Messias: "Quando penso al Milan penso alla storia, lavorare qui è un piacere. Cerco sempre di migliorarmi"

Messias: "Quando penso al Milan penso alla storia, lavorare qui è un piacere. Cerco sempre di migliorarmi"
giovedì 16 settembre 2021, 19:35Le Interviste
di Antonello Gioia

Junior Messias, attaccante rossonero, si è così espresso a MilanTV nel format 'On the road': "Mi sto trovando benissimo a Milano. Ora sto cercando casa, vedo dove è più comodo per la mia famiglia. Sono felice che siano qui, sono un grandissimo supporto per me".

Sull'arrivo a Milanello: "È stata una bella esperienza. Il Centro Sportivo è importante e attrezzato, lavorare col mister e con Ibra è un piacere. Penso a Dida, che è una bravissima persona, penso ai brasiliani che hanno giocato qua rivoluzionando il calcio. Il direttore Maldini è una leggenda. Quando penso al Milan penso alla storia. Li vedevo in televisione ed è una cosa emozionante. L'anno scorso ho fatto un'intervista e ho capito di essere diventato un calciatore quando, dovendo studiare gli avversari, ho trovato un video sul Milan".

Sul soprannome: "Mi chiamavano Mico, è una scimmietta; me lo diede un mio amico. I miei fratelli hanno iniziato a prendermi in giro, io mi arrabbiavo ma è rimasto il mio soprannome".

Sul ruolo da giovane: "Sono di Ipatinga, ma sono cresciuto in un villaggio di 5mila abitati a 5000km da Belo Horizonte. Ho iniziato a giocare lì come attaccante esterno".

Sulla reazione della famiglia all'arrivo al Milan: " I miei genitori sono molto importanti per me, mi hanno educato veramente bene e mi hanno insegnato a vivere; io so fare il muratore, so fare l'elettricista grazie a loro. Quando ho firmato con Milan i miei erano molto contenti, era quello che volevano. Mia madre è molto credente e ha pregato tanto. Mia zia aveva fatto una preghiera e mi disse che sarei diventato un calciatore in Europa, ma io non ci credevo più... Ora sono felice e ti fa capire che Dio veramente esiste".

Sulla fede: "Si, è molto importante per me. Andavo sempre in Chiesa quando ero a Torino, il lunedì andavo a pulire la Chiesa. Ho tanti amici di tante nazioni".

Sulla sua carriera in Italia: "All'inizio della mia carriera italiana lavoravo, andavo a fare le consegne".

Sul Crotone: "Crotone mi ha cambiato la vita. Ho giocato in categorie superiori, ho trovato un allenatore bravo come Stroppa che mi ha fatto crescere tanto, ho trovato una famiglia. Dopo 5 anni, partire dall'Eccellenza alla Serie A non è una cosa normale. Ho pensato che, nonostante avessi 29 anni, posso ancora crescere. Ci tengo molto al calcio, lo sport per me è importantissimo; cerco sempre di migliorare, ogni giorno do il massimo. Devi sacrificarti, non puoi aspettare sul divano che qualcosa arrivi: se la vuoi devi andare a prenderla".

Sulla famiglia: "È sempre stato il mio appoggio. Quando mi sento solo, abbandonato da tutti, c'è lei che è essenziale. Mi ha sempre abbracciato, mi è sempre stata vicina. Mi ha dato due bambini fantastici: uno ha un'intelligenza fuori dal normale, l'altro è più vivace. Sono un padre che gioca con loro, ma sono anche severo perché voglio insergnargli i valori della vita; io ho vissuto in modo diverso, loro possono avere tutto quello che vogliono, ma io non gliel do, altrimenti perdono il gusto di avere le cose".

Su Pioli: "Pioli è una bravissima persona, ha cultura del lavoro e ha le idee chiare".

Sui sogni: "La cosa principale è studiare. Poi devi credere nei sogni, sacrificarti perché la vita non ti regala niente. Bisogna crederci, andare avanti e mai mollare perché non è mai tardi. Io sono arrivato al Milan a 30 anni: nella vita tutto è possibile. Ho pensato sempre gradino per gradino e questa è stata la mia forza: quando pensi che non ce la fai dai il doppio di quello che riesci a dare".