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Calamai: "Milan, il ds andava preso a gennaio. Leao? Temo che resterà così"

ESCLUSIVA MN - Calamai: "Milan, il ds andava preso a gennaio. Leao? Temo che resterà così"MilanNews.it
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di Gaetano Mocciaro

Intervenuto in esclusiva per MilanNews.it, l'editorialista di Tuttomercatoweb Luca Calamai ha fatto il punto sui rossoneri tra Coppa Italia, mercato e Milan Futuro:

Luca Calamai, la Coppa Italia può salvare la stagione del Milan?
"La sensazione è che il Milan abbia utilizzato in maniera negativa una stagione, resta poco di questa stagione. Anche se dovessi vincere la Coppa Italia la sensazione è che non sia il livello del Milan è che non è un risultato che basta a giustificare in positivo la stagione. Diventa un 6 - - ".

Una stagione che può portare due trofei ma non la qualificazione in Champions. Che sensazioni ti lascia anche sull'operato dirigenziale?
"Ti lascia la convinzione di una società che ha bisogno di una profonda ristrutturazione, di una linea di comando più chiara, di un progetto calcistico più chiaro. Io credo che quest'anno debba servire alla proprietà a stabilire la catena di comando corretta: un direttore di un certo livello, una struttura di mercato adeguata, un allenatore che sia in sintonia con la costruzione della squadra e che porti un'identità di calcio da Milan, cosa che fin qui non si è vista".

Prima Fonseca, poi Conceiçao ma per entrambi sono stati mesi complicati
"Sono passati due allenatori che non hanno lasciato un'identità di calcio. Con un gruppo che sembra anche interessante, perché se parli con gente di calcio ti dicono tutti che la rosa è buona. Ma non ha un'identità di squadra. E l'identità di squadra la porta l'allenatore".

Da tempo prosegue il casting per il direttore sportivo che ancora tarda ad arrivare. Se arriverà.
"La legge del calcio prevede che una società debba avere il suo direttore sportivo a gennaio. Alcuni direttori sportivi hanno i contratti che scadono il 31 dicembre, a differenza dei calciatori. Perché gennaio è il tempo minimo che un uomo di calcio deve avere per costruire la squadra per la stagione successiva. Le squadre non le costruisci oggi. Siamo a maggio e il Milan non ha né l'allenatore né il direttore sportivo: parte in un ritardo clamoroso. I grandi direttori sportivi sanno già su quale giocatore andare ad aggredire fra due anni, tutto in linea con un allenatore al quale devi consegnare una squadra che si affidi alle sue idee di calcio. In tutto questo il Milan non sta partecipando a oggi. Al contrario dell'Inter che ha una sua continuità con Marotta e il suo gruppo di lavoro. Ma lo sta facendo anche il Napoli, l'Atalanta. Lo prova a fare anche la molto più piccola Fiorentina, confermando Palladino e la sua struttura di mercato. Nel Milan vedo confusione, incertezza e ritardi".

Mercoledì si gioca la finale di Coppa Italia: il Milan ha molto più da perdere
"Il Bologna ha un allenatore che ha perso tre finali, quindi pensa con quale ansia Vincenzo Italiano si approccia a questa finale. Perché se dovesse perderla diventerebbe l'allenatore delle finali perse e questa è un'etichetta per nulla piacevole per un allenatore. Il Milan è più forte, il Bologna ha più identità. Il Milan ha solo la coppa e immagino che un certo di lavoro anche fisico sia mirato a portare 15 giocatori che giocheranno la partita nelle condizioni migliori. Il Bologna spende le sue risorse anche sul campionato avendo una rosa numericamente e qualitativamente un po' inferiore. Il Milan ha tanto da perdere perché se non ha nemmeno la Coppa Italia la stagione diventa non da sei meno meno ma da quattro. Il Bologna la vive con più allegria, col sogno di poter vincere un trofeo dopo oltre 50 anni".

Chi sono i giocatori che possono decidere questa finale?
"Quando arrivi alle finali devi cercare il giocatore che abbia la sfacciataggine di tentare il colpo. E non è detto che sia il più bravo a quello che vince le finali, ma quello che è più adatto a vincerle. Una volta il presidente del Real Madrid mi disse: 'Quando compro un giocatore mi faccio una domanda: può segnare il gol decisivo nella finale di Champions al Bernabeu contro il Barcellona? Se mi rispondo sì è quello giusto'. Quindi un giocatore deve avere un'anima da finale e nel Bologna dico Orsolini che è quello più calibrato. Nel Milan è sempre Leao: gioia e dolore, passione e condanna. C'è tutto in Leao che comincio però a temere resti sempre Leao. Nel senso, pensavo potesse diventare un giocatore da Pallone d'Oro, che potesse fare quello scatto decisivo. Dopo la fine di quest'anno non so, credo che sia arrivato agli ultimi giri e rischia di diventare l'eterno incompiuto, il giocatore da 10 partite l'anno. E questo non è più da Milan".

Segui da vicino la Serie C: che idea ti sei fatto nel complesso della gestione del Milan Futuro?
"Delirante. Frutto di ignoranza, nel senso di non sapienza. Perché c'è una sottovalutazione clamorosa del campionato; c'è la scelta di un responsabile (Kirovski, ndr) che non c'entra assolutamente nulla; non è stato confermato un allenatore che aveva svolto un ottimo lavoro con la Primavera come Abate, che peraltro ha fatto bene 7-8 mesi a Terni; si è messo un allenatore (Bonera) casuale; non si è capito quanto fosse fondamentale inserire 3-4 giocatori più vecchi forti che avrebbero fatto crescere tutto il gruppo; si è mandato in confusione un ragazzino come Camarda che ormai non sa più come si chiama perché gioca dappertutto e non ha raggiunto nemmeno il numero minimo di partite per fare i playout. Una confusione non degna da Milan e chi ha fatto questo dovrebbe assumersene la responsabilità mettendoci la faccia. Perché se si retrocede in D è una macchia storica".