Criscitiello: "Caro Silvio, un pensiero per te"

Criscitiello: "Caro Silvio, un pensiero per te"MilanNews.it
© foto di Federico De Luca
lunedì 8 agosto 2016, 16:46News
di Enrico Ferrazzi
fonte di Michele Criscitiello per TMW

Nel mio cuore c'è sempre stato spazio per una sola squadra: l'Avellino. Ma da bambino ti impongono che devi tifare per una grande, altrimenti quando vai al mare ti dicono: per chi tifi? Tu non puoi rispondere solo Avellino. Bene, io ho sempre detto Avellino ma da piccolo ero anche tifoso del Milan. Crescendo e lavorando nel calcio poi ogni fede passa in secondo piano e acquisisci la lucidità del giornalista e il tifoso resta dentro di te nel ricordo da bambino. Avevo 6 anni e mi regalarono il cappello con le treccine di Gullit. Ne avevo dieci e mio padre, con mio zio, mi fecero un regalo: tribuna autorità per vedere la semifinale di Coppa Campioni del Milan contro il Monaco. Vincemmo facile, 3 gol e tutti a casa. Per completare la serata mio padre mi portò a cena all'Assassino, ristorante covo milanista dove trovammo Sacchi e Braida. Mi fecero l'autografo e dopo 20 anni lo feci vedere a Braida che nel frattempo avevo conosciuto per questioni lavorative. Ero piccolo quando il Milan trionfò a Barcellona e oggi Berlusconi lo ricorda come il successo più bello della sua carriera trentennale. Mille ricordi legati al Milan di Berlusconi. Poi la passione rossonera è svanita con il passare degli anni, la ritrovai in una semifinale a Lione (0-0) quarti di Champions e in finale ad Atene contro il Liverpool: ma in quel caso, sarò sincero, più che la passione per il Milan era per l'allora fidanzata malata milanista. Ho apprezzato il Milan nei racconti di Gattuso, l'ho disprezzato per alcune strategie di Galliani e l'ho disprezzato ultimamente per la pessima gestione del finale di un film stupendo. Caro Silvio, ti fa onore lasciare oggi prima che sia troppo tardi. Nella vita tutto finisce. E' come se fossimo in un ospedale: puoi essere Berlusconi o un parcheggiatore abusivo ma lì dentro siamo tutti uguali.

Siamo tutti uguali anche quando il tempo passa e, prima o poi, il Signore ci presenta il conto. Il calcio oggi ti presenta il conto e tutti ti riconosciamo che sei stato un eroe. Solo chi fa calcio e lo vive, non da tifoso, sa bene che vincere è sempre difficile. Tu, Presidente, hai vinto tutto e non potevi permetterti un altro anno umiliante e fallimentare. Umiliante la gestione del club, più che i risultati. Avevi perso il controllo e la diatriba Galliani-Barbara ne è stato il peggiore epilogo di come il tempo passa e trascorre male. Tua figlia contro il tuo alleato storico. La politica ha portato via tempo prezioso al calcio, adesso la vecchiaia che incombe e le forze che vengono meno. I cinesi non avranno mai la passione di Berlusconi e Moratti come gli americani non hanno la passione dei Sensi ma a comandare spesso sono, purtroppo, i soldi. C'è una grande differenza e non sta solo nei soldi. I cinesi non hanno neanche le competenze di Berlusconi, più Silvio di Moratti e Sensi. Il calcio è passione e sacrifici. Come quando apri un ristorante. Il proprietario deve essere sempre lì altrimenti camerieri e cuochi fanno il diavolo che vogliono. Tra 20 anni Barbara racconterà ai suoi tre figli quanto è stato grande il nonno nel calcio e mostrerà quelle vhs, Mondiavolo e i Tre tulipani, che oggi io ancora conservo.