Milan e "Parole O_Stili", firmato il Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport. Tutte le dichiarazioni di Gazidis, Baresi, Calabria e Salvatori Rinaldi

Milan e "Parole O_Stili", firmato il Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport. Tutte le dichiarazioni di Gazidis, Baresi, Calabria e Salvatori Rinaldi
martedì 13 aprile 2021, 18:16News
di Manuel Del Vecchio

Nel pomeriggio, per sancire la firma del Milan sul Manifesto della comunicazione non ostile per lo sport dell'associazione "Parole O_Stili", si è svolta una diretta, condotta da Pier Donato Vercellone, Chief Communication Officer del Milan, e Rosy Russo, presidente dell'associazione, in cui sono intervenuti il CEO Ivan Gazidis, il vicepresidente onorario Franco Baresi e i calciatori Davide Calabria e Deborah Salvatori Rinaldi. Di seguito tutte le loro dichiarazioni.

Franco Baresi:

Il vicepresidente onorario rossonero comincia così: “Sono felice di poter sostenere questa associazione. Il mondo dello sport è un veicolo importantissimo, abbiamo la responsabilità di trasmettere valori positivi come rispetto ed educazione. I social sono importantissimi ma bisogna saperli usare, dall’altra parte della tastiera non sai mai chi c’è. Il nostro comportamento e le nostre dichiarazioni sono fondamentali. Quando clickiamo sappiamo che arriva in tutto il mondo, ho la fortuna di aver giocato nel mondo del calcio per tanti anni e so quanti milioni di appassionati ci sono. So che messaggio deve arrivare”.

Sull’inclusività: “Ho vissuto in uno spogliatoio con tanti giocatori di paesi diversi. Prima del giocatore c’è sempre la persona, con le sue qualità e le sue fragilità. Conoscere varie persone con diverse culture mi ha arricchito, è una cosa che rende vincenti fuori dal campo e in campo”.

Deborah Salvatori Rinaldi:

Il punto numero 9 del Manifesto recita: “Gli insulti non sono argomenti”: “Mi ha colpito più che altro quasi per la banalità della situazione. Secondo me non dovrebbe esserci neanche il problema di questa questione. Mi hanno insegnato ed educato che non ci facciamo da soli, mi hanno insegnato a non giudicare mai. Mi reputo un’atleta ma prima una persona. Mi sveglio la mattina, facio dei sacrifici, sono a contatto tutti i giorni con problematiche e gioie che questo sport porta: infortuni, rapporto con la squadra, il dover stare lontano dalla famiglia. Tutto questo me lo porto in partita, e penso che chi è dall’altra parte con una maglia diversi si porti dietro le stesse cose. Ora indosso questi colori che amo, penso però che ci siano persone come me che hanno fatto altre scelte e quindi sono in altre squadre. Ma rispetto tutti. Poi il folklore è il bello del calcio, è bello che ci siano differenze. Il calcio secondo me va affrontato in questo modo, rispettando tutti. La partita è la punta dell’iceberg, dietro c’è veramente tanto”.

Come utilizzi i tuoi profili, che rapporti hai con i tuoi social media? “Rappresentare un grande club penso che tutti possono immaginare cosa significhi. Ma anche se rappresentassi un club più piccolo seguirei lo stile etico. Cerco di seguire lo stile Milan, di trasmettere dei valori che siamo qui oggi a ribadire. I social non vanno utilizzati con troppa disinvoltura. Bisogna essere sé stessi ma sempre mantenendo la responsabilità di quello che si dice. Se ricevo un insulto devo pensare fino a 100, parole e immagini pesano e possono arrivare ovunque. Non posso prendere con leggerezza nessuna parola perché non so chi va a toccare. Sugli insulti se sono di campo o di prestazione non li considero, ma non rimango in silenzio quando si toccano temi come il razzismo o quello del calcio femminile, per cui lottiamo da anni”.

Davide Calabria:

Come stai? “Sto meglio, sta andando bene il recupero. Questi giorni saranno fondamentali, vediamo un po’”.

Come gestisci i tuoi social? “Li gestisco in prima persona con un team che mi dà una mano dietro, insieme anche al Milan. Al giorno d’oggi i social sono fondamentali perché raggiungono tantissime persone, mi piace trasmettere valori positivi”.

Quanto ritieni che sia importante che personaggi famosi diano il loro volto per trasmettere messaggi positivi? “Penso che sia importantissimo, sono tematiche che al giorno d’oggi hanno una cassa di risonanza importante. Penso che bisognerebbe fare di più anche a livello politico, io faccio quello che posso fare, soprattutto sensibilizzare i ragazzi giovani che saranno le generazioni future. Io penso di poter influenzare tante persone nonostante la mia giovane età, e più posso farlo e più lo faccio volentieri”.

Ivan Gazidis:

Il CEO rossonero comincia così: “Il tema che stiamo affrontando oggi è fondamentale anche per il mondo del calcio. Il calcio riflette i problemi della società ma allo stesso tempo può avere un impatto positivo per il cambiamento. L’adesione di AC Milan al Manifesto è un nuovo step nel percorso di responsabilità sociale iniziato da alcuni anni. Abbiamo una visione e degli obiettivi molto chiari su questo tema. Abbiamo promosso il manifesto RespAct per essere più inclusivi e tolleranti. RespAct vuol dire soprattutto azioni concrete. Il nostro manifesto ha quattro aree di intervento: sensibilizzazione, educazione, prevenzione e collaborazione. Esistono problemi di intolleranza e razzismo nella società, tutti abbiamo forme di pregiudizio, a volte possiamo sbagliare. Dobbiamo sensibilizzare i nostri tifosi con messaggi positivi e combattere ogni forma di discriminazione senza accusare o giudicare nessuno ma attraverso la riflessione e la condivisione.  Per quanto riguardo l’educazione crediamo sia fondamentale condividere con le nuove generazione i valori di equità, rispetto e inclusività. Il nostro progetto, Tutti i colori del calcio, coinvolge migliaia di giovani con il contributo di esperti, insieme ai giocatori dei nostri team e al management del club. Un progetto importante che ci rende orgogliosi, portato avanti dal nostro CRS Team. Il nostro club investe sempre in prevenzione, con tecnologie per individuare comportamenti violenti e discriminatori sia in location fisiche che in digitale. Collaboriamo con piattaforme social e istituzioni per mitigare possibili episodi negativi. Con le nostre azioni vogliamo ispirare il mondo del calcio, gli altri club, le istituzioni, i media. Solo se lavoriamo insieme possiamo migliorare. Insieme alla Lega Serie A abbiamo lanciato una campagna contro il razzismo. Vogliamo essere inclusivi. Abbiamo un accordo con l’Ente Nazionale Sordi per rendere accessibili tutti i nostri contenuti, anche per le conferenze di Mister Pioli con la traduzione simultanea nel linguaggio dei segni. In chiusura, sono felice di rappresentare il Milan e di portare avanti un messaggio positivo, un percorso di crescita e di responsabilità. Grazie anche alla collaborazione con l’associazione “Parole O_Stili” vogliamo migliorarci. La strada è lunga ma vogliamo metterci impegno, con la collaborazione di tutti faremo qualcosa di importante”.

Quali sono gli obiettivi finali di questo percorso? “Non c’è una fine, è un work in progress. Tutti abbiamo pregiudizi, dobbiamo avere consapevolezza di questo fatto. Dobbiamo lavorare per migliorare, è importante avere questa consapevolezza. Allo stesso tempo non è solo una questione di ingiustizia sociale. Certo, è questo. Ma è anche una questione di performance. Se avessi un ambiente non inclusivo non ci sarebbe la massima forza di una organizzazione o di un club. Se escludiamo una parte della società non abbiamo le persone più forti incluse. L’inclusione dà forza. Non è solo ingiustizia sociale, è molto di più”.

Sullo Stile Milan: “Questo è un valore del Club, sono orgoglioso di essere qui con una persona come Franco. I valori sono chiarissimi, allo stesso tempo è necessario sapere che anche noi dobbiamo migliorare e pensare alle nostre azioni”.