Milan, le tre ragioni per cui l’Europa League è una questione “di vita o di morte”

Milan, le tre ragioni per cui l’Europa League è una questione “di vita o di morte”MilanNews.it
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lunedì 22 giugno 2020, 17:36News
di Daniel Speranza
fonte bollettinomilan.wordpress.com

L’anno scorso ha rinunciato per mettere fine al contenzioso con l’Uefa. Una sorta di autoesclusione che ha permesso di mettere a parola fine a una parte delle contestazioni sui conti dei rossoneri: quest’anno, fallita ormai la corsa alla Champions (per il sesto anno consecutivo), i dirigenti del Milan hanno deciso che l’approdo in Europa League è diventato una questione fondamentale. Quasi una questione di vita o di morte sportiva. Anche sacrificando parte della preparazione per partire dai preliminari. Per almeno tre motivi.

1 Prestigio e immagine. Elliott non vuole collezionare un’altra delusione. Dopo il mancato approdo in Champions, per un misero punto, aver liberato Gattuso e averlo visto vincere in Coppa Italia, aver fallito l’approccio alla stagione con la scelta di Marco Giampaolo e una campagna acquisti modesta (con tanto di correzione a Natale), la conquista di un posto in Europa League sarebbe considerato un modo per salvare in extremis la stagione. Obiettivo minimo, ma che darebbe un senso al campionato. Non sarà la Champions, ma anche club di primo piano come il Manchester hanno riconquistato posizioni nel marketing vincendo l’Europa League.

2 Ricavi e bilancio. Non garantisce i ricavi della Champions, ma si tratta comunque di una possibilità aggiuntiva per far crescere il giro d’affari. Tra diritti tv, incassi e qualche contratto in più con gli sponsor, l’Europa League vale comunque sempre 20-30 milioni. Se ben gestita può essere anche un veicolo importante per tenere vivo l’intresse dei tifosi, soprattutto in giro per il mondo. E si sa che il traffico dei canali social si possono quantificare in successo commerciale. La Coppa diventa una vetrina in più, soprattutto con l’approdo ai turni finali. 

3. Esperienza e crescita. Per un gruppo di giovani, come quello che si sta formando alla corte di herr Ralf Rangnick, poter partecipare anche a una competizione europea per quanto di secondo livello, aiuta nella crescita e aumenta il tasso di esperienza. Come ha sempre spiegato Gennaro Gattuso, quando si gioca all’estero, aver visto gli avversari in video conta poco. Conta, invece reggere alla pressione di uno stadio particolarmente caldo, adeguarsi al modo di giocare degli avversari, il non farsi prendere impreparati nei primi minuti della gara, imporreil proprio ritmo. In sostanza, conta l’esperienza. Giocare solo il campionato di Serie A non è sufficiente. Inoltre, il progetto Rangnick è ambizioso: mostrarlo anche a livello internazionale potrebbe far dimenticare errori e fallimento dei primi due anni di gestione del fondo americano. Oltre rilanciare il marchio e la Storia del Milan.