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Gianluca Galliani racconta il suo Milan-Monza: "Non ho mai vissuto in modo così emotivo nemmeno le finali di Champions"

TWITCH - Gianluca Galliani racconta il suo Milan-Monza: "Non ho mai vissuto in modo così emotivo nemmeno le finali di Champions"
venerdì 21 ottobre 2022, 21:00News
di Manuel Del Vecchio

Alla vigilia di Milan-Monza la redazione di MilanNews.it ha avuto il piacere di intervistare Gianluca Galliani, figlio dello storico AD rossonero ed imprenditore con Noisefeed Injuries, un database che raccoglie ed elabora Big Data sugli infortuni nel mondo del calcio. Gianluca Galliani è stato ospite sul canale Twitch di MilanNews.it, dove ha parlato di Milan, di Monza, del papà e di tanti ricordi a tema rossonero. Queste le sue dichiarazioni, mentre in calce all'articolo è disponibile il video integrale della diretta:

Ciao Gianluca, benvenuto. Per questa partita ti consideriamo un tifoso del Milan o un tifoso del Monza? “Entrambi (sorride, ndr). Da sempre, da oltre quarant’anni. Ho sempre tifato per queste due squadre, non hanno mai giocato contro se non nei lontani anni ’80 nella stessa categoria, ahimè per il Milan. È una grande novità, è qualcosa di indecifrabile per il mio cuore. Sono tifoso accesissimo di entrambe le squadre”.

La genetica quindi non sbaglia, il trasporto è lo stesso di papà di Adriano: “Sì, penso si sia visto per decenni che siamo quasi più ultras… (ride, ndr)”.

Ti aspettavi un impatto così forte da parte di Palladino alla guida del Monza? “Definirla una partenza straordinaria è poco, è la partenza migliore per un esordiente in panchina nella storia del campionato di Serie A. Nessun esordiente ha mai fatto così. Stiamo parlando di un qualcosa di veramente inaspettato. Ma devo dire la verità, e voi conoscete bene mio padre, io da due anni gli sentivo dire che c’era questo ragazzo straordinario che allenava nel Settore Giovanile del Monza. Me ne ha sempre parlato, io non l’ho mai visto allenare fino alla prima partita con la Juventus. L’ho conosciuto, ha una capacità di coinvolgere tutti e di motivare uniche. Mio padre ci credeva tantissimo, tant’è che ha avuto il coraggio di metterlo in panchina dopo una partenza in Serie A abbastanza difficile: mettere un esordiente dopo una partenza di questo tipo è stata una scommessa veramente enorme che mio padre si è preso, ma è stato bravissimo perché i fatti gli stanno dando stra ragione: è un ragazzo che ha delle qualità per diventare un allenatore veramente top”.

Senza Leao, che dovrebbe partire dalla panchina, e senza Maignan qual è il giocatore che temi di più per domani? “Penso comunque che Leao scenderà in campo domani… È evidente che sia il giocatore più determinante del campionato; quest’anno è arrivato anche Kvaratskhelia che sta iniziando ad insidiare il ruolo di Leao di giocatore più determinante. Immagino che chiunque sfidi il Milan sulla fascia destra abbia dei grattacapi. Mi viene comunque difficile analizzare la partita, lato Monza o lato Milan, il cuore sarà completamente diviso: comunque vada sarà una festa”.

Sul paragone dello Scudetto di Zaccheroni del ’99 e quello di Pioli dell’anno scorso: “C’è una grande differenza. Il Milan del ’99 era sempre comunque il Milan, quindi non voglio togliere nulla allo scudetto meraviglioso di Zac e dei ragazzi che fecero qualcosa di straordinario quell’anno ma quest’ultimo scudetto secondo me ha un valore importantissimo. È stato riaperto un ciclo, è stato qualcosa di unico e infatti è stato celebrato dai tifosi come qualcosa di straordinario. Raramente mi ricordo una festa come quella di quest’anno, c’è stata una partecipazione enorme: tutti noi cuori rossoneri abbiamo patito molto in questi ultimi dieci anni. È stato uno scudetto fondamentale. Noi vinciamo un campionato ogni dieci anni, tranne negli anni ’90, è un peccato… Anche negli anni “nostri” si sarebbe potuto vincere qualche campionato in più… C’erano un po’ di situazioni per cui qualche campionato in più che potevamo vincere non l’abbiamo vinto. Però è vero che il Milan nelle coppe ha l’abitudine di fare qualcosa di straordinario, in campionato a volte fatichiamo: ogni volta che arriva uno Scudetto è una grande gioia”.

A proposito di coppe, al Milan di Pioli cosa manca per fare quel passo in più anche in Champions League? “Innanzitutto mancano degli arbitraggi corretti. Questo non può non essere evidenziato. Giudicare il Milan dello scorso anno e di quest’anno tecnicamente e tatticamente risulta difficile perché non è stato messo in condizioni, da arbitraggi scandalosi, di potersi esprimere. Credo che nessuno di noi possa avere un giudizio sul Milan in Champions League perché al Milan non è stato permesso di giocarsela: prima togliendoci le coppe, poi con una serie di arbitraggi quasi a livelli di Calciopoli. Non voglio dire che l’UEFA è Calciopoli, per carità, ma voglio dire che ci sono arbitraggi inspiegabili. Mi auguro che riescano a mettere una toppa, una pezza a questo arbitraggio scandaloso col Chelsea. Adesso ci attendono sfide difficili e non sarà per niente facile passare il turno. Poi sicuramente sembra che la squadra in Europa non renda come in campionato: in Serie A psicologicamente è molto forte, in Champions lo è un po’ meno. I gironi poi capitano in periodi in cui noi, da quando c’è Pioli, abbiamo storicamente tanti infortuni. Non è facile dare un giudizio, e quindi più che un giudizio darò una speranza: dobbiamo riuscire a passare anche se sarà difficile. A Zagabria sarà una bolgia, noi ci abbiamo giocato tante volte, è uno stadio infuocato e la squadra è forte. Il Salisburgo è una squadra forte. Peccato, avremmo potuto fare qualche punto con il Chelsea che ci avrebbe fatto vivere più serenamente queste ultime due partite. Il Milan è comunque una squadra che ha sempre mostrato resilienza, nei momenti di difficoltà in cui tutti pensano che siamo spacciati si tirano fuori le unghie. Vediamo, vediamo. Comunque per le squadre italiane in coppa non sembra che tiri una bella aria… Noi siamo stati gli unici a pagare, esclusi in maniera indegna, il Fair Play Finanziario. Sicuramente il nostro paese non è più competitivo a livello economico quindi è difficile essere competitivi in Champions; se poi aggiungiamo questi arbitraggi inspiegabili diventa veramente difficile. Io però ci credo”.

Qual è il giocatore del Monza da temere di più? “Io ho un po’ un rimpianto, perché quello che ci ah cambiato la squadra, che è Rovella, non ci sarà: è un giocatore che spostato gli equilibri. Io credo che il Monza sia un bel collettivo, quindi è difficile fare un nome: si è visto anche in Coppa Italia ad Udine, quando sono stati lasciati a casa i 12 che di solito giocano di più e la squadra ha fatto comunque molto bene. Se posso dire mi è piaciuto molto Bondo, ha fatto un esordio straordinario con l’Udinese. Sono curioso di vedere che approccio avrà in uno stadio tutto esaurito per una partita speciale al di là dei contenuti tecnici. È molto bella questa cosa, la presenza del Monza, di Berlusconi e di mio padre (Adriano Galliani, ndr) ha contribuito al sold out. È molto bello che nell’aria ci sia questa magia e questa attesa. In famiglia c’è molta emozione. A livello emotivo, non di risultato perché qualunque risultato venga va bene, non ho mai sentito una partita così: vederti passare una vita con le squadre che ami da 40 anni è molto bello”.

Durante l’epopea Berlusconiana qual è stato il tuo campione preferito? “Tutti diciamo Van Basten perché è Van Basten, ha lasciato un segno leggendario. Ma c’è un giocatore che al Milan è rimasto poco, che però avevo atteso in maniera particolare perché stimavo: Roby Baggio. È stato un esempio di forza nonostante gli infortuni. Qualche volta a Milanello, il sabato di nascosto, al termine dell’allenamento mi fermavo a guardare quando calciava le punizioni con ammirazione. Mi ricordo che una volta ha fatto gol 10 punizioni su 10, era uno spettacolo. Però abbiamo avuto dei campioni talmente straordinari che citarne solo uno è impossibile. Avendo vissuto tutti gli anni dall’86 fino all’ultimo abbiamo avuto la fortuna di vedere talmente tanti fuoriclasse che citarne uno a parte Van Basten è difficile. Forse Maldini e Baresi perché sono i capitani. Con loro ho un legame speciale, quando li vedo provo sempre emozione”.

Casa Galliani come sta vivendo questa vigilia? Tu e papà Adriano riuscirete a dormire? “A me non è mai capitato, nemmeno nelle finali di Champions, di vivere in modo emotivo una partita come quella di domani, devo essere sincero. Ripeto, non tanto per il risultato, perché dalla serata di Pisa in cui il Monza si è aggiudicato la Serie A la prima cosa che mi sono chiesto è stata: “Ma cosa succederà a San Siro col Milan?”. È una partita che è nei pensieri e nel cuore da qualche mese, finalmente è arrivata così ci togliamo il dubbio. Sarà bellissimo anche il ritorno, e ovviamente spero che si giochi anche l’anno prossimo. Ma ovviamente la prima è la prima, sarà sempre straordinaria perché è una partita che rappresenta una vita. C’è grande emozione, mio padre è emozionato: vivo in simbiosi con lui e lo percepisco, capisco quando è agitato… È proprio emozionato, è inevitabile. Noi continuiamo ad andare a San Siro, a fare esultanze scatenate… Quindi è particolare, è un qualcosa di difficile da decifrare come tutti i sentimenti”.

Tiene spesso banco il tema infortuni. Da persona che se ne occupa con Noisefeed, pensi che quello che succede al Milan sia dovuto anche all’enorme intensità con cui i giocatori si allenano e poi mettono in partita? “È vero che c’è una ricorrenza, soprattutto in autunno. Penso che il Milan faccia la differenza in Italia perché in certe partite va al doppio delle altre squadre. È evidente che a Milanello ci danno dentro, è la forza della squadra. Ed è evidente che quando ci dai dentro può capitare qualche infortunio, succede anche ad altri allenatori, penso a Juric, di avere tanti infortuni di quel tipo perché se ti alleni a due all’ora hai meno problematiche di quel tipo, però vinci meno partite. Sicuramente il Milan ha un’alta intensità in campo, quindi può esserci una correlazione di cui io però non ho evidenza: posso supporre dall’esterno, non ho mai visto un allenamento del Milan di Pioli quindi non ho proprio idea. Però devi dire che la squadra ha reagito a questi infortuni in maniera straordinaria, anche in quest’ultimo periodo. Pioli lo stimo molto, sta facendo un lavoro incredibile insieme al suo staff. Credo che dopo il Mondiale la situazione migliorerà, ma già adesso aver recuperato Origi e Rebic è fondamentale”.

Per domani è recuperato anche De Ketelaere. Che ne pensi del belga? “Non lo conoscevo, devo dire la verità. L’ho visto giocare in Champions in 2-3 partite importanti in cui ha fatto bene. Mi sembra un ragazzo che ha una grande visione di gioco. Con questi ragazzi bisogna stare calmi, perché se uno avesse analizzato Leao e Tonali dopo i primi 2-3 mesi avrebbe bruciato tutto. Credo che la forza di Paolo (Maldini, ndr), di Massara e di Moncada è stata quella di vedere in Tonali qualcosa, prenderlo dal Brescia, riscattarlo… Con i giovani bisogna avere pazienza. A me spaventava quando dopo un passaggio lo hanno paragonato a Kaká, perché mi sembrava troppo. Adesso credo che ci sia troppa negatività intorno a questo ragazzo che ha dimostrato di avere secondo me una capacità di visione in campo importante, come Adli. Bisogna avere pazienza, fortunatamente Brahim Diaz sta giocando bene quindi le alternative non mancano. Quando si ha un gruppo così giovane bisogna davvero avere pazienza, perché quello che può sembrare un disastro oggi fra 10 partite può diventare un giocatore che può fare la differenza. Sono felice che il Milan lo abbia acquistato”.

C’è stato qualche giocatore che negli anni è stato vicino al Milan ma poi il trasferimento non si è mai concretizzato? “Tanti, tantissimi, così come ci sono stati giocatori che erano vicinissimi ad altre squadre ma poi sono arrivati al Milan. Il primo che mi viene in mente è stato Gianluca Vialli, ma se avessimo preso Gianluca Vialli poi non sarebbe arrivato Van Basten, quindi con il massimo e totale rispetto per Gianluca, che è un amico, una persona speciale ed è stato un grandissimo calciatore, però a volte ci sono degli incroci nel calciomercato. Noi avevamo venduto Serginho e Boban alla Fiorentina, hanno rifiutato e sono rimasti al Milan grazie a Dio (ride, ndr)”.