Hjulmand è il “Kessiè” giusto per Pioli CDK: se in prestito, datelo a Gasp o Sarri San Siro quartiere declassato? Il “regalo” di Monguzzi

Hjulmand è il “Kessiè” giusto per Pioli  CDK: se in prestito, datelo a Gasp o Sarri  San Siro quartiere declassato? Il “regalo” di MonguzziMilanNews.it
giovedì 3 agosto 2023, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Se leggessimo le tre amichevoli made in Usa del Milan con gli occhiali del campionato dovremmo dire: mala tempora currunt. E invece bisogna leggerle con le lenti della preparazione di pre-campionato. Tre sconfitte su tre sono un dato allarmante solo e soltanto per la tenuta della difesa che deve essere meglio protetta dal centrocampo capace di accompagnare bene la fase offensiva. Non solo. Sul lato destro, a parte Calabria assente, e Kalulu da considerare l’alternativa numero uno, le prove di Florenzi e Kjaer lasciano qualche dubbio sul loro utilizzo in caso di bisogno. Tocca allo staff tecnico provvedere. Non è vero che contro il Barça l’errore in attacco più grave sia stato commesso da Rijenders. No: l’olandese ha chiuso il destro ravvicinato sul portiere ma era abbastanza defilato. L’occasione migliore l’ha avuto Leao che ha prima sfiorato la traversa e poi tirato sul portiere dopo aver “ubriacato” il difensore catalano. Lo dico perché secondo me resta decisivo il completamento del centrocampo. Con piacere leggo che è stato individuato da tempo (almeno da 15 giorni) il profilo tatticamente giusto e cioè di Morten Blom Hjulmand, 24 anni compiuti a giugno, danese, centrocampista e capitano del Lecce, scoperto e lanciato dal ds Pantaleo Corvino, che gioca a protezione davanti alla difesa. È quello che serve. Non solo ma avrebbe all’interno del gruppo una guida autorevole come quella di Simon Kjaer che lo aiuterebbe a bruciare i tempi d’inserimento a Milanello. Appena sarà conclusa la cessione di Krunic al Fenerbhace, allora potrà andare a dama anche quest’altro acquisto.

COSA FARE DI CDK - Ci sono due tesi su CDK che è partito per gli Usa con il Milan ma nell’ultimo test non è stato mai utilizzato. Ha ricevuto un bel po’ di sondaggi: da Atalanta e Lazio in Italia e da olandesi e francesi del Marsiglia all’estero. Io mi comporterei così. Se riuscissi a cederlo senza ricavare minus valenze, lo ripeto, sarebbe un capolavoro. Se invece dovesse partire in prestito secco, allora mi preoccuperei di garantirgli una destinazione con due caratteristiche: un allenatore capace di valorizzarlo, un club nel quale partire titolare. Gasperini e Sarri sono fatti apposta per migliorare i calciatori. Non avrei dubbi, dunque: o Atalanta oppure Lazio. Ma si sa che non sempre le esigenze economiche corrispondono a quelle tecniche.

L’ABBANDONO DEL QUARTIERE SAN SIRO - Dicono gli architetti: il vincolo su San Siro cancella i sogni di futuro del quartiere. Si aggiungono al grido di dolore dello stesso sindaco Sala che adesso si ritrova con questo “buco” nel bilancio dei prossimi anni. Sul conto di chi dev’essere messo? Ecco la risposta a cui una società matura e consapevole, direi soprattutto informata e non demagogica, deve rispondere. I verdi hanno liquidato la vicenda facendo finta di non capire i rischi per le casse municipali e hanno ribadito la proposta oscena (“Sala convinca Inter e Milan a ristrutturare San Siro”). Ripetiamolo qui visto che Monguzzi e soci fanno finta di non capire. San Siro non si può ristrutturare: primo perché il Comune non ha i soldi per farlo, secondo perché i fondi privati sono interessati a uno stadio di proprietà per sovvenzionare l’impresa, terzo infine perchè Inter e Milan nel frattempo dove giocherebbero? Non parliamo poi dei famosi comitati di quartiere: hanno decretato in anticipo la perdita di valore dei loro immobili. Complimenti vivissimi. Andate dietro Monguzzi e vi ritroverete con il famoso pugno di mosche in mano.