Lega Serie A, Bonomi: "C'è chi vuole il calcio come feudo personale"

"Sono un civil servant, lo spirito di servizio è la mia bussola. Se la sesta industria del Paese lancia un grido d’allarme, posso tirarmi indietro?”. Inizia così l’intervista al Corriere dello Sport di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria proposto al vertice della Lega Serie A. “Sul mio nome ho chiesto ampia convergenza, deve essere chiaro a tutti che è così. Altrimenti ognuno resta a casa sua”.
Su Micciché.
“È un grande manager che si è messo a disposizione. Quando ha tentato di toccare alcuni interessi, hanno trovato un pretesto formale per farlo saltare. La litigiosità è dovuto a uno scontro di interessi. C’è chi vuole gestire il calcio come un feudo personale e chi lo vuole portare nel futuro. Bisogna imparare dallo sport professionistico per eccellenza, quello americano”.
Sul sistema.
“Sono sicuro che ciò che ho fatto in Confindustria sia replicabile. I bilanci sono tornati in utile, le partecipate sono state messe a posto, l’anno scorso il Sole 24 ore ha cambiato sede, ha modificato il formato del giornale, ha chiuso i centri stampa che erano uno spreco inaccettabile di risorse e ha trovato un accordo sindacale per favorire l’uscita dei pensionabili e assumere giovani. Si può fare anche nel calcio con una gestione seria, indipendente ai conflitti dei club”.

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