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Albertosi: "Donnarumma va tenuto. Il ricordo del decimo scudetto con il Milan lo porto nel cuore"

ESCLUSIVA MN - Albertosi: "Donnarumma va tenuto. Il ricordo del decimo scudetto con il Milan lo porto nel cuore"MilanNews.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 13 aprile 2020, 17:00ESCLUSIVE MN
di Pietro Andrigo

Enrico Albertosi ha rappresentato, in campo e fuori dal terreno di gioco, una storica bandiera rossonera. La redazione di Milannews.it lo ha contattato per parlare di molti temi tra cui i giovani calciatori rossoneri e i suoi ricordi del Milan. Queste le domande e le risposte:

Siamo coinvolti in un grande emergenza in cui il mondo del pallone, chiaramente, viene in secondo piano. A causa dell’incertezza di questo scenario quale crede possa essere la scelta più giusta per il campionato?

“Non è facile dirlo. Se dovessi decidere io annullerei tutto, sia il calcio di Serie A che di Serie B. Mi dispiacerebbe per qualche squadra però la situazione è gravissima fino a questo momento. Se si potesse ripartire a fine maggio, tuttavia, si riuscirebbe a concludere tutto.”

Per quanto riguarda gli stipendi e il conseguente taglio. E’ stata giusta la scelta collegiale della Lega calcio o sarebbe stato meglio lasciare la decisione in autonomia ai club?

“Credo che dovrebbe essere una scelta autonoma dei club anche perché gli ingaggi dei calciatori vengono diluiti in dodici mesi. Per cui chiaramente se non giochi per due mesi mi sembra anche giusto che ci sia una riduzione dell’ingaggio perchè non sei a disposizione, non per colpa tua ma a causa del Coronavirus.”

Passando al Milan, un capitolo importante della sua carriera, che effetto le fa vedere la squadra rossonera in questa situazione di incertezza?

“Ci sono passato anche io quando ero al Milan. In molti anni sono cambiati presidenti e allenatori, poi appena si è sistemata la dirigenza e l’allenatore che abbiamo avuto per due anni consecutivi, il Milan ha vinto la stella. Anche se non eravamo una squadra eccezionale, siamo riusciti a vincere questo scudetto che al Milan mancava da molto. E’ chiaro che la situazione non è facile perchè prima Maldini e Boban erano quelli che tenevano legati la squadra con la società, avevano dei compiti ben precisi e nel momento in cui sono stati loro negati sono partite discussioni che non fanno bene alla società. Si parla di un nuovo allenatore, di cessioni e acquisti che fino ad ora lasciano il tempo che trovano.”

Lei ha vissuto ed è stato protagonista del Milan della prima stella, per tornare in alto i rossoneri hanno bisogno delle bandiere in società o è giusto anche affidarsi a figure esterne?

“Io onestamente non saprei. Gazidis non lo conosco quindi non so dire se opera bene o male. Le bandiere sono legate al Milan in tutto e per tutto, uno straniero invece sicuramente meno e fatica a capire determinate logiche.”

Lei è stato uno dei più grandi portieri del calcio italiano ed ora il Milan può contare su un portiere di sicuro affidamento come Donnarumma. La società dovrebbe farne una bandiera o cedere alle lusinghe di una facile plusvalenza?

“Io credo che Donnarumma debba essere la bandiera di questo Milan. E’ giovanissimo, ha dimostrato di essere un grande e i rossoneri hanno trovato il portiere per i prossimi 20 anni. Non capisco perchè il Milan debba venderlo.”

Se potesse dare un consiglio a Donnarumma cosa gli direbbe: aspettare che il Milan si rialzi per trionfare insieme ai rossoneri o scegliere altri lidi?

“Oggi purtroppo non esistono più le bandiere. I giocatori sono in mano a dei procuratori a cui piace muovere le pedine e lui, in particolare, è in mano ad un agente a cui piace spostare i propri assistiti. Certo che se un calciatore decide di non muoversi dalla società nella quale sta giocando, io credo che il calciatore debba far valere la sua volontà e il procuratore abbassare la testa.”

Si rivede in qualche portiere del calcio moderno?

“Il ruolo è cambiato tantissimo anche se quando giocavo, avevo un po’ anticipato il ruolo del portiere odierno. Giocavo spesso fuori dalla porta, al limite dell’area di rigore e per questo ho subito tante critiche ma i tifosi e la gente non vedevano quanti ne evitavo. A me è sempre piaciuto giocare fuori dai pali ma oggi il ruolo è troppo cambiato.”

Un aneddoto o un ricordo particolare dei suoi anni in rossonero?

“I ricordi che mi porto nel cuore effettivamente sono due: la vittoria in finale di Coppa Italia sull’Inter e la vittoria del decimo scudetto che il Milan non riusciva ad agguantare da diversi anni. Ci siamo riusciti con Liedholm, un allenatore che dava tranquillità a tutti i giocatori e quell’anno siamo riusciti in grandi imprese."