Ds Lazio rivela: "A gennaio non abbiamo ceduto Tavares al Milan per una cifra importante"

Angelo Fabiani, direttore sportivo della Lazio, ha raccontato il momento del club per cui fa il mercato nel corso dell'intervista con il portale La Lazio Siamo Noi.
Ha detto il dirigente biancoceleste, rivelando anche qualche retroscena relativo ai mesi scorsi: "Oggi la Lazio ha un patrimonio di calciatori importante, quando sono arrivato non era così. La cessione di Milinkovic, di Luis Alberto, di Immobile, tre giocatori straordinari e importanti, ha fruttato 60 milioni di euro. Se ci aggiungiamo altri 30 milioni per tutti gli altri calciatori, siamo a 90-100 totali. Oggi non a parole, ma con richieste formali ricevute da società, il parco giocatori supera i 300 milioni di euro. Questo può in qualche maniera rappresentare un passo indietro, ma vi assicuro che significa invece fare due-tre passi in avanti, perché la società riesce a dire no a richieste importanti che ci sono state davvero".
Prosegue e conclude quindi Fabiani: "E parlo di Gila, Castellanos, Gigot, Rovella, Tavares che a gennaio non abbiamo ceduto al Milan per una cifra importante. Lo stesso vale per Romagnoli che ha richieste, così come Mandas e altri. L’elenco sarebbe lungo e noioso, questi sono giocatori che rappresentano un patrimonio per la società. La squadra ha carburante a sufficienza per arrivare a gennaio e a luglio facendo sì che l’allenatore possa lavorare da vicino con questi ragazzi, e poi nel mercato di riparazione fare altre valutazioni. Bisogna ragionare in termini costruttivi, positivi, ma qui non ci si riesce a fermare neanche davanti alla nota ufficiale dove Sarri, al quale va tutto il ringraziamento della società e della tifoseria, dice che si prende tutta la responsabilità per andare avanti perché ha un debito di riconoscenza verso una città e un popolo che non gli ha mai fatto mancare tutto il calore anche nei momenti di difficoltà, come la stessa società con cui i rapporti non si sono mai interrotti. Con lui c’è sempre stata massima stima reciproca. E questo ha fatto la differenza. Qui non si tratta di esperimenti o non, ma di applicare quel senso di appartenenza che Sarri ha dimostrato. Da mesi dico che il programma triennale andava avanti, che bisognava comunque cedere qualcuno di troppo e che le cose non si fanno dall’oggi al domani".

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