Tomori riscattato, Meità e Mandzukic rispediti al mittente: la via dei prestiti (con l’elastico) è giusta. Europeo disastroso di Calha: lasciatelo andare

Tomori riscattato, Meità e Mandzukic  rispediti al mittente: la via dei prestiti  (con l’elastico) è giusta. Europeo disastroso  di Calha: lasciatelo andare MilanNews.it
giovedì 17 giugno 2021, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

L’Uefa, più che Ceferin, si è fermata sul ciglio del burrone e ha aperto le porte della Champions league a Real, Barcellona e Juventus. Per la dimostrazione che la guerra senza frontiere che lo sciagurato presidente dell’Uefa ha dichiarato ai tre ribelli e prim’ancora agli altri 9 esponenti della SL, è stato un pericoloso azzardo. A questo punto però c’è da chiedersi: perché Inter e Milan si sono “accucciati” e promesso di pagare qualche milioncino al dittatore di Lubiana? Mi auguro che alla luce di questi ultimi sviluppi i due club milanesi si rifiutino di versare l’obolo nelle casse dell’Uefa anche se in tal senso hanno “patteggiato”.

C’è chi non capisce molto di calcio-mercato e di calcio sostenibile, purtroppo. C'è infatti chi è convinto che il tempo non sia passato, che il covid non abbia rovinato i bilanci e soprattutto che ci siano ancora in circolazione mecenati come Silvio Berlusconi che a fine stagione ripianavano ogni tipo di deficit, anche a 3 cifre. Continuo a sostenere che la strada dei prestiti -profili giovani d’avvenire con l’elastico del diritto al riscatto- sia quella giusta per evitare errori che poi pesano sulle casse. Pensate all’ultimo Milan di Elliott. Quando Leonardo ha fatto di testa sua, ha caricato sulle spalle Paquetà e Piatek e ha fatto fatica poi a rimpiazzarli senza gravi perdite. Pensate allo stesso Leao che non ha mai preso il volo: valeva 28 milioni? Pensate invece a Tomori (riscattato a piena cifra), a Meitè e Mandzukic, il mercato dell’ultimo gennaio. I due che non hanno funzionato sono stati rispediti a casa, il difensore invece che è una scoperta, è diventato milanista a titolo definitivo. Pensate anche a Dalot e Diaz che pur rientrando al Manchester United e al Real Madrid hanno fatto sapere che intendono ritornare a Milanello. Segno che un buon lavoro è stato fatto e soprattutto che al Milan si sentono realizzati. 

       Il piano del Milan approvato da Elliott e preparato da Maldini (col contributo di Pioli) è il seguente: la rosa dovrà essere più larga e più solida rispetto a quella precedente. Questo significa che per esempio i contratti di Calabria e Kessiè in scadenza nel 2022 saranno rinegoziati prima che riprenda il nuovo campionato (22 agosto). Su Tonali bisogna andare di sintesi: l’azionista è rimasto deluso, l’area tecnica anche ma considera che privarsi del ragazzo possa costituire un errore (ricordate Locatelli?). Allora l’unico compromesso è ottenere uno sconto sulla valutazione. Cellino non può che piegarsi perché nel contratto c’è una clausola favorevole ai rossoneri: il prestito dell’anno scorso è costato 10 milioni ma in caso di restituzione al Brescia, Cellino dovrà rimborsare 5 milioni al Milan. In questo periodo il Brescia non è in grado di sborsare quella cifra. Masticherà amaro ma dovrà alla fine cercare un accordo.

Era meglio, molto meglio, se Calhanoglu non avesse promesso di discutere del suo rinnovo dopo l’europeo fin qui molto deludente insieme a tutta la sua Turchia. De Paul, cifre alla mano (35 milioni più bonus) per i motivi spiegati prima, non era alla portata di questo Milan, è bene ripeterlo. Ma se il turco dovesse cambiare domicilio (per andare dove?), non sarà complicato trovargli un degno rimpiazzo.