A. Moggi: "La problematica delle scadenze andava risolta prima"

Alessandro Moggi, noto procuratore, è intervenuto a TMW Radio e ha parlato della situazione legata ai giocatori col contratto in scadenza al 30 giugno.
La situazione delle scadenze contrattuali rischia di essere portata fino al gong.
"Forse sì, ed era uno dei principali problemi che andava risolto prima. Feci l'esempio di un giocatore che già dal primo luglio si era accordato con una squadra italiana, ed oggi non sappiamo ancora se la data sarà quella o il primo settembre. Ci sono problematiche di carattere formale, l'orientamento è di posticipare in deroga la scadenza dei contratti di altri due mesi. Al momento attuale si dice così, poi le società faranno trattative singole con i propri giocatori".
Forse meglio dividere in 14 mensilità quest'anno e 10 mensilità il prossimo. Per le scadenze come fare?
"Mi sento di dire che generalmente i calciatori vogliono concludere la stagione: ad ora non si può incrementare le rose e chi non proroga rimane fermo, non credo sia attuabile. Un conto è chi sta in continuità contrattuale anche per le stagioni successive, e quindi anche i fine prestiti, mentre è caso diverso per chi è svincolato al termine della stagione 2019/20, ed oggi cerca un contratto. Ci si potrebbe trovare di fronte ad una discriminazione, perché davanti ci si potrebbe trovare situazioni in cui una società paga meno perché l'inizio dell'impegno contrattuale è iniziato dopo e la stagione 2020/21 dura meno. Questa cosa è da gestire bene, in funzione degli atleti: giocheranno 14 mesi per un club e, nella migliore delle ipotesi viste anche le riduzioni dei salari, ne avranno pagate undici. Così non può finire".

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