- Pietrella (Gazzetta): "Milan, momento da 'vorrei ma non riesco del tutto'. Pioli? Cardinale, Furlani e Moncada stravedono per lui"

Per parlare del Milan, tra mercato, infortuni e tanto altro, la redazione di MilanNews.it ha intervistato Francesco Pietrella, giornalista de “La Gazzetta dello Sport” ed autore del libro “Gli Inzaghi. Fratelli nel pallone”. Queste le sue dichiarazioni durante l’ospitata sul nostro canale Twitch (qui in video).
Il novembre del Milan, tra Serie A e Champions League: “Quattro partite di campionato senza vittorie, poi la partita di Lecce che è difficile da spiegare: sembrava che andasse tutto bene e poi invece… Se Abisso non avesse annullato il gol ci sarebbe stata la beffa. Tra l’altro al Via del Mare ci sono state sempre storie di rimonte e gol incredibili. È una partita da cui sono emerse tante difficoltà: su tutte l’espulsione di Giroud, che ha messo ulteriormente in difficoltà il Milan per le prossime due partite di campionato. Si andrà a giocare con Okafor o Jovic, che è evidentemente fuori condizione. Me lo ricordo nell’Eintracht, sembrava effettivamente di un altro pianeta. Mi ricordo una partita contro la Lazio in cui giocò da solo e vinse 4-1. Dispiace vedere un giocatore del ’97 così, è giovane e ancora nel pieno delle sue potenzialità. Ha fatto due tiri in porta in sette partite: troppo poche, è veramente strano. Fin qui Jovic è come se non ci fosse".
Sui prossimi impegni: “Poi c’è anche un problema più grande, quello di Leao. Fin qui chi ha giocato, a parte un minimo Okafor per quei due gol molto facili che ha fatto di fila, non ha dato l’apporto giusto. Poi c’è un giocatore come Pulisic che nei big match fin qui è mancato. Contro il PSG per me Pulisic è stato il peggiore in campo. Non da 5, ma comunque da 6 perché tutta la squadra ha fatto una partita straordinaria. È stato il meno performante. Poi ovviamente non sono robot. Ma Pulisic è sempre stato questo, è questo il suo grandissimo problema: la continuità di prestazioni. Non è mai stato in carriera un giocatore da 10 gol in stagione in campionato, spesso ha avuto momenti di grande discontinuità. Ma è un giocatore forte: ricordo come si parlava di Pulisic a Dortmund nel 2018. Se ne parlava come si parlava di Mbappé a Monaco, dal punto di vista del talento. Poi hanno avuto storie diverse. Secondo me contro la Fiorentina dovrà essere lui a trascinare il Milan non essendoci gli altri due”.
L’espulsione di Giroud, aggiunta alle dichiarazioni post Napoli, sono segnali di forte nervosismo? “È un momento in cui il Milan è un “vorrei ma non riesco del tutto a fare determinate cose”. Potenziale ce n’è, la partita col PSG è stata un picco incredibile e forse anche inaspettato visto il momento, ma poi ci si aspetta continuità. Una squadra che punta ad uno Scudetto, una squadra che finalmente ha delle alternative, anche se non rendono, deve avere continuità. Messias e Saelemaekers non sono giocatori che sulla carta valgono di più di Chukwueze ed Okafor. Messias mi è sempre piaciuto, ha una storia che potrebbe diventare tranquillamente un film. In America ci farebbero un film. Il Milan ha preso Chukwueze, che era cercato da tutti i grandi club del mondo. Hai preso un giocatore che non sta rendendo, ma è comunque forte. E quindi non riesci ad avere continuità di risultati. Perdi con l’Udinese una partita in cui l’Udinese si è trincerato dietro la metà campo ed un giocatore come Ebosele ti ha messo in difficoltà. È un Milan che non riesce a mettere a frutto tutto quello che ha. E secondo me ne ha. Reijnders quante volte è arrivato in porta senza riuscire a fare gol? Ne ha fatto uno solo. Però è un giocatore che arriva tanto in porta. Secondo me un altro dato da guardare è quello di Theo, che non sta rendendo quanto dovrebbe. Qui c’entra proprio il modo di giocare cambiato da Pioli, col 3+2 ed i terzini che vengono a centrocampo ad impostare: non viene valorizzato così”.
Le tante critiche dei tifosi a Pioli. Si è rotto qualcosa? “Lato società ci dicono che non è discussione. Cardinale stravede, Furlani e Moncada anche. Per ora non rischia. Certo, se avesse preso 4 gol dal PSG… Però quella partita lì ti ha rimesso totalmente in carreggiata: se prima c’era qualche scricchiolio ora non c’è più. L’impressione è che per la prima volta in estate, dopo tanti anni, si possa cambiare qualcosa alla guida tecnica. In questo momento però la società ha piena fiducia in Pioli: ha vinto lo Scudetto, ha portato il Milan in Semifinale di Champions… Ha fatto una serie di cose con la rosa a disposizione per me incredibili, e gode di quel credito. I tifosi spesso si stufano a vedere alcuni tipi di situazioni. Ad esempio Pioli non può giocare senza Krunic e l’ha dimostrato più volte. Appena è tornato l’ha messo subito in carreggiata. Magari per i tifosi non è leggibile… Ma se tu analizzi Krunic fa veramente cose importanti e fondamentali, però è quel giocatore che al tifoso non piace. Però Pioli te lo spiega come se fosse fondamentale per il suo gioco. Ma è normale che ci sia questo scetticismo qui, anche se quest’anno Pioli ha proposto questo sistema di gioco diverso. Il Milan gioca in maniera differente. E c’è un giocatore, Loftus-Cheek, che ha finalmente sostituito il vuoto fisico che aveva lasciato Kessie. Era una cosa che l’anno scorso era mancata al Milan, mancava quella fisicità e quello strappo. Poi ha delle incognite dal punto di vista fisico e psicologico: quando ti fai male, ti fai male e ti fai male ne risenti. Però è un giocatore fondamentale. Abbiamo visto col PSG che ha fatto un paio di contropiedi da solo, ha recuperato lui palla ed è uscito lui da solo facendo 30 metri”.
Le difficoltà di Theo: “Theo è rimasto penalizzato dal nuovo sistema. Quando costruisci in quel modo lui viene a centrocampo e lo snaturi. Si è sempre detto di Robben che banalmente faceva sempre la stessa cosa, ma non l’ha mai preso nessuno. Theo è uno che fa sempre la stessa cosa, sempre quella cosa la: parte ed attacca la linea, con e senza palla. Se prima lo faceva 10 volte a partita e ora lo fa 5, perché ha altri compiti, vuol dire che snaturi parecchio un giocatore che in quel fondamentale è il migliore in Italia e probabilmente anche uno dei migliori in Europa. Terzini che fanno quel gioco non ce ne sono molti. C’era Gaya del Valencia che faceva. Altri giocatori erano differenti. Prima lui gestiva palla in zona laterale o sulla trequarti. Adesso lui sul cerchio del centrocampo ha la palla in quella posizione”.
Camarda, tra sovraesposizione mediatica e crescita: “Non è nei piani una convocazione a breve. La protezione che c’è su Camarda dall’ambiente Milan è incredibile. Lo fanno vivere in una bolla com’è giusto che sia per non creare troppe aspettative. Ricordiamo che compirà 16 anni a marzo: sarà il momento in cui potrà firmare un contratto e lo vogliono tutti. Un osservatore di una grande squadra mi ha detto che lo vogliono tutti. In incognito vanno a vederlo. Sono cose di cui si parla ad alti livelli: tutti parlano di lui e tutti sanno chi è, tutte le grandi squadre”.
Ancora su Camarda: “Ho studiato parecchio, non vorrei dire una bestemmia, il primo Haaland, quello del Bryne e del Molde. E vedendo i video di Haaland a 15-16 anni che fa il suo esordio col Bryne e ha quel tipo di fisico a me Camarda ricorda quel giocatore lì, ai primi mesi di Molde prima che iniziasse a potenziarsi fisicamente e che iniziasse a fare allenamenti specifici solo su quello. Camarda ha gambe meno lunghe di Haaland, ma è un giocatore di quel tipo: vede la porta, segna e tocca 6 palloni. Poi certo, adesso sembra una bestemmia perché Haaland è campione di tutto col Manchester City. Adesso ovviamente non sono simili, ma quando Haaland aveva 15 anni era un giocatore dal punto di vista fisico longilineo e simile a Camarda da questo punto di vista”.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 8/08 del 22/04/2008
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
Direttore editoriale e responsabile: Antonio Vitiello
© 2023 milannews.it - Tutti i diritti riservati