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Capello: "Leao deve un po' di riconoscenza al Milan, cosa che Donnarumma non ha fatto. Giroud sarà incazzato"

ESCLUSIVA MN - Capello: "Leao deve un po' di riconoscenza al Milan, cosa che Donnarumma non ha fatto. Giroud sarà incazzato"MilanNews.it
lunedì 26 dicembre 2022, 15:00ESCLUSIVE MN
di Gianluigi Torre
fonte Intervista di Gianluigi Torre

In occasione dalla ripresa di campionato, la redazione di MilanNews.it ha contattato in esclusiva Fabio Capello, ex allenatore, seduto anche sulla panchina rossonera. Queste le sue parole ai nostri microfoni:

Alla ripresa il Milan tornerà, ancora una volta, con assenze molto pesanti. Tra queste c'è anche Mike Maignan: quanto sarà pesante la sua assenza?
"Maignan è una grave perdita per il Milan: dà sicurezza a tutta la difesa, è un leader. Sarà un'assenza pesante. Il gemello è una brutta bestia, l'ho avuto anche io come giocatore: sembrava guarito e poi si ripresentava. Speriamo che sia pronto per la Champions".

Per quanto riguarda invece i singoli: le è piaciuto il mondiale di Theo Hernandez e Giroud?
"Giroud è in forma, sarà incazzato per la sostituzione. Theo è a posto, ci saranno. Giroud ha fatto un grande Mondiale, Theo un buon Mondiale ma stava con il freno a mano tirato perché non poteva andare a toccare lo spazio occupato da Mbappe. Ha fatto un Mondiale di attenzioni e a questo livello gli è servito molto, ha superato un bell'esame".

Rinnovo Leao: che consiglio dà al Milan e che consiglio dà al giocatore?
"Se è diventato quello che è diventato lo deve al Milan, e gli deve un po' di riconoscenza cosa che non ha fatto Donnarumma. Se non esiste più riconoscenza non si può dire nulla. Il giocatore ha dimostrato di essere importante. Anche lui al Mondiale ha giocato con il freno a mano un po' tirato ma come si liberare metteva in mostra tutte le proprie qualità, che deve ancora esprimere".

Su De Ketelaere: cosa serve al giocatore per sbloccarsi in maniera definitiva? "De Ketelaere è spaesato. Vorrebbe fare tanto, ma lo fa ad un ritmo basso. Quando uno è spaesato non riesce ad esprimersi come vorrebbe".

Nella sua carriera da allenatore, le è mai capitato di avere a disposizione un giocatore dalle qualità tecniche indubbie ma un po’ timido? "Qualcosa, sì. Ma poi con calma siamo riusciti a farlo emergere".

E come ha fatto a togliere le pressioni dal giocatore?
"Quando vedi che fa una cosa fatta bene lo aiuti a fare ancora meglio, devi spronarlo e dire: "Questo è il punto di partenza, puoi dare molto di più". A livello psicologico è importante, non tecnico o tattico. Secondo me se non sei a posto psicologicamente non riesci ad esprimerti perché hai la paura, il timore e sei con il freno a mano tirato".

Ci si poteva aspettare di più dai giocatori arrivati questa estate? Anche dallo stesso Origi.
"Origi è sempre infortunato, che giudizio puoi dare ai giocatori che si fanno male?"

Ci sono stati anche i casi di Adli, Thiaw e Vranckx che hanno trovato poco spazio...
"L'allenatore li vede tutti i giorni, ha un'idea di gioco e fa giocare i giocatori per vincere. Non ci sono discussioni: se mi dimostri che sei più forte di quello che ho io in testa giochi, se non sei in più forte vai in panchina o in tribuna, anche se ora in tribuna i giocatori non vanno più".

Ormai le panchine sono lunghissime...
"Era bruttissimo scegliere chi mandare in tribuna. Farli lavorare per tutta la settimana e poi dire "Vai in tribuna" è tosta. Difficile per il giocatore accettare, ma è molto brutto per l’allenatore escludere la gente. Ora in panchina ti senti coinvolto, poi sceglierà l'allenatore chi far entrare e chi no”.

Ibra nelle sue interviste ha spesso detto che lei giocava con la sua testa. Crede che se Zlatan è il campione di adesso, il leader che il Milan ha trovato, è anche merito suo?
"Io ho fatto con Ibrahimovic come ho fatto con tutti gli altri i giocatori. Il giocatore di talento impara subito e assorbe quello che gli dici, e capisce che quello che gli hai detto serve per migliorarsi. Poi ci sono quelli di medio talento e presuntuosi e lì perdi anche del tempo. Nella vita la testa fa la differenza: dipende da cosa fai, come ti comporti, l'ambizione. Io ho avuto gente di talento che si è accontentata, oppure chi al primo ostacolo si è lasciato andare. Vuoi essere preso in considerazione? Presentati, fai vedere di quello che sei capace e basta".

Intervista di Gianluigi Torre