Donnarumma-Maignan: il progetto del Milan funziona e crederci ne vale la pena

Donnarumma-Maignan: il progetto del Milan funziona e crederci ne vale la penaMilanNews.it
© foto di © DANIELE MASCOLO
mercoledì 15 marzo 2023, 12:00Primo Piano
di Redazione MilanNews

È stato un addio rumoroso e fragoroso, sicuramente anche doloroso. Gigio Donnarumma era l’erede designato di Franco Baresi e Paolo Maldini, per precocità con la quale è stato promosso titolare nella prima squadra e per la celerità con cui ha iniziato ad indossare la fascia di capitano. Il suo futuro pareva già segnato, sembrava avrebbe infranto ogni record di presenze con la maglia rossonera. Del resto, un portiere che esordisce a 16 anni e che ha - per natura - una longevità generalmente superiore ai giocatori di movimento, ha tutto per riscrivere certi record, ma la storia sappiamo bene come sia andata e il destino di Donnarumma ha assunto tonalità diverse da quelle rossonere.

LA ROTTURA

In tanti si ricordano ancora oggi delle parole di Gigio Donnarumma nell’estate di 2 anni fa. Infatti, le parole rilasciate al Corriere dello Sport divennero virali: “Resterò per sempre un tifoso rossonero, ma la vita è fatta di scelte e avevamo ambizioni diverse. Otto anni non si dimenticano, ma avevo bisogno di cambiare per crescere”. Parole che hanno suonato come un tradimento razionale, ponderato e, fondamentalmente, ingrato. Viene subito alla mente Thiago Silva, quando (appreso che sarebbe stato ceduto per necessità economiche) ha rinnovato per far incassare al Milan la cifra più alta possibile. Stesso discorso per Bremer, che per riconoscenza verso il Torino ha rinnovato il contratto poco prima di essere ceduto alla Juventus. Lo ha fatto persino Mauro Icardi, che ha rinnovato il contratto con l’Inter per poter essere girato in prestito al PSG con un diritto di riscatto quantomeno decente, alla luce di tutte le problematiche relative al suo addio dai nerazzurri. Ecco: Thiago Silva non è stato lanciato dal Milan, Bremer non è stato lanciato dal Torino e Icardi non è stato lanciato dall’Inter. Il numero 1 del Paris Saint-Germain, invece, è proprio nel Milan che è stato lanciato tra i professionisti; Milan del quale peraltro si professa gran tifoso. Il risultato? Tira e molla per il rinnovo di contratto, pantomime di dubbio gusto, offerte al rialzo del Milan puntualmente rifiutate, post condivisi e cancellati dopo le critiche che ne sono conseguite e la scusa degli hacker che gli avrebbero manomesso il profilo. Il Milan non ha potuto che prenderne atto e agire di conseguenza, fermo restando che colmare il vuoto di un addio a parametro zero di un giocatore così importante per la squadra non fosse affatto facile, ma la dirigenza rossonera è stata saggia e lungimirante e in Mike Maignan si riversa tutto quell’affetto che Gigio ha rifiutato senza troppi complimenti.

KARMA

Diverse ambizioni. Le motivazioni “ufficiali” riguardano progetti e prospettive, obiettivi individuali e del club. Curiosamente, però, da quando Donnarumma ha lasciato il PSG, il Milan ha vinto lo Scudetto, l’anno scorso, e ha raggiunto i quarti di finale di Champions League, con la possibilità ancora in essere di giocarsi l’accesso alla semifinale. Difficile, ma non impossibile. Non per il Milan, non per una squadra che ha nella propria storia una grande tradizione e nella rosa attuale nulla da perdere. Una outsider di lusso, la mina vagante. Non sappiamo quanto durerà ancora il percorso del Milan in questa Champions League, ma presentarsi ai quarti di finale da Campione d’Italia, con il portiere che ha preso il posto di chi se n’è andato (sgattaiolando via) determinante e decisivo. Una parata, quella che serviva. Luca Marchegiani, a Sky Sport, aveva detto che i grandi portieri sono quelli che vengono chiamati in causa 2-3 volte a partita e rispondono presente, senza cali di concentrazione. Ed ora, se di karma si può parlare, Gigio vedrà da casa il Milan in Champions League e forse ripenserà al fatto che, dopotutto, le ambizioni del club non erano così diverse da chi, come lui, nutre sogni di gloria sui palcoscenici più importanti al mondo. E che il progetto giovani del Milan, per quanto meno rapido nella sua ascesa a motivo della sostenibilità che ne fa da matrice, avrebbe meritato quella pazienza che evidentemente non ha avuto.

di Luca Vendrame