MN - Il primo allenatore di Camarda: "In 15 anni che alleno o seguo le scuole calcio mi sono capitati due casi notevoli: uno è Camarda, l'altro..."

È arrivata finalmente la firma di Francesco Camarda al Milan. Il wonderkid rossonero si lega fino al 2027 col club che riesce ad allontanarlo dai grandi club europei grazie anche alle condizioni economiche da predestinato. Ai microfoni di MilanNews.it è intervenuto il suo primo allenatore, Massimo D'Amaro, che l'ha visto crescere all'Afforese.
Un consiglio che si sente di dargli?
"Di continuare a sognare. Finora ha sognato e ha raggiunto gli obiettivi. Arrivare in A è un sogno per tutti e lui ce la sta facendo".
Possiamo dire che c'è ancora talento in Italia?
"In 15 anni che alleno o seguo le scuole calcio mi sono capitati due casi notevoli: uno è Camarda, l'altro si chiama Manuel Trezzi ed è un 2011 della Pro Patria. Il problema a livello giovanile e che si cerca sempre di far fare ai ragazzi quello che vuole il mister quando in realtà bisogna coltivare la fantasia. Va bene insegnarli la tecnica di base, ma non devi bloccare un bambino. Se Francesco faceva una rovesciata gliela lasciavo fare, parliamo sempre di bambini che devono divertirsi. Il problema è sempre quello di anteporre il risultato a tutto il resto".
Ha un aneddoto sul Francesco bambino?
"Segnava valanghe di gol, ma parliamo pur sempre di bambini di 5-6 anni che quindi vanno gestiti. Perciò per bloccarlo, per cercare di limitare la quantità di gol che faceva ero costretto a metterlo in porta. La cosa bella è che a volte usciva palla al piede e segnava come portiere (ride, ndr). È qualcosa di incredibile, ma considerate che era 20 cm più alto dei bambini della stessa età e aveva questa capacità naturale nel saltare l'uomo".

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