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Gli infortuni nel calcio per la Dott.ssa Bertelè: "Troppo lavoro di potenziamento, il muscolo perde elasticità e si strappa"

ESCLUSIVA MN - Gli infortuni nel calcio per la Dott.ssa Bertelè: "Troppo lavoro di potenziamento, il muscolo perde elasticità e si strappa"MilanNews.it
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giovedì 16 novembre 2023, 18:00ESCLUSIVE MN
di Redazione MilanNews
fonte di Antonio Vitiello

I tanti infortuni muscolari del Milan, quest’anno come nelle passate stagioni, sono forte oggetto di discussione in questo periodo. La redazione di MilanNews.it ha intervistato in esclusiva la Dottoressa Laura Bertelè, medico ortopedico e fisiatra, specialista in terapia fisica e riabilitazione motoria per cercare di fare chiarezza su una situazione che ha evidentemente tantissime variabili e tanti punti poco chiari. Queste le sue dichiarazioni:

I campionati di alto livello sono segnati sempre più da infortuni muscolari: come se lo spiega?
Io mi interesso di calcio da fisiatra. Ho seguito vari sportivi di alto livello e mi sembra che nel calcio venga utilizzato un tipo di preparazione atletica e rinforzo muscolare assolutamente squilibrato. Soprattutto il discorso è in base all’età: se noi facciamo potenziamento muscolare ad una struttura vertebrale in particolare già strutturata è un conto, ma se facciamo potenziamento muscolare intenso quando le vertebre sono ancora cartilaginee, i tendini si inseriscono su ossa quindi non particolarmente stabili, si creano dei danni che diventano cronici che diventano permanenti. Ad esempio un eccesso di carico sulla colonna vertebrale in fase di adolescenza provoca delle ernie intraspongiose, deformazioni vertebrali che rimangono a vita. Nella fase giovanile, fino ai 16-17 anni, bisogna essere estremamente prudenti. Mi sembra che adesso si cominci troppo presto con dei carichi eccessivi. Mi è capitato di vedere adolescenti che potevano essere dei talenti ma che sono andati veramente persi, che quando sono arrivati da me erano già rovinati con delle problematiche davvero importanti. Penso che conosca la storia di Pato. Ci sono delle squadre che potenziano molto più delle altre e hanno molti più danni muscolari. Io ho seguito due volte da vicino l’Inter ai tempi di Ronaldo il Fenomeno, e anche lì è stato potenziato in maniera eccessiva a livello dei flessori del ginocchio: ha avuto quindi le lesioni al tendine rotuleo”.

Quindi secondo lei una problematica è il lavoro eccessivo sulla crescita muscolare dei calciatori?
Esatto. Provoca delle fragilità. Mi viene in mente un ragazzo del settore giovanile della Roma che a 16 anni ha avuto delle pubalgie per un anno. Adesso gioca in una squadra minore. Mi chiedo quanti talenti vadano persi. Ho seguito Salvatore Molina, lui è arrivato qui da noi che era rovinato. Poi abbiamo fatto un lunghissimo lavoro di recupero in 7 mesi, con 3-4 sedute alla settimana, l’abbiamo rimesso in campo. È arrivato con una problematica di tipo muscolare che sembrava neurologica da quanto era grave, faceva fatica a camminare. Il discorso è, da una parte fare molta attenzione in fase di crescita quando appunto le ossa non sono ancora strutturate e i tendini tendono a calcificarsi, portando a tendinopatie molto gravi, dall’altra anche in un giovane adulto bisogna stare attenti a riequilibrare di continuo. Bisogna potenziare dei muscoli? Va benissimo, ma bisogna riequilibrarli, altrimenti la persona si squilibra”.

E cosa consiglia lei per diminuire il numero di questi problemi?
Non è tanto potenziare tutto il corpo, quanto riallungare i muscoli eccessivamente potenziati. L’importante è che rimangano elastici. Se si potenziano si irrigidiscono e quel punto squilibrano l’articolazione, il tendine e la postura. Deve essere un potenziamento mirato ed equilibrato. Una situazione che mi aveva molto colpito è se il calciatore potenzia molto i muscoli della schiena, quando dà un calcio veloce si squilibra all’indietro con la schiena, proprio per un discorso di muscoli corti e rigidi. Quindi se deve effettuare un tiro forte, una punizione o un rigore, tirerà verso l’alto perché la schiena lo tira indietro se non è equilibrato. Oppure, peggio ancora, si strappano i flessori ad esempio perché sono stati troppo irrigiditi. Sarebbe da studiare individuo per individuo cosa c’è da allungare e cosa c’è da potenziare. Non è che tutto va bene e tutto si potenzia”.

Il fatto che si giochi troppo porta ad uno stress eccessivo, ma gli infortuni non sono uguali per tutti anche se si giocano le stesse partite:
Piuttosto che far palestra è meglio giocare. Meglio che giochino una partita in più e facciano una sessione in palestra in meno. Sono comunque atleti di alto livello. Il fatto è che però se il muscolo è rigido e lo fai giocare troppo allora sì che si rompe. È proprio un discorso biochimico”.

L’elasticità in tutti gli sport:
Vogliamo prendere d’esempio Ibrahimovic, che ha fatto arti marziali per anni ed aveva un’elasticità incredibile nella sua fase d’oro. Alzava le gambe come voleva. Oppure guardi come è elastico, oltre che potente, Djokovic. È questo il discorso. In ogni campo vale questo discorso. Ho seguito anche la nazionale di sci ed era la stessa cosa: se un muscolo veniva potenziato male lo sciatore si spaccava il crociato anteriore senza cadere, com’è successo alla Compagnoni alle Olimpiadi. La caratteristica ideale per il muscolo è quella di essere forte ma elastico. Se perde elasticità si strappa: dalla distrazione muscolare fino allo strappo. Deve essere un muscolo potenziato ma lungo, non corto”.