Gimenez: "La pressione e responsabilità su noi attaccanti è giusta, siamo quelli che guadagnano di più e che forse hanno più responsabilità con i tifosi"

Gimenez: "La pressione e responsabilità su noi attaccanti è giusta, siamo quelli che guadagnano di più e che forse hanno più responsabilità con i tifosi"MilanNews.it
Ieri alle 21:10News
di Niccolò Crespi

Nelle scorse ore l'attaccante rossonero Santi Giménez si è raccontato in una lunga intervista concessa a GQ México, svelando aneddoti inediti e curiosità sul suo recente approdo al Milan. Tra emozioni, sogni realizzati e retroscena poco noti, il Bebote ha ripercorso le tappe del suo percorso, dalla crescita personale alla nuova avventura in rossonero, aprendo una finestra autentica sulla sua vita dentro e fuori dal campo.

Essere attaccante

“Ho due modi di vedere le cose. Oggi nel calcio moderno la gente guarda solo le statistiche, se hai fatto gol o assist. L’unica cosa che conta per molti è il voto in pagella. E se hai pochi gol o assist, anche se hai fatto una grande partita, non conta. Non tutti sono così, ma molta gente sì. Dall’altro lato, penso che la pressione sugli attaccanti sia giusta, perché alla fine sono quelli che guadagnano di più, che generano di più, che hanno più responsabilità con i tifosi. Sono i più amati. E quando dai tanto, è giusto che ci si aspetti tanto. Quindi sono d’accordo: l’attaccante è il più giudicato”.

L'obiettivo e il sogno col Messico

“Quello che voglio trasmettere a tutti è che bisogna sempre pensare in grande. Nel calcio puoi vincere, pareggiare o perdere, specialmente nei playoff del Mondiale. Ma bisogna sempre pensare a diventare campioni del mondo, perché no? Pensare è gratis, sognare è gratis. Se punti in alto, è meglio. Se pensiamo solo a raggiungere il quinto match o i playoff, non lo raggiungeremo. Dobbiamo pensare oltre, a vincere il Mondiale. Abbiamo l’allenatore perfetto in Javier Aguirre e l’assistente perfetto in Rafa Márquez, tutti conoscono la loro autorità, il loro amore per il Messico, e ce lo trasmettono ogni giorno. Ci fanno sentire il peso della bandiera ad ogni partita”.