Il derby e le mille svolte. Nessuna firma: sto con Bertolucci. La lezione delle Curve. Una mossa a sorpresa

Il derby e le mille svolte. Nessuna firma: sto con Bertolucci. La lezione delle Curve. Una mossa a sorpresaMilanNews.it
venerdì 4 febbraio 2022, 00:00Editoriale
di Luca Serafini

Sono 2 anni che praticamente ogni partita è un banco di prova definitivo, un esame di laurea, un bivio fondamentale, una svolta decisiva. In gran parte il Milan ha superato i test, ha raggiunto un punteggio altissimo, oscillando sul podio tra il 1° e il 3° posto. Ma la laurea non arriva, non è arrivata. Gli inciampi sono venuti là dove meno te li aspettavi. Il che non ha impedito a Pioli di continuare a battere la strada più vicina al vertice. Nonostante questo, le corazzate favorite, più attrezzate, più ricche, più forti, più brave, sono altre: Inter, Juventus, Napoli, Atalanta e a tratti anche Roma e Lazio che con quegli allenatori lì... dove vuoi che vada, il Milan.

Senza trofei, bisogna tenere la testa bassa e pedalare. La squadra lo fa, tra cento intoppi e mille infortuni, mentre una parte di tifoseria continua a battersi la paletta sugli zebedei alla Tafazzi, per seguire l'azzeccato accostamento di Carlo Pellegatti su queste colonne. Dopo il deprimente, avvilente, insufficiente mercato di gennaio in cui non sono arrivati né Beckenbauer né Scholes né Drogba, una fetta di rossoneri hanno l'aria di chi va al macello, con il pallottoliere nello zaino. Firmereste per il pareggio? Firmereste per il secondo (o terzo, o quarto) posto a fine campionato? Per me ha risposto l'icona del tennis Paolo Bertolucci: "Non firmo niente di niente, la stagione è ancora lunga" e il derby i milanisti veri lo vogliono vincere. Questa volta sì, la svolta è fondamentale per restare agganciati - il più vicino possibile - alla lepre di Simone Inzaghi.

Ci vorrà un'idea, un'alchimia come quella dell'andata quando con Diaz a destra i nerazzurri restarono a lungo incartati, nonostante l'invenzione del rigore regalato al turco nel contrasto con Kessie. Bisogna però evitare quel periodo della ripresa in cui il pallino lo tenne in mano l'Inter, macinando 90' come gli ultimi 25' dell'andata che ebbero un marchio rossonero molto chiaro. La partita è più equilibrata, in partenza, di quanto potrebbe sembrare a soloni e disfattisti: sarà la cura e l'attenzione ai dettagli, aspetti in cui fino ad oggi l'Inter è stata più brava, a fare la differenza nel piccolo grappolo degli episodi di una sfida come questa. Kessie sulla trequarti è un'idea, una buona idea, anche se Diaz senza Ibra sembra riuscire ad avere più libertà e più spazio. Ci penserà Pioli, credo dormendo poco in queste ore.

Alla vigilia del derby, con una settimana ricca di attività solidali e sociali, unite le Curve rossonerazzurra hanno dato esempio, in giro per Milano, di sensibilità e coesione. Prima del fischio d'inizio, a loro va già rivolto un lungo e sentito applauso per come si comportano fuori dallo stadio e per la correttezza che da sempre contraddistingue questa rivalità, macchiata solo sporadicamente da qualche cane sciolto. La stracittadina di Milano è la partita più sicura per portare i propri bambini, da sempre, perché sugli spalti prevale l'intelligenza al di là degli striscioni, dei cori e dei fischi. Uno scudetto condiviso, ma quello del campo lo vince uno solo e sarebbe ora di interrompere un certo digiuno con un happy-hour sabato alle 18.