Pagni: "La mossa con cui Pioli fa giocare il Milan meglio di Inter e Juve"

Pagni: "La mossa con cui Pioli fa giocare il Milan meglio di Inter e Juve"MilanNews.it
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
giovedì 20 febbraio 2020, 07:24News
di Thomas Rolfi

Questo il pensiero di Luca Pagni sul proprio blog personale:

"Per il Milan doveva essere la settimana della verita’, dovendo incontrare in pochi giorni prima l’Inter nel derby di ritorno e poi la Juventus in Coppa Italia. Una doppia sfida presentata, anche dal Bollettino, come una prova di maturita’ dopo i risultati ottenuti grazie all’inserimento di Zlatan Ibrahimovic.

Se uno dovesse guardare al solo risultato, la prova nn si puo’ dire sia stata positiva. Un solo punto e una sconfitta dolorosa subendo una rimonta che i nerazzurri si ricorderanno a lungo. Ma se si guarda al gioco, il Milan si è rivelato all’improvviso una delle squadre piu’ interessanti viste in Serie A nella stagione. Un Milan che Pioli aveva gia’ iniziato a cambiare grazie all’arrivo del campione svedese, ma che ha trasformato ulteriormente nelle ultime due partite. Due gare in cui ha preso a pallate la Juventus, costringendo Buffon ad almeno 4-5 parate decisive (mentre Donnarumma non e’ mai dovuto intervenire) e ha cancellato dal campo per tutto il primo tempo l’Inter. In pratica se l’e’ giocata alla pari cone le due principali candidate (su tre) allo scudetto).

Ora i rossoneri dovranno confermare la loro evoluzione sorprendente. Ma, intanto, possiamo analizzare come sia potuto avvenire la trasformazione del Milan da brutto anattroccolo a cigno. Ma prima di farlo, il Bollettino deve ammettere di aver sbagliato valutazione: temeva che il vero Milan fosse quello del secondo tempo del derby, incapace di reagire e contrastare la rimonta, per quanto casuale e non dettata dal gioco, dell’Inter. Invece, contro la Juve si e’ rivisto il Milan del primo tempo, dimostrando che il netto predominio sui nerazzurri non era casuale e, soprattutto, di aver superato anche il contraccolpo psicologico.

Veniamo allora ai motivi alla base della trasformazione. Innanzi tutto Ibra: lo svedese, nonostante i suoi 38 anni, ha una presenza fisica e una esperienza che gli permette di “pulire” tutti i palloni che arrivano, di testa, di petto, facendo a sportellate. Puo’ offrirsi al gioco a palla rasoterra, rientrano verso il centrocampo, ma puo’ tranquillamente chiamare la palla alta e offrire una soluzione alternativa per spezzare il pressing sui portatori di palla quando sono in difficolta’. Una alternatva che prima non era contemplata, Inoltre, ne tiene sempre impegnati due e impedisce ai centrali di rilassarsi e di avanzare se non sui calci da fermo. Senza dimenticare il ruolo di regista avanzato e di goleador.

Ma la mossa che ha cambiato a tutti gli effetti il Milan e’ lo spostamento di Hakan Calhanoglu in posizione centrale e l’inserimento di Ante Rebic tra i titolari. Nelle partite di gennaio, il turco aveva giocato a sinistra, con Leao a fare coppia con Ibra. E il croato come arma in piu’ nella ripresa per far saltare le difese avversarie.

Lo spostamente al centro consente, invece, al Milan di avere un elemento di grande corsa come Calhanoglu da utilizzare come marcatore del portatore di palla avversario. Lo ha fatto molto bene su Brozovic e poi su Pjanic. Inoltre, il turco nasce trequartista e puo’ cosi’ creare la superiorita’ a centrocampo non appena il MIlan riconquista palla. Inoltre, tende a spostarsi a destra, liberando la corsia di sinistra per le avanzate di Theo Hernandez. Non solo: a destra il gioco e’ piu’ manovrato mentre a sinistra ci si affida alle folate sulla corsa di Rebic, che ha una gamba potente e riesce sempre a creare situazioni pericolose.

Inoltre, sia Rebic a sinistra che Samu Castillejo a destra si applicano con grande costanza al pressing sui portatori di palla: cosi’ facendo hanno messo in crisi sia Inter che Juve che hanno fatto fatica a costruire dal basso, portando poco palloni puliti in avanti. Non per nulla i bianconeri non hanno creato grandi palle gol, mentre l’Inter ha segnato su situazioni causuali.

In altre parole, Pioli ha superato sia il 433 rigido delle ultime tre stagioni, ma anche il 442. Ora siamo a un 42 “dipende”. Da cosa? Dall’avversario, dalle situazioni d’attacco o difesa, dal pressing alto o basso. Ma diciamo che si è passati a un 4231 che può diventare un 4411 in fase di non possesso. Il limite rimane quello di sempre: il Milan nonostante la mole di azioni in attacco e di tiri in porta, segna ancora poco. Ma non c’e’ dubbio che abbia compiuto un primo salto di qualità e che, finalmente, il Milan se le può andare a giocare alla pari con chiunque".