L’ex fattorino ha espugnato Madrid: Messias è quello che mancava al Milan

L’ex fattorino ha espugnato Madrid: Messias è quello che mancava al MilanMilanNews.it
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giovedì 25 novembre 2021, 19:00News
di Pietro Andrigo
fonte tuttomercatoweb.com

All’improvviso, Junior Messias. Il fantasista brasiliano ha fin qui vestito i panni dell’oggetto misterioso, nella stagione da grandi speranze del Milan. Novello Godot, da aspettare a lungo. Troppo a lungo, perché a spiegare tanta attesa potessero bastare i tempi di un fisiologico ambientamento. Quarantanove minuti in campo, prima della mezz’ora e rotti dell’Estadio Metropolitano. Che potrebbe aver cambiato la stagione, sua e del Milan. 

Un affare romantico. Se si parla di Messias, è un attimo (s)cadere nel romanticismo a tutti i costi. È quasi dickensiana, nel suo svolgimento, la vicenda che lo vede protagonista. Non così tanti anni fa, un decennio, giocava nei tornei UISP del Piemonte. Vuol dire confrontarsi con gli amatori, neanche con i dilettanti. Faceva il fattorino, e con arguzia qualcuno ha sottolineato che la miglior consegna della sua carriera l’ha fatta ieri sera, dietro la schiena scoperta di Oblak. È passato per quasi tutte le categorie del calcio italiano; ha impiegato tempo, tanto. Ci ha messo passione, e anche parecchia fiducia in se stesso, ché non deve essere semplice crederci sempre, anche quando tutti gli indizi attorno a te porterebbero a dire che non vale più la pena. Ha esordito in Serie A compiuti da poco i ventinove anni. Nel massimo campionato, ha impiegato un mese per trovare la prima rete. In Champions, gli è bastata una partita. Con quali toni, se non con quelli di un romanzo di formazione, si può raccontare una storia così?

Un affare dell’ultimo minuto. Se il lato umano affascina, quello sportivo rappresentava - e in parte rappresenta tuttora - un grande punto di domanda. Messias è arrivato al Milan agli sgoccioli del mercato estivo, quando tutti, probabilmente compresa la proprietà, si aspettavano qualcosa di diverso. Dopo aver atteso anni per sfondare, ha fatto un triplo triplo salto mortale carpiato con avvitamento: dalla retrocessione alla seconda in classifica. Annegato nella melassa del romanticismo di cui sopra, in gran parte giusto e comprensibile, il suo arrivo al Milan ha sollevato, negli animi più cinici, più di un sopracciglio. Tutto molto bello, ma poi il Diavolo gioca ad altissimi livelli e deve sostituire uno come Calhanoglu: può davvero bastare un brasiliano ultratrentenne preso dal Crotone?

Il miracolo che serviva a Pioli, quello che mancava al Milan. Il tecnico emiliano ha rifiutato l’etichetta di miracolosa, parlando dell’epifania di Junior Walter Messia da Belo Horizonte. Non ha torto, se questa etichetta mira a sminuire un percorso che, per quanto a un certo punto sia stata fin troppo vorticosa, è fatto di crescita e pure merito. Un miracolo calcistico però Messias lo è stato, nel senso che ha cambiato le sorti di una partita altresì destinata a finire in un inutile e rancoroso pareggio. E da qui in avanti potrebbe cambiare la stagione del Milan. Intanto, per quello che ha già fatto: dopo Firenze, dopo tre sconfitte su quattro in Champions, la vittoria di Madrid è un gigantesco sospiro di sollievo che spazza via tanta polvere psicologica. Da domani, Romagnoli&Co saranno più leggeri e più sicuri di se. E poi, per quello che potrebbe essere in futuro. Il Milan ha due necessità: la prima, alternative sulla trequarti. La seconda, giocatori che sappiano e possano cambiare il corso di una partita. In queste caselle, Messias ci sta alla perfezione. Resta il dubbio se la sua, che è una favola, sia davvero quella adatta al Milan. Però bisogna anche arrendersi all’evidenza, di un gol che non è stato un apostrofo ma il punto esclamativo di un’ottima mezzora di calcio. In Messias si può credere. Lui lo ha sempre fatto.