Voce da Parigi: 25 milioni a Raiola per Gigio. Per combattere lo strapotere degli agenti il ricorso ai prestiti è l’unica soluzione. Calhanoglu firma? No, grazie, meglio De Paul

Voce da Parigi: 25 milioni a Raiola per Gigio. Per combattere lo strapotere degli agenti il ricorso ai prestiti è l’unica soluzione. Calhanoglu firma? No, grazie, meglio De PaulMilanNews.it
giovedì 10 giugno 2021, 00:00Editoriale
di Franco Ordine

L’inchiesta di Report sui rapporti opachi tra gli agenti e il calcio italiano con l’aggiunta di discutibili triangolazioni finanziarie con Malta, rilanciata e arricchita dall’analisi di Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport, meritano un approfondimento. È molto strano che Fifa in particolare e Uefa (affaccendata in una guerra inutile contro i tre della Superlega) non mettano mano alla famosa riforma degli agenti che non a caso viene criticata severamente da Mino Raiola. Oltre al tetto del 3% (sul valore dell’operazione), bisognerebbe aggiungere -in caso di superamento della soglia- squalifiche durissime per dirigenti, calciatori e loro agenti. Lo strapotere di questi ultimi è diventato un macigno sulle spalle dei club già indeboliti dalla crisi della pandemia e dai debiti negli anni accumulati. Di fatto il calciatore, anche se acquistato da un club, è in affitto poiché è sempre l’agente a condizionare la durata del contratto, l’eventuale cessione o il condurre a parametro zero il proprio assistito. In casi come questi la commissione reclamata è di quelle da fantascienza. Da Parigi, ad esempio, ci sono voci incontrollate secondo le quali, per l’affare Donnarumma, Mino Raiola intascherebbe dal PSG la bellezza di 25 milioni. Se così fosse, si capirebbero tante cose e soprattutto perché il calcio continentale sta andando in rovina senza che nessuno dei suoi leader, Infantino e Ceferin, muova un dito per mettere fine a questa “mattanza”.

     Questo scenario porta dritti dritti a esaminare quale sia la ricaduta sulle società. Se in pratica non hai la proprietà del calciatore, non ti conviene mai -tranne che per i giovanissimi da allevare- acquistarlo perché significherebbe pagare un affitto molto oneroso (lo stipendio annuale più bonus e premi vari) senza poter disporre del cartellino che è sempre a disposizione dell’agente anche quando è sotto contratto. Meglio allora adottare la politica del prestito, come sta facendo il Milan che tra l’altro non ti consente nemmeno di produrre plus-valenze e quindi hai un bilancio “pulito”. Gli sviluppi più recenti del calcio-mercato attuale annunciano la tendenza al boom dei prestiti e la caduta verticale dei trasferimenti tradizionali. Basta vedere quel che sta accadendo con Diaz (il Real deve sfoltire la rosa di 33 unità), con Dalot e l’affare Tonali rinegoziato col Brescia, per capire dove sta andando il calcio italiano. L’unico patrimonio autentico a cui un club può aspirare è lo stadio di proprietà. Nel caso del Milan già la sede è un piccolo passo in questa direzione.

     A questo proposito ho letto di ripensamenti da parte di Calhanoglu che vorrebbe fare marcia indietro e accettare la proposta del Milan in assenza di altra richiesta più ricca. Sul punto vorrei esprimere questo mio parere personale: non credo sia una fortuna per il Milan e per lo stesso Pioli che pure ha espresso giudizio positivo nei confronti del turco. In circolazione c’è molto meglio e forse in mancanza di veri e propri acquirenti, alla fine dall’Udinese si potrebbe strappare per De Paul un prezzo abbordabile.