Pagni: "Milan, i tre motivi per cui la cessione di Cutrone è inevitabile (anche se poco romantica)"

Il Milan dice addio a Patrick Cutrone: lo aspetta un futuro in Premier League. Per due anni ha rappresentato il nuovo corso dei rossoneri: giovani, carini, attaccati alla maglia, provenienti dalla Primavera. Da Donnarumma a Locatelli, da Calabria allo stesso Cutrone, per una stagione la rinascita dalle ceneri dell’ultimo decennio berlusconiano è passato da questo gruppetto di ragazzini tutti approdati in breve tempo nelle Nazionali maggiori. E c’eravamo abituati (tutti, Bollettino compreso) a questa idea romantica della Primaver che trasloca in Prima squadra e trasforma il ranocchio in un team vincente da Champions.
Ma non sarà così. O meglio: tornerà a esserlo ma non con questi protagonisti. Il primo segnale è venuto con la cessione di Manuel Locatelli al Sassuolo. Ora è la volta di Cutrone, destinato al Wolverhampton. Il Milan sacrificherebbe anche Donnarumma, se avesse richieste all’altezza di quella che viene ritenuta la sua valutazione (almeno 55 milioni). Perché i tre giovani cresciuti nelle giovanili rossonere hanno un pregio evidente: valgono oro per il bilancio del Milan.
E’ questa la prima ragione per cui il MIlan ha dovuto per forza di cose sacrificare Cutrone. Essendo cresciuto nelle giovanili, qualsiasi cifra riesce a ottenere dalla sua cessione, diventa plusvalenza. In un precedente articolo, il Bollettino ha spiegato come il Milan avesse necessità di fare cessioni per finanziare l’ingaggio di Angel Correa. In particolare, con la cessione di Laxalt, Borini. Castillejo, Rodriguez e Silva, il club rossonero poteva avanzare un tesoretto fino a 25-30 milioni in plusvalenze. In questo modo può mantenere un rapporto “corretto” tra costo della rosa e ricavi.
Pochi giorni dopo si scopre che i 45 milioni destinati a Correa sono stati invece dirottati sul difensore brasiliano del Flamengo Leo Duarte (11 milioni) e sull’attaccante portoghese del Lille Rafael Leao (35 milioni). E, guarda caso, la valutazione di Cutrone si avvicina ai 25 milioni (18 più bonus). Questo significa che con la cessione di un solo giocatore (invece di 4 o 5) è stato raggiunto un doppio obiettivo: . Al Milan si continua a sostenere che la trattativa con Correa va avanti: ma se fosse confermato, il Milan avrebbe bisogno di fare ulteriori cessioni. Sempre per il discorso di tenere in equilibrio il rapporto costo della rosa/ricavi.
Spiace che non sia stato confermato il blocco di giovani italiani. Non per fare discorsi “sovranisti” (gli Dei ce ne scampino), ma parchè con un blocco di “azzurri” è più facile costituire velocemente un gruppo vincente. In ogni caso non è detto: alla prima squadra si sono aggregati Daniel Maldini e Matteo Gabbia e rimangono sempre Donnarumma, Romagnoli, Calabria, Caldara, Conti (tutti più o meno nel giro della Nazionale). Ma qui veniamo al secondo motivo che ha reso necessaria la cessione di Cutrone: l’aspetto tecnico-sportivo.
Se fosse un campione, il Milan non lo avrebbe ceduto. Se fosse stato il bomber da 25 gol a campionato, il Milan l’anno scorso non avrebbe preso Piatek. Se sapesse giocare da seconda punta, avrebbe segnato qualche gol in più. Cutrone è un buon giocatore destinato a una onesta carriera da professionista. E’ vero che certi attaccanti esplodono in età più matura, ma purtroppo il Milan non poteva aspettare. E aveva urgenza di rifare l’attacco: l’anno scorso è stato solo l’ottavo più prolifico della Serie A. Con qualche gol in più, il quarto posto sarebbe stato tranquillamente alla portata, visto che alla fine la difesa è risultata la terza migliore del campionato.
Infine, c’è un terzo aspetto: quello ambientale.Cutrone aveva fatto già sapere di volersi giocare la sue carte al Milan. In pratica, anche se non lo dice esplicitamente, ambisce a un posto da titolare. Ma in questo momento, Giampolo non glielo garantisce. Inoltre,il Milan ha bisogno di una seconda punta con altre caratteristiche. Cutrone, al massimo è la riserva di Piatek. E’ quindi giusto che prenda la sua strada e vada in una squadra che gli garantisce il posto tra gli undici. Per non dire che il suo tipo di gioco è adatto alla Premier.
Con buona pace per il romanticismo nel calcio.

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