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D. Mandelli: "De Ketelaere non lo venderei, me lo terrei stretto. Sull'addio di Maldini..."

ESCLUSIVA MN - D. Mandelli: "De Ketelaere non lo venderei, me lo terrei stretto. Sull'addio di Maldini..."MilanNews.it
© foto di Federico De Luca
venerdì 9 giugno 2023, 20:00ESCLUSIVE MN
di Redazione MilanNews
fonte di Alessandro Schiavone

La redazione di MilanNews.it ha intervistato Davide Mandelli, ex difensore di Torino e Chievo che in carriera ha affrontato ben 12 volte il Milan da avversario. Oggi vice del ct Michele Marcolini nello staff della nazionale del Malta, Mandelli è anche tifoso e abbonato rossonero.

Davide, quali sono i cambiamenti che lei vorrebbe vedere nel Milan in futuro?

"Io penso che il processo di ristrutturazione che il Milan ha iniziato qualche anno fa e che ha portato al raggiungimento di risultati importanti nelle ultime tre stagioni compresa questa è quello giusto. Essere riusciti a raggiungere il quarto posto, la qualificazione in Champions League e la semifinale di Champions League che erano anni che non si vedeva il Milan a quei livelli dimostrano che le cose sono state fatte bene. Ora dire quali cambiamenti siano necessari vedo che le stanno facendo anche fin troppi. La società deve decidere bene il percorso da continuare. La strada è sicuramente giusta ma bisogna continuare..."


Cosa ne pensi del licenziamento di Maldini? Ai suoi tempi sarebbe successa una cosa del genere? 

"Ai miei tempi non credo sarebbe successa. Sinceramente pensavo non potesse succedere neanche a questi tempi perché Paolo è una leggenda del calcio e del Milan. Però purtroppo tutto il mondo è paese, sono cambiate tante dinamiche in ogni settori e di conseguenza anche nel calcio. Per quello che riguarda le bandiere che c'erano una volta è indubbio che si era più legati al cuore, alla maglia e alla passione della città e della squadra di appartenenza. Ora non è più così, che peccato."


Maldini dopo la fine della sua carriera da calciatore ha rifiutato varie offerte importanti da Chelsea e PSG. In ottica futura nonostante il suo amore per il Milan potrebbe decidere di svolgere il mestiere del direttore o dirigente in altre società secondo lei? Visto l'ottimo lavoro e l'esperienza acquisita offerte importanti sicuramente non mancheranno...

"Bisognerebbe fare questa domanda a Paolo anche se ora non è il momento giusto. Penso che se avrà voglia di restare nel mondo del calcio e di continuare a fare quel tipo di lavoro che aveva intrapreso col Milan non credo avrà problemi a farlo. Tutto quello che ha fatto nella sua carriera calcistica ha sbagliato praticamente poco, quasi mai."


Scudetto 2022 o semifinale di Champions League 2023: qual impresa è stata più grande?

"Io credo che sia più grande la vittoria dello Scudetto perché è stata un annata condotta dall'inizio alla fine e più lunga. Per quanto riguarda la Champions, il Milan ha fatto un percorso ottimo. Però sono partite da dentro o fuori dove può succedere di tutto e purtroppo il derby è andato com'è andato. Il Milan avrebbe potuto anche arrivare fino in fondo..."

Meritarono di passare i nerazzurri?

"Per quello che si è visto nelle due partite l'Inter ha meritato. Che peccato non potersela giocare con tutti gli effettivi disponibili, Leão su tutti. L'unico rimpianto che può avere il Milan è quello."

Charles De Ketelaere è in vendita. Lei un altra chance gliela darebbe?

"Io mi fido delle persone che l'hanno scelto. Ho avuto l'esperienza di vedere il discorso di Tonali che nelle sue interviste continua a ripeterlo più volte. Giocare a quei livelli e in quello stadio lì, il cambiare mentalità e tipo di allenamento, soprattutto per un ragazzo che non viene dal nostro paese non è facile. Le potenzialità ha dimostrato di averle a Bruges e credo che le farà vedere anche al Milan. Io lo terrei stretto."

Lei ha giocato tante volte a San Siro, che effetto le faceva? Non le tremavano mai le gambe?

"Avere la possibilità di giocare in quello stadio è stato sicuramente una grande soddisfazione. Se mi tremavano le gambe? Inizialmente sicuramente sì poi quando inizia la partita ci sono talmente tante cose da pensare quando si incontrano quei campioni che insomma il contorno passa un pò in secondo piano. Per quello che riguardano i giocatori che giocano nel Milan credo che pressione e il tremolino di gambe sia differente a chi li va ad affrontare da avversari."

Il Milan fa molta attenzione ai bilanci e la strada da percorrere rimane quella del autofinanziamento, sostenibilità e competitività. Se la società dovesse decidere di vendere un difensore tra Kalulu, Thiaw e Tomori per rinforzare altri reparti lei di chi si priverebbe?

"Dipende da come vorrà lavorare Pioli. Io venderei Kalulu e mi terrei stretto Tomori e Thiaw."

È stato più forte il Milan di Sheva e Kakà o quello di Ibra e Prince? Lei affrontò entrambi le formazioni a più riprese...

"Fare un paragone è difficilissimo, di sicuro erano due grandissimi Milan. Per noi che andavamo ad affrontare queste partite era una bella soddisfazione anche se le problematiche erano tantissime. Parliamo di due squadre zeppe di campioni."

Il Kakà dei tempi d'oro o l'Ibra degli anni migliori: chi ti ha dato più fastidio?

"Per il discorso del ruolo sicuramente Ibra, lo avevo più a stretto contatto. Per me era un orgoglio poter giocare contro di lui però mi ha creato tante problematiche. Per quel che riguarda Kakà parliamo di un giocatore che a livello mondiale, in Italia, col Real Madrid e con la nazionale brasiliana ha dimostrato di essere uno dei top. Non per niente Ricky ha vinto il Pallone d'oro, la Champions League col Milan da assoluto protagonista... stiamo parlando di giocatori di un livello altissimo. Fare un paragone è difficile."

Le lacrime di Ibra domenica dimostrano anche un "Dio" come Zlatan è umano?

"Lui ha sorpreso tutti a modo suo anche in questo caso, ha deciso di dare l'annuncio di smettere quando nessuno se l'aspettava. L'emozione che ha trasmesso a livello personale dimostra che è un grandissimo giocatore e un uomo di grandissima personalità all'interno dello spogliatoio. E come i suoi compagni spesso raccontano ha un cuore d'oro."

Chi è il miglior allenatore che ha avuto?

"Ho avuto grandi allenatori come Del Neri, Pillon che sono due grandi allenatori. Poi ho avuto Papadopulo che mi ha aiutato tanto a livello caratteriale a non mollare mai. Ho avuto Mario Beretta che mi ha dato la possibilità di esordire in Serie A e Mimmo di Carlo che mi ha fatto capire certe cose e con cui ho avuto un rapporto particolare. Poi Sannino che mi ha fatto cambiare ruolo nel settore giovanile. Per quello che riguarda il migliore dico Stefano Pioli perché con lui ho avuto un rapporto particolare e mi sono tolto tante soddisfazioni. Magari in principio non c'eravamo troppo capito. Ma qualche volta ci messaggiamo ancora... il numero uno è lui."

di Alessandro Schiavone