Houston abbiamo un problema al Milan: riguarda gli infortuni, non il mercato. A gennaio bisogna aver capito gli errori

Ci sono due scadenze fondamentali da qui alla fine della stagione 2021-2022: le prossime due sfide di campionato (Napoli in casa per chiudere con gli scontri diretti e l’Empoli prima di Natale) e l’apertura del calcio-mercato di gennaio. Più importanti di queste due scadenze c’è un problema che dev’essere risolto alla radice: quello degli infortuni. È inutile sventolare la questione, francamente“provinciale”, del giorno in più o del giorno in meno a disposizione tra Milan e Inter, se non si scioglie questo nodo. I numeri sono tali da inchiodare i responsabili (area tecnica e staff tecnico) a fornire delle risposte esaurienti. Perché così tanti infortuni? E, particolare non di secondo piano, dall’inizio della stagione? ZlatanIbrahimovic, nel suo libro, ha offerto una piccola traccia. E cioè quando ha cominciato a soffrire al tendine d’Achille ha pensato che la responsabilità fosse del terreno, durissimo, del campo principale di Milanello che era stato rifatto in estate.
Può darsi. Tocca a un esperto del ramo farcelo sapere. So anche da fonte interna che il club ha provveduto -mettendo a disposizione alcuni nuove apparecchiature- a potenziare il settore per accelerare le guarigioni. Non sembra che ci siano risultati specie se penso alla diagnosi di Leao (modesta lesione) che lasciava prefigurare un recupero veloce e che invece si prolunga oltre misura con danni che non tutti valutano nel giusto modo. Il paragone -questo sì evidente- con il numero inferiore di infortunati dell’Inter è lì a testimoniare due aspetti: 1) che Pioli ha fatto miracoli ottenendo risultati incredibili nonostante le assenze; 2) che la situazione rosea da una parte e disastrosa dall’altra dura da due anni e questo accentua la criticità milanista. Con il nuovo anno e con la ripresa dell’attività, Pioli e i suoi collaboratori devono essere in grado di capire dove sta il problema. Altrimenti qualunque sia l’intervento sul mercato, tutto sarà vano perché resistere altri mesi in questa condizione sarà impossibile. Forse sarebbe il caso di cambiare qualche metodo, qualche allenamento, qualche prato, oppure di far leggere tutti i dati a un esperto della materia. Riconoscere di avere un problema e rivolgersi a un competente non è umiliante: è sintomo di intelligenza!
Dal mercato non possiamo e non dobbiamo pretendere la luna. Per due motivi: a) perché non ci sono in vendita giocatori tali da modificare in modo significativo la cifra tecnica del Milan; 2) perché non si può chiedere all’azionista di investire cifre consistenti visto che -come risulta da quel che è accaduto all’Inter dove la mossa di indebitarsi (700 milioni spesi da Suning) ha portato il club sull’orlo del collasso- l’obiettivo deve restare quello del calcio sostenibile. Allora bisogna puntare sulla bravura di Moncada e dell’area tecnica. L’anno scorso arri varono 3 rionforzi: uno eccezionale (Tomori), uno così così (Meitè), l’altro inutile (Mandzukic). Basterebbe un difensore di grande affidamento per rimpiazzare Kjaer con le caratteristiche del leader se tutti gli altri dovessero dare a Pioli garanzie di natura muscolare. Si può discutere Pellegri, è stata una scommessa a prezzo bassissimo: ci fosse l’occasione per cambiarlo con qualche altro alla ricerca di maggiore visibilità, non sarebbe una grande spesa.

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