale
di Carlo Pellegatti

Nei meandri della mente. Sembra il titolo di un libro che potrebbe essere stato scritto da Sigmund Freud. Invece  stiamo semplicemente cercando di spiegare il cammino del Milan negli ultimi quindici giorni. Si passa dalla settimana perfetta, vittorie con Inter, Lazio, in Coppa Italia, e Sampdoria, a due cadute verticali, sul piano del gioco, della concentrazione e della pericolosità in area; Salernitana e Udinese. Poi è un Milan di nuovo totalmente dominante nel derby di Coppa e nello scontro al vertice di Napoli. Anche per una delle scuole di psicologia più celebre al mondo, la Mental Research Institute di Palo Alto, in California, sarebbe molto complicato trovare i motivi di un cammino mentale così altalenante e, per certi versi, spiazzante. Senza un diploma nella materia, cerco di provarci, escludendo però subito una questione fisica. I giocatori rossoneri non chiudono mai i novanta minuti sulle gambe. I crampi, elemento fondamentale per capire la condizione di un atleta, sono un fattore assolutamente sconosciuto per i giocatori allenati da Stefano Pioli e dal suo staff. Vado controcorrente, ma non è nemmeno una questione di testa.

La mia teoria è infatti differente dal comune pensiero. Seguitemi. È indubbio che quando a guidare la squadra sia il gioco, grazie a una precisa identità della manovra e al perfetto automatismo degli scambi, il Milan diventi irresistibile, difficile da contrastare e da battere in Italia e in Europa. Lo confermano, per esempio, i match d'andata e ritorno contro l’Atletico, seria candidata a conquistare un posto fra le otto più forti d’Europa. Quando invece smarrisce il filone delle conoscenze e dei dettami tecnico-tattici voluti da Stefano Pioli, il gruppo offre prestazioni brutte e deludenti come contro il Porto, o le recenti in campionato, o anche nel primo tempo nell’ultimo derby, poi vinto con merito. In questi momenti di difficoltà, perso il suo leader, il gioco appunto, la squadra non riesce ancora a trovare il giocatore che possa diventarne il punto di riferimento, la luce da seguire nel buio tunnel di una manovra smarrita. Insomma il Diogene di Siracusa che, con la sua lanterna, ritrovasse non l’uomo, come narra la leggenda tramandata dallo storico greco Laerzio, ma piuttosto la verità degli schemi. Tutti i giocatori infatti sembrano ineluttabilmente scomparire nel vortice della confusione. È incredibile! Nemmeno i più  esperti come Giroud o Ibrahimovic, o lo stesso Romagnoli, ma anche i centrocampisti dalla pur buona personalità, riescono a evitare le deludenti figure nella prestazione e nei risultati.

Stefano Pioli ha capito presto che non si sia trattato di un problema legato alla pressione o alla mancanza di abitudine alle alte vette, ma piuttosto a questioni più pratiche legate al campo. Allora è stato bravo a cambiare prima che fosse troppo tardi. Ha intuito che, in questa fase della stagione, il Milan non possa rinunciare né a Tonali, non all’apice della forma ma fondamentale punto di riferimento, né a Bennacer, tornato il giocatore eletto MVP della Coppa d’Africa. Men che meno a Kessie, che viene sempre giudicato con grande severità. Pioli però non cade nel tranello, ritenendolo giustamente giocatore dalle caratteristiche uniche nel suo scacchiere. Quanto mi dispiace finisca a maggio la sua avventura rossonera! Il sacrificato a queste esigenze dell’allenatore è stato Brahim Diaz, puro talento forse più adatto però al ruolo di mezzapunta, abile a svariare su tutto il fronte offensivo che a quello di catalizzatore della manovra offensiva. Non so se l’allenatore rossonero sia un esperto giocatore di Borsa, ma dai traders ha certo imparato uno dei segreti di Wall Street: la diversificazione è il segreto di ogni successo! Il nuovo assetto ha così ridato nuovo morale e nuovi stimoli, come confermano la ritrovata esuberanza nella manovra. Insomma una finalmente ritrovata joie de vivre, mostrata contro Inter e Napoli. 


Comincia intanto la sfibrante attesa del match contro l’Empoli. I precedenti tentativi di allungo sull’Inter sono falliti. Tante le qualità mostrate dal gruppo in questi ventun mesi. In questa fase finale della stagione una deve diventare fondamentale, l’animus vincendi. Per lasciare i viaggi nei meandri della mente agli altri!!