Rialzano la testa i detrattori. Torneranno ad abbassarla. Una idea come vice Bennacer. Pioli l’uomo giusto per conquistare la dolce ossessione di Paolo Maldini

Rialzano la testa i detrattori. Torneranno ad abbassarla. Una idea come vice Bennacer. Pioli l’uomo giusto per conquistare la dolce ossessione di Paolo MaldiniMilanNews.it
mercoledì 2 novembre 2022, 00:00Editoriale
di Carlo Pellegatti

Non sono abituato. Per fortuna. Alzarsi la mattina, dopo una sconfitta, con l’acre sapore della cenere in bocca, mi è accaduto solo tre volte in tutto il 2022. Sono stati straordinari questi Ragazzi e vogliono continuare a esserlo. In queste ore, che vedono protagonisti gli scettici, i dubbiosi, i detrattori, gli sputasentenze, gli invidiosi, quelli che hanno sempre sostenuto che lo Scudetto trionfalmente e meritatamente conquistato, qualche mese fa, sia stato solo figlio di uno strano sghiribizzo della sorte, finalmente possono alzare la testa. Una delle principali accuse ovviamente riguarda lo scarso contributo del mercato d’estate. Altro tema scottante, che riaffiora a ogni raro passo falso milanista. Il Milan non vuole preoccuparsi delle critiche, che escono come scarafaggi quando arriva il buio,  per poi fuggire quando riappare il sole dei risultati. Pioli e i suoi Ragazzi devono ritornare a lavorare per smentire ancora una volta i pronostici, come bella abitudine nei momenti più complicati. Il cammino continua intanto a essere positivo. Il Milan infatti può ancora raggiungere quota 35, lo stesso numero di punti conquistato, un anno fa, alla quindicesima giornata dello scorso campionato. Ne mancano nove , a fronte degli impegni contro Spezia, Cremonese e Fiorentina. Certo diventa fondamentale per Pioli approfondire i motivi di una così negativa prestazione, troppo corale per essere affrontata superficialmente.

Ho ascoltato una ridda di ipotesi, che io voglio semplificare in una sola parola, anzi in un solo nome :Bennacer. Quando, nel centrocampo rossonero, manca il senso della geometria del più forte giocatore della Coppa d’Africa 2019, la manovra del Milan diventa meno fluida e più lenta. Priva del punto di riferimento, priva del suo metronomo, abbondano i lanci lunghi, che non appartengono alla identità del gioco milanista. Forse il mercato di gennaio può essere la giusta occasione per colmare questa lacuna della rosa rossonera. Senza una vera alternativa al regista algerino, uno dei più completi del panorama internazionale. Anche se conoscendo Stefano Pioli, magari riuscirà a estrarre dal suo cilindro, come sempre, il coniglio e i coniglietti, inventando una soluzione autarchica. A me piacerebbe che si lavorasse, nelle settimane di sosta forzata, a trasformare in aiuto-regista quell’Yacine Adli, che possiede una dote, non solo come giocatore, ma anche come ragazzo francese, quella di essere intelligente, propositivo e di possedere una spiccata personalità. Tutte doti che aiutano. Insomma può essere morbida argilla da plasmare.

Intanto, prima di ritornare a parlare di campionato, il Milan deve affrontare l’impegno più importante di questa prima fase della stagione. La partita contro il Salisburgo rappresenta uno spartiacque decisivo perché deve proiettare i rossoneri verso l’obbiettivo indicato da Paolo Maldini, gli ottavi di finale di Champions League. Per battere gli austriaci, non deve entrare in campo una squadra speciale, ma una squadra normale. Quella che abbiamo ammirata  negli ultimi due anni e mezzo. Spettacolare, divertente, forte, determinata, autorevole, implacabile. Il Milan insomma che ha battuto l’Inter e la Juventus, unica squadra… europea poi brava a rivaleggiare con il Napoli, in una partita sfortunata che ha visto Maignan subire solo quattro tiri in porta, uno su rigore. Sono stati tempestivi e intelligenti, intanto, i dirigenti del Milan, che, dopo  una sconfitta dolorosa, ma anche alla vigilia di un impegno delicato di Coppa, hanno deciso di incontrare Stefano Pioli per rinnovare il contratto, che lo lega al Milan ora fino al 2025. Una scelta intelligente per un allenatore che sta crescendo e sta aiutando a crescere questo gruppo, ricco di prospetti interessanti. E’ la figura più adatta in questa fase della storia del Milan, per la sua educazione, la sua preparazione, per le sue conoscenze tecnico-tattiche, per la sua apertura mentale e per la sua superba gestione di ogni componente della rosa. Il tecnico parmigiano è affascinato dal cammino che lo aspetta, un cammino che lo vedrà affrontare e, speriamo, superare i prossimi duri ostacoli, italiani e soprattutto europei.

Certamente aiutato da Paolo Maldini, che conosce bene, molto bene il profumo della Champions League. Conquistata da Papà Cesare, vinta poi da giocatore, alzata infine da Capitano. Ora vuole mettere la settima Champions League di un Maldini anche come dirigente. Per evitare equivoci e sorrisi di compatimento, quelle del 1969 vinta a Madrid, è l’unica senza un Maldini in campo. Non lo vuole confessare il sempre misurato Paolo, ma la sua dolce ossessione è proprio la Coppa dalle Grandi Orecchie. Nella scena finale dell’emozionante film “Stavamo bene insieme" ho notato come la guardasse, quando il trofeo  è stata portato al centro del campo di San Siro. Il traguardo è lontano, ma battere il Salisburgo rappresenta un piccolo passo per i Ragazzi di Stefano Pioli, ma un grande passo per il Milan del futuro!