Ounas e Messias, Pellegrini e Rebic... Contratti e rinnovi prima e dopo il 2017...

Ounas e Messias, Pellegrini e Rebic... Contratti e rinnovi prima e dopo il 2017...MilanNews.it
sabato 20 novembre 2021, 00:00Editoriale
di Mauro Suma

Ounas ha fatto il salto dal Crotone al Napoli, con tutto il rispetto e la stima per gli amici calabresi, e si è infortunato due volte. Ha potuto farlo nel silenzio e nella serena accettazione generale. Due infortuni muscolari, uno un mese e mezzo fa e uno in queste ore. Fatti giustamente derubricati ad amministrazione abbastanza ordinaria nell'economia di una stagione. Per Ounas, per tutti, ma non per Messias. Se è il brasiliano ad arrivare dal Crotone al Milan con una preparazione da rifare e un piccolo fastidio da mettere a posto e poi ha un intoppo muscolare che è una sorta di rigetto rispetto ad un lavoro mai fatto prima in una carriera particolare come la sua, eh beh qui allora no. Situazioni simili per i due giocatori, classifiche identiche per le due squadre, ma nel caso di Messias no, non si può. Apriti cielo. Le colpe. Le comari. Il finimondo social, il problema della preparazione del Milan. I preparatori del Milan, signori cari, sono gli stessi che consentono alla squadra di giocare occhi negli occhi sul piano del ritmo con una squadra maestra in questo senso come l'Atalanta, sono gli stessi che quando decidono di prendersi tutto il tempo necessario per fare un programma serio su un giocatore come Ibra lo mettono in condizione anche di fare due presenze ravvicinate in Nazionale (anche se l'età e il vissuto di un generoso come Zlatan deve sempre fatalmente tenere tutti sul chi va là), sono gli stessi che consentono alla squadra di chiudere in crescendo le partite pur giocando ogni tre giorni, vedi Verona, vedi Bologna, vedi lo stesso derby. E certamente hanno uno spessore professionale e umano diverso da un pirletta che diffonde, e ha il profilo incredibilmente ancora aperto, notizie sbagliate non sulle condizioni di un giocatore, ma sulla salute di un essere umano. Perchè sul Covid siamo sempre tutti in gioco come esseri umani. E non come atleti che devono rientrare il giorno tot e all'ora tot, perchè sennò altrimenti il pirletta li bacchetta. Certo che spiace per Rebic, mancherebbe. Certo che gli infortuni sono un problema, che certamente non nego. Ma nel calcio complesso di oggi, riguardano tutti. Non si infortuna e non fa dentro e fuori solo Rebic. Ma anche Dybala, anche Pellegrini, anche Immobile. Giocatori importanti di squadre importanti, ma che nella circostanza attuale hanno qualche punto in meno. E ciònonostante i loro tifosi borbottano per gli infortuni molto ma molto meno...

Tonali ha rinnovato quest'estate, Calabria, Kjaer e Saelemaekers nelle settimane successive. Romagnoli ha capito e vuole restare. Leao, Theo Hernandez e Bennacer stanno dialogando costruttivamente per andare avanti in rossonero. Tutti giocatori arrivati al Milan o prima del 2017, o dopo il 2018. Come il loro allenatore, Stefano Pioli. Evidentemente hanno maturato un legame e un orgoglio di appartenenza  diverso da chi è arrivato nell'estate del 2017. Donnarumma? Caso molto particolare, fin dal giorno del suo arrivo al Milan soffiato all'ultimo istante all'Inter e fin dal suo primissimo rinnovo nelle giovanili quando stava per passare al Bayern. Tutte circostanze controverse che alla lunga e non da oggi l'hanno reso più il giocatore di una scuderia che di un club. Senza parlar male in maniera gratuita di una estate nella quale avevo creduto, non da solo, al tirar delle somme è comunque così. I ragazzi scelti prima e dopo dimostrano  una comprensione del progetto e un attaccamento ai colori e ai tifosi più continuo, più di spessore, più autentico. Cronisticamente va riconosciuto e detto. E adesso speriamo bene per stasera a Firenze, che è durissima.