Venite con me nel labirinto del caso Leao. A quale tavolo si può sedere Maldini? Le due armi a disposizione del Milan

Venite con me nel labirinto del caso Leao.  A quale tavolo si può sedere Maldini? Le due armi a disposizione del MilanMilanNews.it
giovedì 20 ottobre 2022, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

Servirebbe un navigatore per trovare l’indirizzo giusto di casa Leao, un vero e proprio labirinto nel quale si ritrovano coinvolti il Milan da una parte, dall’altra il portoghese schierato con la sua famiglia assistita da un avvocato di fiducia e Jorge Mendes, potente e noto agente Fifa. Partiamo dall’incontro di martedì sera: Maldini e Massara hanno ricevuto a casa Milan l’avvocato della famiglia Leao, Ted Dimvula per capire bene i termini del contenzioso con l’agente Mendes. In sintesi: il legale con studio a Parigi ha una procura in scadenza nell’aprile del 2024, quindi sarebbe il titolare unico di una eventuale trattativa di rinnovo contrattuale. Mendes, attraverso i suoi professionisti, sostiene che la firma di Rafa Leao su quella procura non è autentica. Questo significa andare incontro a un contenzioso lungo chissà quanto tempo.

Altro aspetto: Mendes viene considerato dalla famiglia Leao il potenziale tramite di un eventuale accordo per ottenere dallo Sporting uno sconto sulla cifra da versare poiché fu lui il suggeritore di quell’azzardo, la fuga verso il Lille avvenuta alcuni anni prima. La famiglia Leao quindi si ritrova stretta tra due ganasce: da una parte il legale che rivendica la titolarità della procura, dall’altra Mendes che minaccia causa sul punto e di far pagare all’interessato l’intera cifra di risarcimento dovuta allo Sporting (16,5 milioni).

Paolo Maldini ha definito l’incontro di martedì sera “interlocutorio” perché ha capito e intende far sapere che è Leao a dover sciogliere il nodo e a indicare a quale tavolo il Milan dovrà sedersi per discutere del rinnovo. Altro particolare emerso relativo alla sentenza del Tas di Losanna. Nel dispositivo, il Lille -che ha avuto gratis il calciatore fuggito da Lisbona e lo ha rivenduto al Milan per una cifra di 28 milioni- viene dichiarato “responsabile in solido” che non vuol dire che deve partecipare al 50% della cifra ma che sarà raggiunto da una multa.

Le armi a disposizione del Milan sono essenzialmente due: 1) la famosa clausola da 150 milioni che tiene alla porta qualsiasi pretendente da qui fino a giugno 2024; 2) l’attuale stipendio di Leao (1,8 milioni netti) che resterebbe intatto fino alla scadenza naturale del contratto (giugno 2024) rinunciando così all’aumento che il Milan intende garantire al suo calciatore valido sin da questa stagione, insomma rinuncerebbe a qualcosa (tenuto conto di una offerta da 7 milioni netti) a qualcosa come 10,5 milioni di euro che valgono più della metà della multa da rendere allo Sporting.

Ultimo tassello del complicatissimo puzzle: cosa pensa l’interessato? Sia Maldini che Pioli, due che non vendono fumo su questi argomenti, hanno detto e ripetuto che “Leao è consapevole che se vuole migliorare deve restare ancora al Milan e che poi potrà volare da altre parti”. Bene: se le cose stanno così e non ho motivo alcuno di dubitare, sarà bene che appena viene sciolto il nodo fondamentale (chi lo rappresenta nella trattativa) sia lui stesso a far conoscere il proprio parere. Non in pubblico perché neanche quello vale come garanzia visto il precedente di Kessiè.