acmilan - La storia della settimana: "Tra incudine e martello" di Federico

acmilan - La storia della settimana: "Tra incudine e martello" di Federico
martedì 29 gennaio 2019, 22:36News
di Thomas Rolfi
fonte acmilan.com

Vengo da Tirano, un piccolo paese della Valtellina. Fin da piccolo nelle mie vene scorre sangue rossonero e se devo ringraziare qualcuno, beh, è nonno Umberto, il papà di mia mamma. Correva il 1999 e io stavo tra due fuochi: gli zii, che abitavano in un altro paese, e il nonno. Da una parte frottole e maglie zebrate, dall'altra nonno Umberto che proprio in quell'anno aveva appena preso la nuova macchina. Scegliere è stato semplice. Quella macchina sarebbe stata mia una volta raggiunta la maggiore età, a patto che fossi diventato milanista. Credo di non averci impiegato nemmeno un secondo a decidere.

Mi ricordo ancora: guardavamo le partite insieme sul divano. I vicini non avevano bisogno del satellitare, quando segnava il Diavolo lo sentivano per tutta la via, dalle grida, nonostante le finestre fossero chiuse. Quando arrivò quel giorno... 11 maggio 2001. Avevo nove anni, il nonno salì da mamma Paola e le disse: "A Fede ci penso io". Mi caricò in macchina e mi portò a San Siro. Ero il bambino più felice non solo della terra ma del pianeta, il resto lo sapete. Nel 2006, tra gioie e pianti, il nonno mi lasciò per andare in un posto migliore. Mi lasciò anche la macchina, che divenne mia insieme a questa grandissima passione per questi colori.

Oggi più che mai sono rossonero fino alla morte, abbonato a San Siro nonostante la distanza. Ogni volta che mi siedo al mio posto allo stadio sento una brezza che mi accarezza: so che il nonno è ancora lì con me, è presente. Sono sicuro che un giorno lo troverò tra tutte quelle persone del pubblico, tutti uniti da una sola bandiera. Sono sicuro che tu sei quello che grida più di tutti e quando scorgerò la tua pelata ti verrò a salutare. Ti voglio bene nonno Berti. E sempre forza magico Milan!

di Federico Cantoni