Giochi bene o giochi male, l’UEFA non fa sconti. Nessuna scelta tra Europa e Italia. Kessie, adesso basta!

Giochi bene o giochi male, l’UEFA non fa sconti. Nessuna scelta tra Europa e Italia. Kessie, adesso basta!MilanNews.it
venerdì 22 ottobre 2021, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Il cammino europeo si è fatto tortuoso al limite dell’invalicabile, ma i numeri tengono in vita un Milan tritato più dagli episodi che dall’equazione tra meriti e demeriti propri. Per episodi non intendo un rimpallo, una deviazione, un palo, ma errori arbitrali a tutto tondo che hanno fortemente, indiscutibilmente pregiudicato i risultati di 2 partite su 3 nel girone di Champions. Svarioni gravi e inaccettabili in una competizione che non può e non deve essere condizionata da decisioni come quelle di cui si parla. Giochi bene e domini con l’Atletico e ti ritrovi in 10 dopo 2 falli come se ne vedono a decine in ogni gara, poi perdi per un rigore frutto di un’invenzione fantasiosa e sospetta della terna e del VAR. Giochi male, malissimo, ma su 20 tiri il Porto ne fa 1 (uno!) in porta e prende il palo. Tatarusanu passa una serata, beato lui, di ordinaria amministrazione. Il secondo tiro in porta, quello del gol decisivo, arriva grazie a un fallo solare, chiaro e netto su Bennacer, l’uomo che poteva chiudere la traiettoria a Diaz. Dico quindi: ho strameritato con l’Atletico e pazienza, mi prendo un punto. Ho demeritato fortemente con il Porto e pazienza, mi prendo un altro punto (così Atletico e Porto ne avrebbero 2 di meno ciascuno: provate a rifare la classifica con questi parametri…). Invece, ripeto, al netto di meriti e demeriti la differenza l’hanno fatta gli arbitri. E di punti ne ho zero. 

Adesso, mi spiace, non si può fare una scelta a tavolino tra uscire dalla Champions evitando l’Europa League o fare di tutto per restare aggrappati: la casa del Milan restano le coppe, sia pure ormai monopolizzate da entità supreme e club che irridono il Fair Play Finanziario. È chiaro che con questa falcidia tra Covid, polsi, gomiti, muscoli e schiene che puntualmente riducono all’osso le scelte di Pioli, giocare da dicembre a maggio una sola volta la settimana sarebbe una pacchia. Non è scritto da nessuna parte che se esci dalle coppe vinci il campionato, anche se ammetto che è difficile non sostenere come dal punto di vista della preparazione, della prevenzione e dell’integrità sarebbe un vantaggio enorme. Stiamo a galla in Champions, poi vedremo come andrà.

La questione rinnovo di Kessie continua ad essere prioritaria: il caso continua ad essere assai più mediatico e strillato rispetto a Mbappè, Insigne, Dybala, Lautaro (c’è un accordo da settimane: ma le firme…?), Vlahovic. Tra i tifosi aleggia uno spettro come nelle ore che precedono il diluvio. Nel frattempo il procuratore del giocatore lascia la palla alla società rossonera, facendosi intervistare da amici. Non c'è nessuna, ma proprio nessuna possibilità di trattenere i migliori: non serve che bussino alla porta PSG o Bayern o Real Madrid o City. Basta lo United, dove a parte i 26 milioni di sterline annui di Ronaldo (sterline, ripeto), ne guadagna 20 De Gea, 18 Varane e Sancho, ma tanto per dire 10 Maguire e Bruno Fernandes, 8 Juan Mata e Shaw... Per la terza volta ripeto: sterline. Quindi aggiungete un 18% per convertire in euro... Non serve paragonarli agli ingaggi dell'Atalanta dove il più pagato è Demiral con 2 milioni di euro (euro) e tutti gli altri sotto: al Milan, tanto per restare in casa, 5 Ibra, 4 Giroud, 3,5 Rebic... Kessie per la cronaca piò o meno 2,5. 

Sarebbe ora di dire basta: dopo le dichiarazioni estive di Franck, ormai ampiamente disattese, è davvero il momento di tirarci su una riga. Che resti o se ne vada Kessie, la storia del Milan andrà avanti comunque, ma non vi è dubbio che quando finirà questa querelle, radio giornali e tv potranno finalmente occuparsi d’altro.