Nocerino: "A Massara ho detto che con Tomori hanno preso un giocatore devastante"

Antonio Nocerino, ex rossonero, è stato ospite sul canale Twitch del Milan nella trasmissione del giovedì condotta da Lorenzo Lollo e Mauro Suma. Queste tutto l'intervento del centrocampista, oggi allenatore:
Sull’Europeo: “Quando dico che nel 2012 giocarono 14 giocatori, avevamo Diamanti che stava benissimo, entrava spesso. Avevamo Thiago Motta, non devo spiegare io che giocatore fosse, e avevamo il capocannoniere Di Natale. Avevamo Maggio… Avevamo una squadra buona, la pecca è stato il turnover. Siamo arrivati in finale cotti. Quella partita lì Thiago Motta entra e 5 minuti dopo si stira, Chiellini si strappa al polpaccio e sta fuori tutta l’estate… Siamo arrivati male. Spero che non capiti la stessa cosa. Ci deve essere turnover, devono giocare più giocatori. Contro il Galles farei giocare chi sta meglio con la consapevolezza però che chi gioca meno mi dà la stessa cosa di chi gioca titolare. L’idea è quella. Non esistono titolari, tutti sono allo stesso livello. In Nazionale il livello è molto alto, non è come in un club. Abbiamo l’esempio lampante ieri sera. Se ci fosse stato Verratti non avrebbe giocato Locatelli, mentre Manuel c’era e ha fatto la differenza. È questo il livello”.
Su Locatelli: “Aveva qualità incredibile. Però quello era un altro Milan. Se fosse arrivato col Milan di adesso avrebbe avuto il tempo di crescere e di sbagliare, gli avrebbero dato il tempo. Bisogna trovare le situazioni giuste. Ha avuto la fortuna di allenarsi con De Zerbi in una grande società ed è stato valorizzato. La fortuna dei giocatori sono gli allenatori. Uno non si dimentica come si giocare, ma quando manca la fiducia lo si sente. Siamo persone prime di giocatori”.
Su Kjaer: “È la grandezza dell’uomo, lo conosco da quando aveva 20 anni al Palermo. Era molto giovane, era riservato e chiuso. Il valore dell’uomo è sempre davanti a tutti. Mette sempre davanti a tutto il noi. È un grande uomo, quello che ha fatto l’ha fatto perché lui è questo. Non si prende nessun merito, l’importante è che Eriksen stia bene. Per tutti gli sportivi è quello l’importante. Simon non lo conosco oggi. Gli darei la fascia? Non ha bisogno di avere la fascia. Poi se Baresi fa quel post questo ti fa capire. Io non ho mai sentito un mostro sacro pronunciarsi in questo modo, anche negli anni passati. Fare il capitano al Milan non è portare solo la fascia, non è fare solo la foto con la fascia al braccio. Portare la fascia e la maglia del Milan è pesante, è molto difficile. Il capitano del Milan deve essere un grande uomo e pensare prima allo stemma che ha davanti e dopo al nome che ha dietro”.
Come hai vissuto il giorno del trasferimento al Milan? “È stato particolare, tutto di fretta e furia. Non me la sono goduta al massimo, è stata una cosa velocissima. Poi a mente fredda ho capito realmente dov’ero, che fortuna stavo avendo e che mi dovevo dare da fare perché così come ero entrato così mi facevano uscire”.
Sul coro che gli cantano i tifosi: “Per come sono io dovrei baciare a terra per aver giocato nel Milan, io sono una mosca nella storia del Milan. Però il coro che mi fanno lo apprezzo perché quando ti vedono come uno di loro umanamente e calcisticamente per me vale tanto. Siamo in pochi che abbiamo il coro, me lo tengo stretto. Bello così, è tanta roba”.
Su Gattuso: “È uno che dà il 1000 per 1000, la mia idea è che se gli dici una cosa e poi ne fai un’altra… Rino è così, ci mette la faccia in tutto. Se prendi Rino prendi un grande uomo, onesto e leale. Non fa nulla per un secondo fine. Ha lasciato due anni di contratto, eh. Un altro poteva restare, lui dimostra di essere quello che è, un grande uomo. Mette i suoi valori davanti a tutto. È coerente”.
Su Tonali: “Non tutti i giovani sono pronti. Kessie e Bennacer hanno avuto un’annata importante. L’anno prossimo con la Champions magari sono più partite, le cose possono cambiare. Non discuto le sue qualità. È il futuro della Nazionale, è molto forte. Ha bisogno di tempo come tutti i giovani che giocano nelle grandi squadre”.
Speravi nello scudetto o va bene il piazzamento Champions? “Capendo anche un po’ le ambizioni della società l’obiettivo era la Champions. Ora la cosa importante è la continuità. Questa annata deve essere una base per far sì che gli anni che arrivano siano normalità. Il mio augurio è che il Milan possa lottare a questi livelli e migliorare tutti gli anni. Il Milan è tornato a casa, ora questa casa bisogna mantenerla”.
Cosa ti aspetti dal Milan in Champions? “Mi aspetto una bella Champions League, mi auguro che il Milan possa dare continuità di risultati. Poi chiunque arrivi al Milan capisca che il Milan è il top, un punto d’arrivo. Il Milan non può essere un trampolino, non esiste proprio. Il Milan è il Milan ragazzi”.
Su Tomori: “L’anno scorso ho iniziato a fare il corso di allenatore e mi confrontavo con tante persone. Parlavo con Balzaretti, ha una competenza devastante. Parlavamo di Tomori, e quando il Milan prende Tomori ci siamo detti che aveva preso un grandissimo giocatore. Su Tomori con me sfondate una porta aperta, per me è un top, è veramente forte. Con Tomori ti puoi permettere di giocare uno contro uno perché tiene il contatto fisico, i 50 metri alle spalle, tiene la pressione in avanti perché è abituato. In un famoso Juve-Milan mi ricordo di un lancio lungo per Vucinic, Thiagone era in ritardo ma lo riprende e lo dribbla. Questi sono i grandi giocatori. Conoscendo Massara, ho giocato a Palermo con lui, gliel’ho detto: “Ricky complimenti, avete preso un calciatore devastante”. Gliel’ho detto a gennaio”.
Su Calhanoglu: “Ho capito che copre tutto il campo, ma i matrimoni si fanno in due. Alla fine i grandi giocatori che ti aiutano per tutto il campo ci sono, mi viene in mente il Papu. Io spero sempre nel meglio, e quindi… Poi io vivo lontano, leggo i giornali e chiedo (sorride, ndr)”.

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